Com’è andato il biologico italiano durante la pandemia

Assocertbio: «Le prime proiezioni sul 2020 ci danno delle conferme, ma la crescita ormai da qualche anno mostra qualche preoccupante segnale di rallentamento»

[24 Giugno 2021]

Il mondo del biologico oggi festeggia un anniversario importante: esattamente 30 anni fa, il 24 giugno del 1991, il Consiglio delle comunità europee adottò per la prima volta il primo regolamento che disciplinava i prodotti agricoli biologici. Ma come se l’è cavata questo mondo durante la pandemia?

A rispondere è Assocertbio, l’associazione composta dai 10 enti che certificano il 95% degli operatori del settore biologico italiano, tratteggiando un quadro in chiaroscuro.

Nel 2020 il numero di operatori certificati – che tiene in considerazione produttori, preparatori e importatori – è cresciuto del +1,57% arrivando, secondo le stime di Assocertbio, a 81.913 unità; anche per quanto riguarda le superfici coltivate (Sau), si osserva una contenuta, ma presente, crescita del +0,80%, pari a 1.994.904 ettari.

Anche le prime stime relative ai primi 5 mesi del 2021, da gennaio a maggio, evidenziano una partenza con una crescita limitata, sebbene presente, così come era successo nello stesso periodo dell’anno scorso. Le stime di Assocertbio relative agli operatori certificati dagli Odc associati sembrano indicare infatti una crescita di +1.431 unità, (+1,84%), mentre sul fronte delle superfici la crescita è del +0,37%, pari a 6.968 ettari.

«Queste prime proiezioni sul 2020 ci danno sicuramente delle conferme, che assumono ancor più importanza se teniamo in considerazione le difficoltà che il settore agricolo italiano ha dovuto affrontare con il dirompente arrivo della pandemia – commenta il presidente Assocertbio, Riccardo Cozzo – Allo stesso tempo, però, è bene sottolineare come la crescita, ormai da qualche anno, continui a non essere più dinamica come in passato e a mostrare qualche preoccupante segnale di rallentamento».

Per Cozzo appare chiaro come la burocratizzazione presente in Italia ponga un freno alla crescita di tutto il comparto italiano e sia un ostacolo per gli operatori che soffrono un sistema che certo non li agevola: «Il biologico potrebbe procedere più speditamente considerando che la domanda da parte dei consumatori è sempre molto vivace e, anzi, abbia visto un’ulteriore spinta anche con l’arrivo della pandemia, perché in grado di rispondere perfettamente alle sempre maggiori richieste di cibo salubre e sicuro».

Come supportarlo, dunque? «L’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura biologica che inizia il suo iter definitivo alla commissione Agricoltura della Camera è fondamentale – conclude Cozzo – Il settore ha sempre più bisogno di ricerca e formazione e questa legge può consentire quell’accelerazione e spinta di cui ha urgente bisogno».