Biodiversità marina dell’Adriatico a rischio, interrogazione parlamentare di Muroni e Lombardo
MedReAct e Legambiente: bene la sollecitazione di Facciamo ECO a Patuanelli perchè istituisca la FRA di Otranto
[24 Giugno 2021]
Rossella Muroni e Antonio Lombardo, del gruppo misto Facciamo ECO, hanno presentato alla Camera una interrogazione parlamentare che sollecita il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ad attivarsi per l’istituzione di una Zona di Restrizione alla Pesca (Fisheries Restricted Area, FRA) nel Canale di Otranto.
Nell’interrogazione si legge che «Le ultime valutazioni scientifiche indicano che le risorse marine dell’Adriatico sono in drammatico e costante declino a causa dell’eccessivo sforzo di pesca. Di fatti, l’Adriatico è il mare in cui lo sforzo di pesca è il più alto al mondo. Un’emergenza in linea con quanto accade negli altri mari del nostro Paese; secondo uno studio del 2018, richiamato in un articolo di La Nuova Ecologia di Legambiente, condotto da un team internazionale di ricerca che ha analizzato 22 miliardi di dati sull’attività mondiale di pesca, l’Italia si piazza infatti al quarto posto tra le flotte pescherecce che esercitano lo sforzo di pesca maggiore, calcolato in giorni a mare. A differenza di Cina, Spagna, Taiwan, Giappone e Sud Corea, Paesi che pescano estensivamente in tutti i mari del pianeta, la flotta italiana è invece essenzialmente concentrata nel Mediterraneo e, in particolare, proprio nell’Adriatico che, in proporzione alla sua grandezza, è il bacino più sfruttato al mondo. A confermarlo è un dato su tutti: di 47 specie ittiche di interesse economico, solo 6 non risultano sovrasfruttate; per contrastare questo impoverimento, nel 2017 la Commissione generale per la pesca del Mediterraneo (Cgpm) ha istituito una Zona di restrizione alla pesca (Fisheries Restricted Area, FRA) nella Fossa di Pomo, in centro Adriatico. Da allora si è registrata nella zona una ripresa sorprendente della biomassa di scampi e naselli, e il ritorno di specie vulnerabili come gli squali».
Muroni e Lombardo ricordano che «Nel 2018 è stata presentata alla Cgpm una proposta per l’istituzione di una seconda FRA, nelle acque internazionali del canale di Otranto (FRA di Otranto), a seguito di un processo di consultazione con le marinerie interessate che ha consentito di raggiungere l’accordo dei pescatori pugliesi attivi nell’area. La zona ospita importanti aree di nursery di specie commerciali come il gambero rosa, il nasello, lo scampo, il gambero rosso, il gattuccio boccanera e una varietà di habitat sensibili, che svolgono ruoli importanti per altre specie (rifugio dai predatori e dalle prede, cibo o ancoraggio per le uova anche di specie commerciali). Tra questi si trovano coralli bianchi (ad esempio Madrepora oculata) e spugne di acque profonde, pennatule come la Funiculina quadrangularis, gli ormai rari giardini di corallo bambù (Isidella elongata) considerati tra i più importanti di tutto il Mediterraneo centrale; l’esigenza di tutelare questa zona è stata ulteriormente espressa in un appello rivolto al Governo di 125 rappresentanti della comunità scientifica italiana. Nell’appello si chiede di sostenere l’istituzione di una riserva marina nel canale di Otranto, tra Italia e Albania. L’obiettivo è il recupero di stock ittici in grave sofferenza, la conservazione di ecosistemi marini vulnerabili e il ripopolamento dell’Adriatico; nonostante il recente piano multi-annuale per la gestione della pesca demersale in Adriatico della Cgpm abbia introdotto l’impegno per gli Stati costieri di promuovere nuove FRA entro il 2020, in linea con la dichiarazione di Malta “MedFish4Ever”, l’Italia, a oggi, non si è attivata per sostenere e promuovere l’istituzione della FRA di Otranto presso la Cgpm e l’Unione europea».
per questo i due deputati di Facciamo ECO chiedono a Patuanelli «Se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e, in caso affermativo, se intenda chiarire le cause che stanno impedendo l’istituzione della FRA di Otranto e se non intenda adottare iniziative di competenza urgentemente, rimuovendo tali impedimenti, in modo che l’Italia entro il 2021 possa rispettare gli impegni assunti nell’ambito della Commissione generale per la pesca del Mediterraneo (Cgpm) e contribuire così al risanamento delle risorse Adriatico e al futuro della pesca sostenibile».
Commentando l’interrogazione parlamentare, Federica Barbera, dell’Ufficio aree protette e biodiversità di Legambiente, ha detto: «Dobbiamo, quindi, invertite la rotta e fermare il sovra sfruttamento realizzando aree protette che tutelino non solo la l’ecosistema marino ma anche il futuro a lungo termine della pesca professionale, allineandoci così alle strategie nazionali e internazionali per fermare la perdita di biodiversità entro il 2030».
Domitilla Senni di MedReAct conclude: «Ci auguriamo che il ministro Patuanelli possa ascoltare l’appello di tanti scienziati rimuovendo il veto dell’Italia e sostenendo attivamente l’istituzione della FRA del Canale di Otranto, per promuovere il recupero di risorse sovrasfruttate, la tutela di specie sensibili e il futuro della pesca».