Haiti: danni incalcolabili mentre avanza lo spettro della fame per decine di migliaia di persone

Emergenza post-terremoto per i bambini: gravi danni alle scuole

[19 Agosto 2021]

A Haiti, continua a crescere il numero ufficiale delle vittime e la distruzione dopo il terremoto:  martedì i morti erano già quasi 2.200, i feriti più di 12.000 e i dispersi di cui si ha notizia sono 322.

L’United Nations office for coordination of humanitarian affairs (OCHA) ha detto che «Le autorità di protezione civile stanno sollecitando un’estrema vigilanza da parte delle persone colpite poiché la combinazione di forti piogge e possibili scosse di assestamento del terremoto potrebbe far crollare i muri e i tetti delle case danneggiate».

L’OCHA ha inviato ad Haiti un  team di 11 persone del Disaster Assessment and Coordination (UNDAC) e ha già preso atto che le prime valutazioni hanno rivelato danni peggiori di quanto si credeva e ha comunicato che «Le vittime continueranno probabilmente a salire man mano che continuano le operazioni di ricerca e soccorso».

Ieri, la Direction Générale de la Protection Civile di Haiti, ha comunicato che 137.000 famiglie sono state colpite nei dipartimenti Sud, Grand’Anse e Nippes. Circa 500.000 persone – il 40% della popolazione totale nei dipartimenti colpiti – hanno bisogno di assistenza umanitaria di emergenza. 52.953 case sono state distrutte e 77.006  hanno subito danni nei tre dipartimenti più colpiti, lasciando migliaia di senzatetto e creando un urgente bisogno di soluzioni di ricovero di emergenza.  Una prima rapida valutazione ha rilevato che 24 strutture sanitarie sono state colpite nei dipartimenti Sud, Nippes e Grand’Anse, 20 delle quali hanno subito danni infrastrutturali e 4 sono state distrutte. Il passaggio di Tropical Depression Grace ha avuto un impatto moderato su Haiti, provocando inondazioni a Jacmel, Les Cayes e Marigot, che hanno creato ulteriori rischi per la sicurezza delle abitazioni danneggiate e dei senzatetto lasciati dal sisma.

Insieme alla continuazione delle operazioni di ricerca e salvataggio, Per l’OCHA «Garantire l’accesso alle aree colpite è la priorità più grande». I team coordinati dall’OCHA sono già riusciti a salvare almeno 34 persone rimaste sotto le macerie.

Intanto, l’International Organization for Migration sta coordinando con le autorità haitiane  la risposta per i settori Shelter, Non-Food Items e Camp Management e ha già iniziato a fornire assistenza rapida e salvavita ai più vulnerabili.

Il direttore del World Food Programme (WFP) ad Haiti, Pierre Honnorat, ha detto che «Il WFp sta aiutando gli ospedali delle città duramente colpite di Les Cayes e Jérémie con forniture mediche: il passo successivo è fornire aiuto alimentare e pasti caldi ai pazienti e alle loro famiglie».

Grazie a USAID, il WFP dispone di 3.500 tonnellate di cibo in tutta Haiti per rispondere rapidamente ai disastri, comprese scorte di riso, fagioli e olio vegetale, che possono sfamare fino a 270.000 persone per un mese.

Honnorat ha detto che «I danni odierni sono piuttosto ingenti ma stiamo ancora valutando la situazione… le strade tra Les Cayes e Jérémie, le due città che con Anse à Veaux sono state le più colpite dal disastro, sono interrotte. Gli edifici pubblici, comprese le scuole, gli ospedali e le chiese, così come gli hotel, sono stati gravemente danneggiati, così come i ponti. Oltre ad essere un’emergenza sanitaria… c’è anche un problema logistico e di accesso».

Già prima del terremoto, quasi la metà della popolazione – 4,4 milioni di haitiani – aveva bisogno di assistenza alimentare immediata. Più di 1,2 milioni di loro soffrivano di fame grave. Le operazioni del WFP nel sud del paese avevano già pianificato di supportare 194.725 persone nei dipartimenti di Grand’Anse, Nippes e Sud nel 2021.

Ma in questa tragedia umanitaria ne emerge un’altra che potrebbe ave un forte impatto sul futuro della bambine e dei bambini di Haiti: a sole tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico, le valutazioni preliminari condotte dall’Unicef ​​e dalle autorità haitiane in uno dei tre dipartimenti più duramente colpiti negli ultimi giorni dal terremoto e dalla depressione tropicale di Grace, hanno rivelato «Significative distruzioni nelle scuole».

Dopo aver visitato una scuola danneggiata a Mazenod,  vicino a Les Cayes, insieme al ministro dell’Istruzione haitiano, Marie Lucie Joseph, il rappresentante dell’Unicef ad Haiti, Bruno Maes, ha sottolineato che «Sarà estremamente difficile per i genitori, gli insegnanti e il governo riportare i bambini a scuola sani e salvi in ​​sole tre settimane, quando le scuole riapriranno il 7 settembre- Ma è davvero essenziale per i bambini che hanno appena vissuto questa esperienza traumatica del terremoto e delle condizioni meteorologiche estreme, per ritrovare la normalità e la stabilità di essere in una classe con i loro amici e insegnanti».

Secondo l’Unicef, le prime stime dimostrano che «94 delle 255 scuole del Département du Sud sono state completamente distrutte o hanno subito danni parziali. Le valutazioni devono ancora aver luogo nei dipartimenti di Nippes e Grand’Anse, così come in altre comunità dove il danno non è stato ancora valutato».

Il nuovo terremoto e la tempesta Grace sono arrivati dopo  due anni in cui i bambini non sono potuti andare a scuola per diversi mesi a causa di problemi politici o di sicurezza e per a pandemia di Covid-19.

Maes è molto preoccupato: «I bambini di Haiti hanno bisogno di solidarietà e sostegno. Genitori e insegnanti che hanno perso tutto avranno bisogno di sostegno. E avremo bisogno di risorse per ricostruire alcune scuole, riabilitare altre, dotare classi d’ufficio, insegnanti e studenti di kit educativi e scolastici. Riportare i bambini in classe è forse il modo migliore per assicurarsi che possano riprendersi, insieme alle loro famiglie e comunità».

Anche se inondazioni e frane ostacolano le operazioni di salvataggio delle comunità nelle aree colpite, l’Unicef sta inviando urgentemente forniture salvavita, tra le quali medicinali, acqua pulita, attrezzature igienico-sanitarie e teloni per ricoprire i rifugi di fortuna.

L’Agenzia Onu per l’infanzia stima che «Saranno necessari 15 milioni di dollari per soddisfare i bisogni più urgenti di almeno 385.000 persone, inclusi 167.000 bambini sotto i 5 anni, per un periodo di otto settimane. Tuttavia, che questa richiesta di finanziamento iniziale sarà rivista e adeguata nelle prossime settimane man mano che l’impatto su bambini e famiglie diventerà più chiaro».