Arriva da qui il 64% delle polveri sottili e oltre il 17,7% delle emissioni di CO2
Legambiente e Kyoto club per la decarbonizzazione dei riscaldamenti in Italia
Escludere l’installazione di impianti a combustibili fossili dagli interventi detraibili con il superbonus del 110%
[30 Giugno 2021]
Secondo i dati Ispra il settore dei riscaldamenti, nel nostro Paese, è responsabile del 64% della quantità di polveri sottili e di oltre il 17,7% delle emissioni di CO2: per questo è fondamentale una profonda decarbonizzazione del comparto, in modo da unire al perseguimento degli obiettivi climatici importanti risparmi in bolletta per le famiglie.
Non a caso anche l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) afferma che nessuna nuova caldaia a combustibili fossili deve essere venduta a partire dal 2025 se il mondo vuole raggiungere le emissioni nette zero entro la metà di questo secolo.
Molti Paesi europei – tra i quali Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – hanno già stabilito una deadline al 2025 che preveda di vietare gli impianti inquinanti e l’obbligo di installare esclusivamente sistemi da fonti rinnovabili che non producano gas climalteranti.
Una strada che dovrebbe essere seguita anche dall’Italia, sostengono Kyoto Club e Legambiente con la campagna Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento degli edifici in Italia, a partire dall’esclusione immediata dell’installazione di impianti a combustibili fossili dagli interventi detraibili con il superbonus del 110%.
«Il 1° marzo del 2021 è stato introdotto il nuovo Regolamento europeo sull’etichettatura energetica, che utilizza solo la scala da A a G, anziché le classificazioni da A+++ a D. Questo nuovo sistema di classificazione si applica a diversi prodotti – tra cui frigoriferi, lavatrici e televisori – ma non alle caldaie, ancora troppo legate alle fonti inquinanti e al gas naturale. Recentemente anche la IEA si è espressa a favore della decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento, costruendo per la prima volta uno scenario volto a conseguire la neutralità climatica nei prossimi trent’anni», dichiarano Edoardo Zanchini e Francesco Ferrante, rispettivamente vicepresidente di Legambiente e Kyoto Club.
E concludono: «I tempi sono maturi affinché l’Unione estenda le normative sull’etichettatura energetica anche alle caldaie, così da far comprendere ai cittadini i vantaggi del passare dai combustibili fossili alle nuove tecnologie green, efficienti e pulite, e accelerare nella decarbonizzazione del settore come ammonito anche dalla Iea».
Si tratta di procedere con più decisione sulla scia di provvedimenti virtuosi già intrapresi: secondo l’associazione Ecos, le norme sull’ecodesign adottate nel 2013 dall’Unione, contribuiscono al taglio di 80 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Ma se rafforzate, queste politiche potrebbero portare a 30 Mt di emissioni di CO2 all’anno entro il 2030, a 90 Mt entro il 2040 e a 110 Mt entro il 2050. Ma per realizzare questo goal servirà armonizzare i limiti di emissione di NOx (ossidi di azoto) per le caldaie sopra i 400 kW con i regolamenti sulla progettazione ecocompatibile.