La lobby delle grandi imprese ha un accesso privilegiato al gruppo di lavoro “segreto” del Consiglio Ue

Come la lobby del business condiziona le scelte del Consiglio europeo e degli Stati membri dell’Ue

[9 Agosto 2021]

Una nuova ricerca del Corporate Europe Observatory (CEO) dimostra come, dietro le quinte, ci sia un “gruppo di lavoro” del Consiglio europeo che svolge un ruolo chiave nella preparazione delle posizioni che gli Stati membri assumono all’interno dello stesso Consiglio sulle proposte legislative e politiche dell’Ue, e che questo working party fornisce un accesso privilegiato alle imprese a scapito degli interessi generali.

Il rapporto CEO denuncia che «I lobbisti delle coprporation sono invitati attivamente e sistematicamente a tenere discorsi alle riunioni del Council Working Party on Competitiveness and Growth. I rappresentanti dell’industria hanno superato di 13 a 1  il numero i sindacati e di ONG che hanno partecipato a questi incontri nei 30 mesi analizzati in questa ricerca».

Il Consiglio europeo ha 150 di questi organi preparatori e sono stati spesso fortemente criticati dal Mediatore europeo, dagli eurodeputati e della società civile. CEO dice che «Operano dietro un velo di segretezza: mentre vengono pubblicati gli ordini del giorno delle riunioni, non vengono redatti verbali.

Il Working Party on Competitiveness and Growth è particolarmente interessante per la lobby del business perché si interessa di molti  temi caldi, tra cui il mercato unico dell’Ue, la strategia digitale e la “migliore regolamentazione”, il che spesso si è tradotto in una spinta a una derulegolation nell’Ue. CEO fa notare che «Le presentazioni dei lobbisti non sono pubblicate in modo proattivo dal Consiglio e alcuni invitati non fanno nemmeno parte del registro delle lobby dell’Ue. Nel luglio 2019 il Segretariato del Consiglio si è impegnato a emanare orientamenti sulla questione degli oratori esterni in tali riunioni, ma a distanza di due anni questo deve ancora avvenire».

La ricerca dimostra che «Mentre l’industria deteneva il 65% delle opportunità di oratori esterni, le voci alternative delle ONG e dei sindacati venivano raramente invitate con solo il 5% di posti per i loro oratori. I dati CEO coprono il periodo di settembre 2018 e febbraio 2021, quando si sono svolte 143 riunioni del Working Party on Competitiveness and Growth e dei suoi sottogrupp. Nel sottogruppo “Legiferare meglio”, che riguarda l’industria, il mercato interno e il turismo, ci sono stati 47 incontri (un terzo del totale) dove sono stati invitati relatori esterni (compagnie, associazioni di categoria, think tank ecc.). A questi 47 incontri hanno partecipato 80 relatori esterni (definiti come quelli provenienti da un’organizzazione al di fuori dell’architettura ufficiale dell’Ue), di questi  80 relatori: 52 o il 65% provenivano da associazioni di categoria/aziende/consulenze di settore;  2 o il 2,5% proveniva da ONG; il 2 o il 2,5% proveniva da sindacati; 8 o il 10% provenivano da think tank; e  governo/accademici/altri costituivano il restante 16 o il 20%.

In tutto, solo BusinessEurope ha partecipato a 7 riunioni, mentre nell’elenco dei partecipanti figurano anche DigitalEurope, European Chemical Industry Council (CEFIC), European Round Table for Industry e organizzazioni con stretti legami con Big Tech. Questi incontri offrono ai lobbisti l’opportunità di presentare la loro organizzazione e le sue richieste o opinioni, spesso in momenti molto opportuni. Ad esempio, nel marzo 2019, BusinessEurope si è rivolta al gruppo di lavoro proprio quando stava diventando chiaro che la proposta di Direttiva Ue sulla notifica dei servizi (molto controversa) non aveva abbastanza sostegno per essere trasformata in legge. I sostenitori della direttiva cercavano modi alternativi per introdurre poteri di controllo e applicazione sulle decisioni prese dalle autorità nazionali e dai consigli comunali su una vasta gamma di servizi, dall’assistenza all’infanzia all’energia e all’acqua. Una richiesta di BusinessEurope, presentata all’incontro, è stata implementata entro la fine dell’anno.

Il gruppo di lavoro è organizzato dalla presidenza del Consiglio Ue e la ricerca dimostra che «Durante le presidenze finlandese (2019) e croata (2020), il 75% degli oratori esterni invitati al gruppo di lavoro proveniva da una prospettiva aziendale. Per le presidenze rumena (2018) e tedesca (2020), le cifre erano rispettivamente del 72% e del 64%.

Vicky Cann, ricercatrice CEO, conclude: «Questo gruppo di lavoro del Consiglio fornisce un livello scioccante di accesso privilegiato alle grandi imprese per presentare le proprie richieste come lobby. A porte chiuse, con poca o nessuna trasparenza su ciò che viene detto e su chi lo dice, questo canale segreto lobbistico sicuramente apprezzato dalle lobby del settore. Questa è un’altra parte importante del puzzle di come le lobby aziendali influenzano il lavoro del Consiglio e degli Stati membri. Coloro che hanno interessi privati ​​e commerciali non dovrebbero essere favoriti con inviti speciali a presentare le loro richieste politiche ai funzionari degli Stati membri incaricati di sviluppare posizioni del Consiglio su argomenti importanti. Questo canale segreto per i lobbisti aziendali deve essere bloccato, urgentemente».