Francia: una loi climat nata già vecchia. Il 9 maggio gli ambientalisti scendono in piazza (VIDEO)

Macron non ha mantenuto le promesse fatte con l’istituzione della Convention citoyenne pour le climat

[7 Maggio 2021]

In Francia, 18 mesi dopo l’istituzione della Convention citoyenne pour le climat (CCC), è stata approvata una loi Climat et résilience che non piace per nulla agli ambientalisti. Alla fine la maggioranza che sostiene Macron – che aveva promesso di far sue “senza filtri” le 149 misure proposte dalla Convention citoyenne pour le climat  – ne ha bocciate il 90%. Inizialmente Macron aveva chiesto alla Convention citoyenne misure per ridurre le emissioni di carbonio della Francia del 40% entro il 2030 e allo stesso tempo aveva espresso il desiderio di vedere l’Europa puntare al meno 55%. Per gli ambientalisti francesi «Siamo molto lontani da quanto imposto dal cambiamento climatico. La scienza sostiene una riduzione del 65% per contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C e quindi mantenere un pianeta vitale per le specie e gli ecosistemi».

Per questo, domenica  9 maggio gli ambientalisti  scenderanno in piazza  in tutta la Francia «Per denunciare il rifiuto del governo ad agire per il clima». Greenpeace France promette: «Di fronte al suo disprezzo per la Convention citoyenne e per gli allarmi della scienza, calpesteremo i pavés per dimostrare che non siamo stati ingannati da questa loi climat al ribasso!»

Secondo gli ambientalisti, «Innalzare l’ambizione della legge sul clima: non dovrebbe essere troppo difficile, in quanto Emmanuel Macron, il governo e la maggioranza parlamentare hanno ridotto a tutta forza le misure della Convention citoyenne, meno del 10% delle quali è stato incluso nel disegno di legge del governo e i dibattiti all’Assemblée nationale hanno fatto solo una cosa: frenare il dibattito democratico. Infatti, dal 20 al 25% dei 7.000 emendamenti presentati è stato ritenuto irricevibile. In secondo luogo, la procedura accelerata e il tempo legislativo programmato consentivano a malapena ai parlamentari dell’opposizione di difendere gli emendamenti he avevano superato quella prima barriera».

Ma Greenpeace ed altre associazioni non ci stanno e respingono la narrativa delle misure climatiche presentate come impopolari: «Giustizia sociale e ambiente vanno di pari passo: lo dimostriamo con l’alleanza Plus jamais ça, il collettivo di sindacati e organizzazioni ambientaliste, unito da più di un anno per contrastare i discorsi e le azioni del governo, che usa il pretesto del crisi sanitaria per non cambiare nulla di  un modello economico e produttivo che dura da troppo tempo». A Lione, Montpellier, Parigi, Rouen e Tolosa, Greenpeace France sfilerà dietro gli striscioni del collettivo.

Gli organizzatori della protesta contro la loi Climat et résilience si sono chiesti se il testo approvato contenesse progressi significativi e dicono che «A parte un articolo di legge sui menù vegetariani, per il resto stiamo ancora cercando … e per continuare a ridere – diamo una menzione speciale al governo per il suo coraggio: nel 2022 sarà vietato far volare gli aerei pibblicitari (questi piccoli aerei che a volte fanno rumore sopra le spiagge). Però possiamo tebnerci il riscaldamento globale. In una frase: questa legge poteva sembrare ambiziosa … 15 o 20 anni fa. Ma di fronte al clima che si imballa, è totalmente fuori linea».

Gli ambientalisti presentano le prove; Aerei: il divieto dei voli nazionali quando è possibile un’alternativa di meno di 2,5 ore in treno riguarda al massimo solo una manciata di voli, e quindi un piccolissimo calo delle emissioni del settore. Estensione degli aeroporti: l’articolo votato è inefficace nel vietare i progetti di estensione degli aeroporti … mentre afferma di farlo! Pubblicità per prodotti inquinanti: il divieto imposto dalla  CCC si è trasformato in un semplice divieto pubblicitario per la vendita, commercializzazione e promozione di combustibili fossili … quasi inesistente! Grandi imprese: sono state dichiarate inammissibili le modifiche per il controllo delle loro emissioni di anidride carbonica, mentre il disegno di legge mira “a trasformare i nostri modelli di produzione in modo che siano carbon free […] rafforzando il presidio delle attività industriali”!  Ristrutturazione termica delle abitazioni: solo 2 dei 5 milioni alloggi sono interessati dal divieto di affitto progressivo entro il 2028. Peggio ancora, per costringere i proprietari a ristrutturare la loro proprietà, gli inquilini in situazione precaria dovranno intraprendere un’azione legale. Unico punto positivo: il menù vegetariano settimanale è stato approvato per mense scolastiche pubbliche e private. Un’opzione vegetariana giornaliera è resa obbligatoria nel 2023 per la ristorazione collettiva sotto la responsabilità dello Stato e solo in luoghi dove ci sono già diverse possibili scelte alimentari … Ma questo non si applica alle scuole superiori e ai college, dove gli studenti potranno solo per accedere alle opzioni vegetariane quando i loro gestori lo decidono! Il reato di ecocidio: un’esca. Il governo si è premurato di rassicurare gli industriali e gli attori statali. I crimini accertati, che dipenderanno dall’azione dell’Amministrazione, saranno impraticabili per la società civile per poterli affrontarli efficacemente».

E Greenpeace France stila anche una lista di quello che non ci sarà nella loi Climat et résilience e che avrebbe dovuto esserci, cioè tutte le misure portate avanti dalla società civile, e respinte dal governo, quindi dai membri della maggioranza: Divieto di pubblicità per i prodotti più inquinanti; Divieto di vendita dei veicoli più inquinanti dal 2025; Aumento dell’obiettivo di ridurre le emissioni francesi di CO2 a -55% nel 2030 (come l’Ue); Fine dei voli nazionali quando c’è un’alternativa in treno in meno di 4 ore; Moratoria sulle estensioni e i nuovi aeroporti; Aumento della tassa ambientale sui biglietti aerei; Tassazione del cherosene; Royalty sui fertilizzanti azotati; Divieto di dividendi climaticidi; Obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per le multinazionali; Istituzione di una imposta sul patrimonio climatica; Obbligo progressivo di ristrutturazione completa ed efficiente degli alloggi; Eliminazione degli alloggi colabrodo (inefficienti dal punto di vista energetico e gtermico);  Lasciare costo zero il rifacimento termico per gli alloggi più modesti; Prestito a tasso zero per l’acquisto di veicoli poco inquinanti; Assegni alimentari per le persone più povere; Fine dei sussidi ai combustibili fossili entro il 2025; Generalizzazione del pacchetto mobilità sostenibile; Moratoria su tutti i progetti di aree commerciali; Moratoria sulla costruzione di magazzini di e-commerce, come quelli di Amazon; Divieto per le banche di investire nei combustibili fossili; Riduzione dell’IVA sui biglietti del treno; Pesanti penalità di peso per l’acquisto di un veicolo superiore a 1,4 t; Riduzione della velocità sulle autostrade; Fine dei vantaggi fiscali sul trasporto merci su strada; Massiccio piano di investimenti ferroviari;  Imponente piano di investimenti nella ristrutturazione termica; Proroga o divieto di costruzione per gli allevamenti industriali più inquinanti; Crimine di ecocidio; Generalizzazione del deposito sul vetro; Generalizzazione dell’opzione vegetariana giornaliera in tutta la ristorazione collettiva; Fine delle terrasses riscaldate nel 2021.

Gli ambientalisti si appellano al Senato perché cambi una legge svuotata di contenuti e 350.org France denuncia che «Martedì l’Assemblée Nationale ha votato una loi Climat che non è chiaramente all’altezza dell’emergenza climatica. Non lasciamo che questo fallimento passi. Domenica ci riuniremo per denunciare la mancanza di ambizione del governo di fronte all’emergenza ecologica e per chiedere vere misure vincolanti. La legge sul clima è un enorme pasticcio. I più grandi inquinatori – i giganti dei combustibili fossili e coloro che li finanziano – non sono nemmeno menzionati nel testo! Total, BNP, Crédit Agricole o Société Générale non devono preoccuparsi anche se ciascuna della loro impronte di carbonio è maggiore di quella del resto della Francia nel suo complesso. Il governo e la maggioranza hanno svuotato della loro sostanza tutte le misure della Convention citoyenne pour le climat».

Anche 350.org chiama tutti a raccolta: «Questa domenica, subito dopo il voto di martedì nell’Assemblea nazionale di questa legge priva di ambizione, marciamo in tutta la Francia per chiedere obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di gas serra per lo Stato e per le imprese. Per fare la differenza, il movimento per il clima deve essere ascoltato e acquisire slancio. Invita i tuoi amici, le tue famiglie e i tuoi colleghi a camminare con noi domenica. Diventiamo una marea umana per il clima in tutta la Francia! Le emergenze ambientali e sociali stanno diventando sempre più pressanti. Gli scienziati ci stanno avvisando del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Non è più il tempo delle belle parole. Domenica, insieme ai membri della Convention citoyenne pour le climat e a molte organizzazioni, facciamo sentire la nostra voce!»

 

Videogallery

  • Loi climat : merci mais NON MERCI !