Le proposte delle aree protette per una lotta efficace agli incendi boschivi
La giunta di Federparchi in visita al parco Nazionale dell’Aspromonte dopo gli incendi
[1 Settembre 2021]
Il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente e della giunta esecutiva di Federparchi, accompagnati dal presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte Leo Autelitano, hanno visitato le zone maggiormente colpite dagli incendi di questi giorni.
Secondo Sammuri e Nicoletti si è trattato di «Una ricognizione necessaria per esprimere vicinanza e perché solo attraverso una presa visione diretta e fisica di quanto avvenuto, può comprendersi il dramma ambientale e umano provocato da queste azioni criminali».
Poi, durante una riunione operativa, Autelitano, Sammuri, Nicoletti e il vicepresidente del Parco Antonino Gioffrè hanno discusso «non solo delle imminenti necessità dovute alla devastazione subita, ma anche per immaginare nuovi ruoli e poteri dei Parchi nel contrasto agli incendi boschivi, nella prevenzione e recupero delle aree percorse dal fuoco, incorporando nei piani Aib dei Parchi la tematica dei cambiamenti climatici ormai non più procrastinabile».
Autelitano, dopo aver illustrato dettagliatamente il fronte di incendi che ha colpito l’area protetta, ha sottolineato il dramma ambientale, umano ed economico che ha colpito alcune comunità locali. «E’ essenziale avviare una interlocuzione con il Ministero competente affinché vengano affrontate alcune questioni prioritarie, affidando maggiori poteri e funzioni agli Enti Parco in caso di incendi, che non possono limitarsi ad una funzione passiva, ma devono poter avere l’autorità di agire per lo spegnimento e di intervenire nelle fasi successive».
Per Sammuri, «Nonostante i Parchi non abbiano competenze attive sull’Aib, spesso davanti a questi drammi vengono subito additati come i responsabili, catalizzando le polemiche. E’ successo erroneamente in passato e purtroppo succederà ancora. Per un sistema innovativo di contrasto agli incendi boschivi, porteremo all’attenzione del Ministero tre linee guide fondamentali su cui intervenire, richiedendo una pianificazione in cui i parchi diventino protagonisti e naturalmente le risorse per attuarle. Innanzitutto, serve una mappatura dell’emergenze vegetazionali che riguardi tutti i Parchi d’Italia per definire, area per area, la possibilità di maggiori interventi attorno a queste emergenze per contrastare la propagazione dei roghi. In secondo luogo, servono interventi migliorativi per il ripristino delle aree percorse dal fuoco, da applicare attraverso l’ausilio di nuovi studi e di metodologie moderne. Penso ad un piano integrato con l’inserimento di latifoglie ma anche la ricostituzione di zone aperte che un tempo erano destinate al pascolo e alla coltivazione, ma oggi hanno una valenza fondamentale per la tutela della biodiversità e la prevenzione dagli incendi. Sono temi centrali che molto presto sottoporremo al Governo e al Ministero per la Transizione ecologica».
Secondo Nicoletti, «Bisogna analizzare e rivedere alcuni ruoli fondamentali che devono essere assegnati ai Parchi nella prevenzione e contrasto agli incendi. Innanzitutto le aree protette devono essere protagonisti dei processi autorizzativi relativi al tagli boschivi nel proprio territorio. I parchi devono avere un ruolo di coordinamento, poiché non è possibile che le leggi regionali con contemplino ruoli attivi su quanto viene autorizzato in queste aree. Fondamentale anche un nuovo approccio sui piani di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici che sono anche il primo fattore di perdita di biodiversità. I Parchi devono attuare dei Piani di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, inserendoli nei loro piani AIB, questa è l’unica strada per ridurre la violenza dei roghi, fronteggiarli tutelando patrimonio boschivo e naturalistico. I parchi non devono subire i roghi, e per farlo devono agire di più sulla prevenzione. Altra programmazione fondamentale è una quella di sviluppare e programmare una nuova capacità di gestire il patrimonio forestale, attraverso un impegno che guardi alla gestione forestale sostenibile, alla formazione e l’utilizzo virtuoso di tecniche moderne, agli esempi di prevenzione che esistono e che possono essere replicati anche in territori maggiormente esposti come quelli dell’area mediterranea. In ultimo risulta indispensabile il rispetto e l’attuazione della Legge 353/2000, le cui regole devono essere rafforzate anche con ruoli nuovi a favore dei Parchi, visto che la legge non è pienamente applicata. Mancanza di prevenzione, cambiamenti climatici e la mano criminale degli incendiari, costituiscono gli “inneschi” devastanti contro i quali bisogna programmare nuove forme di azioni volte a salvaguardare il patrimonio naturalistico delle aree protette».