Maire Tecnimont sarà carbon neutral: ecco la nuova strategia di sostenibilità

Folgiero: «Possiamo e vogliamo assumere un ruolo di abilitatori della transizione energetica a livello mondiale». Allo studio la creazione in Italia di dieci Distretti circolari verdi

[7 Giugno 2021]

Maire Tecnimont raggiungerà la carbon neutrality al 2030 per le emissioni dirette (scope 1) e indirette (scope 2), un risultato che sarà raggiunto anche a tutta la catena del valore (scope 3, comprendente dunque l’uso dei prodotti venduti) prima del 2050: è questa la nuova roadmap per la sostenibilità tracciata da una delle più importanti multinazionali italiane attive nei settori dell’ingegneria e in particolare dell’energia, che punta a raggiungere la neutralità emissiva per le proprie attività contribuendo al contempo ad aiutare il resto della società nella lotta contro la crisi climatica in corso.

Abbiamo iniziato dieci anni fa il nostro percorso, con l’adesione al Global compact delle Nazioni Unite – spiega Pierroberto Folgiero, ad Maire Tecnimont – Oggi abbiamo inserito a pieno titolo alcuni indicatori Esg (ambientali, sociali e di governance) nella nostra strategia industriale. Possiamo e vogliamo assumere un ruolo di abilitatori della transizione energetica a livello mondiale mettendo la nostra conoscenza dei processi di trasformazione delle risorse naturali al servizio di una economia sempre più circolare e a basso impatto carbonico».

La strategia di sostenibilità Maire Tecnimont, ispirata agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, si articola lungo quattro macroaree di intervento: clima, economia circolare e ambiente; persone e diversità; creazione di valore per i territori e le comunità; innovazione che porta benessere. Più nel dettaglio i macro-obiettivi nell’area ambientale sono contribuire alla mobilità sostenibile sviluppando tecnologie per carburanti low carbon e ‘bio’; abilitare la circolarità della plastica grazie a tecnologie per un riciclo di qualità, meccanico e chimico e sviluppare soluzioni per produrre bio-plastiche; sviluppare tecnologie per la transizione a un’economia a idrogeno e per un uso più sostenibile del gas.

Come? Attraverso un concetto di innovazione non solo tecnologica – concentrata in particolare nella controllata NextChem – ma anche economico-sociale. Sotto questo profilo un esempio paradigmatico è rappresentato dai Distretti circolari verdi, ovvero 10 progetti allo studio su tutto il territorio italiano: un’iniziativa – ancora in corso di sviluppo – che punta a utilizzare tecnologie innovative nel settore della chimica verde e del riciclo per portare a nuova vita siti produttivi finora utilizzati dall’industria tradizionale e pesante, come nel caso delle raffinerie.