Elettricità futura, dal Pnrr tre riforme che «sbloccano il Green deal in Italia»

«Il successo del Pnrr è legato alla sua capacità di riuscire ad avviare quelle riforme strutturali che impediscono al nostro Paese di crescere»

[11 Maggio 2021]

La distribuzione delle risorse economiche in arrivo dall’Ue – circa 200 miliardi di euro – stabilita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Governo Draghi ha deluso molti, dagli ambientalisti al Coordinamento fonti rinnovabili ed efficienza energetica, mentre le maggiori speranze legate allo sviluppo di una concreta transizione ecologica nel Paese restano circoscritte alle riforme previste dal Piano  (ma tutte da declinare in pratica). Ma quali riforme?

Da Elettricità futura – la principale associazione confindustriale del settore elettrico – oltre a guardare con ottimismo al Pnrr nel suo complesso ne indicano tre in particolare che «sbloccano il Green deal in Italia».

Al primo posto Elettricità futura pone la semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale: «Si prevede di sottoporre le opere previste dal Pnrr ad una speciale Via (Valutazione d’impatto ambientale, ndr) statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, affidando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni attraverso modalità accelerate. Inoltre, si propone di ampliare l’operatività del Provvedimento unico in materia ambientale (“Pua”) a livello statale».

Seguono le riforme previste per lo sviluppo degli impianti rinnovabili attraverso «la creazione di un quadro normativo semplificato e accessibile per gli impianti Fer, in continuità con Dl Semplificazioni e il completamento del meccanismo di sostegno anche per tecnologie non mature ed estensione del periodo di svolgimento dell’asta, mantenendo i principi dell’accesso competitivo».

Chiude il trittico lo sviluppo della mobilità elettrica «attraverso delle norme finalizzate ad assicurare la tempestiva attuazione dei piani di sviluppo della rete per l’energia elettrica e criteri trasparenti e non discriminatori per l’assegnazione di spazi e/o la selezione degli operatori per l’installazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche».

Tutti strumenti che potrebbero effettivamente dare un impulso fondamentale alla decarbonizzazione del Paese, ma con una grande incognita legata all’incertezza politica che accompagna la messa a terra di queste riforme. Un ostacolo che resta tutto da affrontare, e in fretta: «Il successo del Pnrr è legato alla sua capacità di riuscire ad avviare quelle riforme strutturali che impediscono al nostro Paese di crescere. È prioritario partire dai provvedimenti che promuovono la semplificazione normativa, la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e la transizione ecologica», concludono da Elettricità futura.