In Europa ci sono ancora foreste incontaminate
Rapporto JRC chiede la mappatura e una protezione rigorosa delle foreste primarie e vetuste
[23 Aprile 2021]
Secondo il nuovo JRC Science for Policy Report “Mapping and assessment of primary and old-growth forests in Europe”, nell’Unione europea ci sono ancora circa 4,9 milioni di ettari di foreste “primarie” o “vetuste” che seguono le dinamiche naturali, esistono nella loro condizione originale e sono in gran parte incontaminate dalle interferenze umane.
Le foreste primarie e vetuste sono ecosistemi nei quali i segni del passato utilizzo umano sono minimi o assenti e i processi ecologici operano in modo dinamico e con poca compromissione da parte delle influenze antropiche. Sono ecosistemi che stoccano carbonio, forniscono acqua dolce, regolano il clima, riducono i livelli di stress e ospitano numerose specie in pericolo. Al Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea sottolineano che «La loro rarità, i loro valori e la loro unicità li rendono un elemento chiave per la conservazione della natura e la mitigazione del clima. Nell’Ue la distribuzione di queste foreste è irregolare, essendo il 90% situato in Svezia, Bulgaria, Finlandia e Romania».
Il rapporto, che contribuisce agli obiettivi dell’European Green Deal e alla Strategia biodiversità 2030 di per mappare, monitorare e proteggere rigorosamente tutte foreste primarie e vetuste sopravvissute nell’Ue e valuta le conoscenze e i dati spaziali documentati sulle foreste primarie e vetuste nell’Ue e in alcuni Paesi limitrofi. Si tratta di una raccolta delle mappature esistenti realizzate da diversi ricercatori e organizzazioni e di informazioni statistiche riportate dagli Stati membri.
Al JRC evidenziano che «Sono il patrimonio naturale dell’Europa, come lo sono gli antichi templi per la nostra cultura. Sebbene 4,9 milioni di ettari possano sembrare molti, questi tipi di foreste sono in realtà rare, piccole e frammentate e rappresentano solo il 3% della superficie forestale totale dell’Ue e l’1,2% del territorio dell’UE. Proteggerli è fondamentale per preservare la biodiversità e mitigare il cambiamento climatico».
La commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, ha commentato: «I nostri esperti del Joint Research Centre hanno una vasta esperienza nel fornire informazioni rilevanti per le politiche sullo stato e sulle tendenze nelle foreste europee. Quest’ultimo rapporto fornisce prove scientifiche e sottolinea le lacune della conoscenza, in modo che possiamo intraprendere le azioni giuste per proteggere questa parte più preziosa del nostro patrimonio naturale».
Il rapporto dimostra che è necessaria una mappatura più solida e aggiornata delle foreste primarie e antiche per proteggerle meglio. Ha infatti scoperto un significativo “deficit di mappatura” in alcune delle regioni dell’Ue, dove l’ubicazione di queste foreste non è nota. Questa area non mappata ammonta a circa 4,4 milioni di ettari, un’area totale più grande delle dimensioni dei Paesi Bassi.
Al JRC fanno notare che «Per le aree di foreste primarie e vetuste che vengono mappate, la maggior parte è già protetta in una certa misura». Secondo il rapporto, circa il 93% delle foreste primarie e antiche dell’Ue fanno già parte della rete di aree protette Natura 2000 e l’87% sono “rigorosamente protette”. Lo studio include riserve a protezione integrale, aree wilderness, parchi nazionali e aree “rigorosamente protette, in linea con le categorie di gestione dell’International Union for Conservation of Nature. Ma i ricercatori avvertono che «Queste cifre dovrebbero essere considerate con cautela a causa del deficit di mappatura e del quadro giuridico poco chiaro su ciò che conta come “protezione rigorosa”. Sono necessari ulteriori sforzi di mappatura a livello nazionale per catalogare in modo completo le foreste primarie e quelle vetuste nell’Ue.
Inoltre, il rapporto raccomanda: misure di conservazione su scala territoriale, compresa l’identificazione di zone cuscinetto libere e la garanzia di una sufficiente connettivà; protezione rigorosa delle rimanenti foreste primarie e vetuste; un efficiente sistema di monitoraggio per salvaguardare l’integrità delle foreste primarie e vetuste; aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sul valore di queste foreste per le persone e per il pianeta; ulteriori ricerche sulla caratterizzazione di queste foreste e pratiche di gestione appropriate. Per avere successo in tutto ciò sarà necessaria una forte partnership con tutte le parti coinvolte, compresi i proprietari di terreni, le organizzazioni per la conservazione della natura, le autorità locali e regionali e le stesse comunità locali».
La Commissione europea sta lavorando con esperti e stakeholders per concordare una definizione comune di “foreste primarie e vetuste” e per il regime di “protezione rigorosa” entro la fine di quest’anno.
Il commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha concluso: «Le foreste incontaminate europee sono tesori naturali che forniscono benefici all’uomo da secoli e sono vitali per la nostra salute, la biodiversità e il clima. Contengono anche importanti valori storici e identitari per le comunità locali. Questo è il motivo per cui la mappatura e il monitoraggio delle rimanenti foreste primarie nell’Ue è un contributo importante alla fase successiva: la loro protezione rigorosa. Accolgo con favore questa nuova relazione basata su prove che conferma il valore di queste foreste e sottolinea l’urgenza di mappare e proteggere le foreste secolari».