I leader globali e la COP26: l’emergenza climatica richiede di passare all’adattamento
Global Centre on Adaptation: alla COP26 adattamento su un piano di parità con gli sforzi per ridurre le emissioni
[7 Settembre 2021]
Il recente rapporto dell’IPCC ha avvertito che un forte peggioramento degli impatti climatici sta arrivando un decennio prima del previsto, con cambiamenti senza precedenti e alcuni irreversibili, e ha evidenziato che la portata di alcuni impatti, come gli ondate di caldo estremo, raddoppieranno nel prossimo decennio, richiedendo un’accelerazione e investimenti senza precedenti nell’adattamento e nella resilienza per contrastare la crescente emergenza climatica.
A meno di 100 giorni dalla 26esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate C<cange (COP26 Unfccc), i più di 50 leader globali riuniti ieri a Rotterdam dal Global Centre on Adaptation (GCA) per l’High Level Dialogue: “An Adaptation Acceleration Imperative for COP26” hanno detto che «Il successo della COP26 sarà determinato dal fatto che, per la prima volta, l’adattamento climatico sarà elevato a pari priorità con la mitigazione delle emissioni di carbonio». Aprendo i lavori del meeting, il primo ministro olandese Mark Rutte, ha osservato che: «Il momento di andare avanti sull’adattamento è adesso. In vista della COP26, dobbiamo tradurre le nostre ambizioni in un’azione decisa, pianificazione, finanziamento e attuazione».
Nel suo discorso di apertura Il CEO del GCA, Patrick Verkooijen, ha ricordato che «Ora viviamo nell’occhio del ciclone: anche se affrontiamo un pandemia globale, adattare il mondo alla nostra emergenza climatica è essenziale per la nostra sicurezza. D’ora in poi, combatteremo una battaglia su due fronti: dobbiamo lottare per ridurre le emissioni investendo lo stesso livello di energia per adattarci a un’emergenza climatica globale. Sono già in gioco milioni di vite e la sicurezza delle comunità di tutto il mondo».
Il Dialogo si è concluso con l’adozione del comunicato congiunto “The adaptation acceleration imperative for Cop26” alla presenza dei co-organizzatori del Dialogo: l’ex 8° segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon (presidente del GCA) , amministratore delegato del Centro globale sull’adattamento, la direttrice operativa del Fondo monetario internazionale (FMI) Kristalina Georgieva e l’High-Level Climate Champion on Private Sector for COP26, Feike Sijbesma.
Ban Ki-moon ha sottolineato che «Dovremmo essere molto chiari sul fatto che non ci sono problemi con l’accordo di Parigi stesso. Era esattamente la struttura di cui avevamo bisogno, se solo fosse stata all’altezza. Quello che dobbiamo fare è ricostruire la fiducia per lavorare insieme all’interno del regime di Parigi. I paesi sono pronti per nuove ambizioni sull’adattamento e sono anche pronti per finanziamenti molto più elevati per l’adattamento. Per questo, le soluzioni già esistenti devono essere condivise e messe in atto. L’Africa Adaptation Acceleration Program (AAAP), creato da GCA in collaborazione con la Banca africana di sviluppo e sostenuto dall’Unione africana, funge da modello per l’ambizione e l’approccio che devono essere implementati in tutte le regioni del mondo».
Il presidente della Repubblica democratica del Congo e presidente dell’Unione africana, Felix-Antoine Tshisekedi, ha fatto notare che «Al culmine della pandemia del coronavirus, c’era una volontà politica collettiva, da parte di tutti i Paesi, di affrontare la crisi. I Paesi hanno sviluppato pacchetti di stimolo, per i quali sono stati mobilitati oltre 20 trilioni di dollari. Se dimostriamo lo stesso impegno, la stessa volontà politica, possiamo anche raccogliere i 100 miliardi di dollari all’anno promessi alla COP15 nel 2009, e riproposti alla COP21 di Parigi nel 2015, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a combattere il cambiamento climatico. Questo avrebbe dovuto iniziare l’anno scorso. In vista della COP26, non vedo l’ora di vedere sul tavolo 200 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo. Senza di questo, i Paesi in via di sviluppo poveri non possono combattere la battaglia contro il cambiamento climatico. L’Africa Adaptation Acceleration Program, guidato dal Global Center on Adaptation e dalla African Development Bank, è un meccanismo essenziale per fare buon uso dei 100 miliardi di dollari all’anno che dovranno arrivare al mondo in via di sviluppo. Sotto gli auspici dell’Unione Africana, presiederò un Leaders Event per gli amici dell’adattamento dell’Africa durante la COP26. L’evento, organizzato congiuntamente dall’Unione africana, dalla GCA e dalla Banca africana di sviluppo, catalizzerà l’accelerazione dell’azione, del finanziamento e della partnership necessari per ottenere un cambiamento trasformativo nell’adattamento sul terreno in Africa».
Durante il Dialogo a porte chiuse, i leader mondiali presenti hanno confermato gli imperativi per la COP26: Ambizione: l’ambizione per l’adattamento deve essere pienamente allineata con la scienza e le realtà dell’emergenza climatica e deve essere costantemente aumentata di anno in anno in un percorso che può stabilire la COP26. Finanza: consegna chiara dei100 miliardi di dollari annuali concordati dall’Onu con la quale i flussi finanziari per l’adattamento devono essere alla pari con i flussi finanziari per la mitigazione e l’utilizzo delle risorse per il recupero della pandemia per il massimo beneficio climatico, inclusa la considerazione di una canalizzazione parziale dei 650 miliardi di dollari appena stanziati in Special Drawing Rights dall’FMI. Partership: stringere i partenariati necessari per fornire e integrare un’audace azione di adattamento climatico nel prossimo decennio, mentre i Paesi continuano ad affrontare la crescente emergenza climatica basandosi sugli esempi di GCA, African Development Bank e Africa Adaptation Acceleration Program dell’Unione Africana.
La Georgieva, che ha presieduto l’incontro, ha parlato di come la finanza sia parte integrante dell’ambizione di adattamento: «L’accelerazione dell’azione per il clima nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo richiede che la comunità internazionale continui a mantenere l’impegno di 100 miliardi di dollari fatto a Parigi, e anche di più. Nell’ambito di questi sforzi e in seguito allo stanziamento storico da parte dell’FMI di 650 miliardi di dollari di Special Drawing Rights [SDR], di cui circa 275 miliardi di dollari ai Paesi a basso e medio reddito, stiamo discutendo con i nostri membri la possibilità di incanalare alcuni di questi diritti speciali di prelievo nella creazione di un nuovo Resilience and Sustainability Trust. Questo Trust potrebbe aiutare i Paesi vulnerabili a intraprendere le necessarie riforme trasformative per affrontare il clima e altre sfide strutturali».
Secondo la vicesegretaria generale dell’Onu Amina Mohammed, «L’intero pianeta sta attraversando una stagione di incendi e inondazioni che colpisce principalmente le popolazioni fragili e vulnerabili sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri. I Paesi e le popolazioni di tutto il mondo, in particolare quelli più vulnerabili e meno responsabili della crisi climatica, subiranno conseguenze ancora più devastanti. Gli effetti si ripercuoteranno su economie, comunità ed ecosistemi, cancellando i progressi in termini di sviluppo, aggravando la povertà, aumentando la migrazione e esacerbando le tensioni. Con passi audaci e decisivi verso un’economia globale net zero entro il 2050, il mondo potrebbe ancora limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi. Agire ora è una questione di giustizia climatica. E noi abbiamo le soluzioni. Dobbiamo investire massicciamente su larga scala nell’adattamento e nella resilienza. Questo è assolutamente fondamentale per coloro che sono in prima linea nella crisi climatica. Tuttavia, solo il 21% dei finanziamenti per il clima è destinato agli sforzi di adattamento. Dei 70 miliardi di dollari di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno ora per adattarsi, ne viene fornita solo una frazione. I costi di adattamento per il mondo in via di sviluppo potrebbero raggiungere fino a 300 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Oltre ad essere un imperativo morale, esiste anche un chiaro motivo economico per i primi investimenti nell’adattamento e nella costruzione della resilienza: le vite saranno salvate e i mezzi di sussistenza protetti. Questo è il motivo per cui il Segretario generale ha invitato i donatori e le banche multilaterali di sviluppo a destinare il 50% cento del totale dei finanziamenti pubblici per il clima all’adattamento e alla resilienza. Tuttavia, i Paesi che hanno bisogno di questo sostegno continuano ad affrontare gravi sfide per accedere ai finanziamenti per il clima. E’ importante semplificare le regole e facilitare l’accesso per i paesi meno sviluppati (LDC), i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e altre nazioni vulnerabili. Dobbiamo anche accelerare lo sviluppo di iniziative come l’Africa Adaptation Acceleration Program, sviluppato congiuntamente tra il Global Center on Adaptation e l’African Development Bank, che hanno il potenziale per fornire risultati rapidi e trasformativi che proteggono vite e mezzi di sussistenza. Il programma stimolerà le azioni di resilienza climatica per affrontare gli impatti di Covid-19, i cambiamenti climatici e l’economia. Accolgo con favore questo sostegno tanto necessario per la gente dell’Africa. Abbiamo un imperativo morale per colmare questo gap. Vi invito ad agire con coraggio ora per le persone e il pianeta, prima che sia troppo tardi. Dobbiamo rispondere alla crisi climatica con la solidarietà. L’adattamento non può più essere la metà trascurata dell’equazione climatica».
Facendo eco alle osservazioni della Mohammed, il presidente dell’African Development Bank Group, Akinwumi Adesina, ha sottolineato che «La quota dei finanziamenti per l’adattamento della Banca africana di sviluppo è aumentata dal 49% nel 2018 al 55% nel 2019 e al 63% nel 2020. Siamo sulla buona strada per mobilitare l’obiettivo di 25 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2025 per sostenere gli investimenti che affrontano il cambiamento climatico e promuovono la crescita verde. Insieme, attraverso l’Africa Adaptation Acceleration Program, l’African Development Bank e il Global Center on Adaptation mobiliteranno altri 12,5 miliardi di dollari per galvanizzare e aumentare le azioni climaticamente resilienti attraverso soluzioni innovative comprovate che affrontino la pandemia di Covid-19, i cambiamenti climatici, e l’economia. L’emissione di 650 miliardi di dollari degli Special Drawing Rights da parte dell’FMI rappresenta un’opportunità unica per fornire anche alcune risorse SDR alle Banche multilaterali di sviluppo. Le banche multilaterali di sviluppo possono sfruttare in modo significativo questi SDR più volte e utilizzare la loro conoscenza a livello di settore e la vasta esperienza sulle operazioni basate sulle politiche per aiutare i Paesi a mettere in atto politiche che guidino l’adattamento climatico e la resilienza. Questo integrerà il ruolo dell’FMI poiché utilizza i SDR per la stabilità macroeconomica».
La direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, Ngozi Okonjo-Iweala, ha evidenziato il ruolo chiave del commercio nel facilitare l’adattamento climatico: «Il commercio internazionale e le catene di approvvigionamento devono essere parte integrante dei nostri sforzi per costruire la resilienza climatica. Integrare il commercio nelle strategie di adattamento climatico ridurrà il costo dell’adattamento, garantendo al contempo che i Paesi possano continuare a utilizzare il commercio come motore di sviluppo e riduzione della povertà».
In vista della COP26 di Glasgow, Anne-Marie Trevelyan, ministro al business, energia e crescita pulita del Regno Unito, ha ricordato che «Ora, è il momento per tutti noi di riunirci e concentrarci sulla realizzazione di una COP storica che stabilisca la traiettoria per il prossimo cruciale decennio e gli strumenti che ci aiuteranno tutti a mantenere i nostri impegni. L’adattamento e la resilienza devono stare in quel futuro [….] Il Global Center on Adaptation continua ad essere in prima linea nello sviluppo di quelle soluzioni che riuniscono le migliori menti e i leader climatici per attuarle e rendere rapido l’accesso ai finanziamenti sarà fondamentale per l’attuazione e per consentire la resilienza contro questi shock climatici».
Anche secondo il ministro dell’ambiente della Cina, Huang Runqiu, «Dobbiamo aumentare l’importanza dell’adattamento fino ad essere allo stesso livello della mitigazione, attuare attivamente misure di adattamento, lavorare insieme e aiutarci a vicenda e ridurre in modo collaborativo gli impatti negativi dei cambiamenti climatici sulla società umana».
Concludendo, il co-presidente della GCA Sijbesma ha ribadito che «L’adattamento è affare di tutti. Dobbiamo pensare a come possiamo integrare meglio le imprese nei nostri sforzi di adattamento e costruzione della resilienza e, allo stesso tempo, incoraggiare un ruolo costruttivo per il settore privato nel sostenere gli sforzi di adattamento da parte di governi e attori non governativi».