Lombardia: approvata la legge sulla caccia che impedisce i controlli e favorisce i bracconieri (VIDEO)

Wwf e Lac: in Lombardia dettano legge le doppiette

[19 Maggio 2021]

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la “legge di revisione ordinamentale 2021” che, denuncia il Wwf, «Prevede modifiche alla legge regionale sulla caccia: veri regali al popolo delle doppiette che riducono i livelli di tutela della fauna selvatica. Ormai è acclarato che in Regione Lombardia la caccia sia considerata una priorità. L’influenza del mondo venatorio nei corridoi del Pirellone è tale da far letteralmente scrivere ai cacciatori le norme che regolano la propria attività. Ciò accade grazie all’impegno costante di assessori e consiglieri regionali che non mancano di manifestare pubblicamente la loro vicinanza al mondo venatorio postando trionfalistici selfie mentre imbracciano fucili e promettono di far sparare sempre di più, rinunciando a ogni forma di dialogo con le associazioni di protezione ambientale».

Il Panda lombardo ricorda che «La Lombardia è tristemente famosa a livello mondiale per il numero di reati commessi contro la fauna selvatica e in particolare contro gli uccelli, catturati illegalmente per farli diventare “richiami vivi”, condannati a passare tutta la vita in minuscole gabbie e costretti a cantare incessantemente per richiamare i propri simili verso la morte, continuamente trasportati e sottoposti al frastuono dei fucili».

La Lega per l’abolizione della caccia  evidenzia in particolare alcune tra le  tante modifiche apportate per favorire una deregulation venatoria e il bracconaggio: «L’attività di vigilanza e controllo sugli anellini utilizzati per gli uccelli da richiamo, che certificano che l’animale è da allevamento e non rubato, catturato in natura, dovrà essere svolta verificando unicamente la presenza dell’anellino sull’animale; la possibilità di utilizzo per l’inanellamento di anelli addirittura plastici. Saranno felici dunque bracconieri e contraffattori; la semplificazione della procedura per il rinnovo decennale delle autorizzazioni dei capanni; la possibilità di cacciare in tutti gli ambiti di pianura (ATC) il cinghiale in selezione anche su terreno coperto di neve; la possibilità di segnare l’animale ucciso sul tesserino dopo il recupero della selvaggina stessa e non subito dopo l’abbattimento come prescrive la legge nazionale ; la soppressione della banca dati dei richiami vivi; la possibilità di lasciare al cacciatore, nominato operatore volontario, il capo ucciso in controllo (fino a un massimo di 2) senza che passi dal CLS (centro lavorazione carni selvaggina) e ad ATC, CAC ed Enti gestori delle aree protette di individuare un CLS a cui cedere i cinghiali prelevati in controllo potendo così evitare l’attivazione della procedura di evidenza pubblica per ogni singolo capo abbattuto; l’esonero dalla procedura di vincolo idrogeologico per la realizzazione di capanni fissi…».

Per la LAC la Regione Lombardia ha «lavorato a beneficio di una minoranza armata che vede l’ambiente solo come “cosa” da depredare, con lo stipendio fornito dalla maggioranza dei Lombardi che la natura la vorrebbe protetta davvero. LAC non si fermerà, ci rivolgeremo a governo e altre sedi istituzionali. Continueremo la nostra battaglia in difesa della fauna selvatica, del patrimonio naturale di tutti».

Per Alessandra Prampolini, Direttore Generale del Wwf Italia, «Siamo di fronte all’ennesimo fallimento della politica lombarda rispetto alla tutela dell’ambiente. E’ incomprensibile come in una regione in cui esiste un altissimo livello di illegalità e di bracconaggio, invece di adottare ogni strumento idoneo ad arginarlo si approvino invece provvedimenti che indeboliscono il sistema di protezione della biodiversità. Il Wwf Italia denuncerà alle autorità italiane ed europee quest’azione di riduzione dei livelli di tutela ambientale reiterata e incostituzionale, che espone il Paese (tutti, non solo i cacciatori) al rischio di pesanti e costose procedure di infrazione».

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