Siglata intesa commerciale con la multinazionale britannica Johnson Matthey

Metanolo da rifiuti, l’italiana NextChem punta a sviluppare la tecnologia a livello globale

Folgiero: «Il metanolo circolare può essere utilizzato per carburanti a basse emissioni e come prodotto più sostenibile per l’industria chimica. C’è una prospettiva di mercato ampia e promettente per evitare il consumo di risorse naturali»

[7 Settembre 2021]

Cittadini e imprese generano ogni anno in Italia 184 milioni di tonnellate di rifiuti, tra urbani e speciali, che in larga parte non sappiamo come gestire: solo nel 2019 l’export di rifiuti speciali ha segnato +13,4% – composto per il 64% da “rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti”, dunque in larga parte scarti dell’economia circolare –, mentre il 21% degli urbani finisce ancora in discarica.

Impianti che potrebbero gestire queste frazioni, come i termovalorizzatori, non vengono realizzati a causa di complessità burocratiche e di opposizioni Nimby sui territori, ma lo sviluppo tecnologico permette ora di esplorare soluzioni più sostenibili come il riciclo chimico. In cui l’industria italiana sta giocando un ruolo di primo piano.

MyRechemical, la controllata di NextChem (gruppo Maire Tecnimont) dedicata alle tecnologie waste-to-chemical, ha infatti siglato un accordo con la multinazionale britannica Johnson Matthey (JM) per sviluppare commercialmente la tecnologia “waste-to-methanol” a livello mondiale.

Come spiegano da NextChem, tecnologia waste-to-methanol è basata sulla conversione chimica di rifiuti non riciclabili, che altrimenti verrebbero smaltiti in discarica o avviati all’incenerimento, in un gas di sintesi, da cui si ottiene il metanolo; attraverso la conversione chimica di rifiuti non riciclabili – urbani e speciali, prevalentemente plastica e rifiuto secco – l’idrogeno e l’ossido di carbonio in essi contenuti possono essere utilizzati per produrre prodotti chimici più sostenibili.

«Il metanolo circolare ottenuto dalla tecnologia su cui si basa la partnership con JM – spiega l’ad di NextChem e Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero – può essere utilizzato per carburanti più performanti e a basse emissioni per la mobilità sostenibile, come per esempio nel settore navale, e come prodotto più sostenibile per l’industria chimica. C’è una prospettiva di mercato ampia e promettente per questo prodotto, che può spingere l’industria verso un uso di feedstock più sostenibili che evitano il consumo di risorse naturali. Questa tecnologia, già cantierabile, dà una risposta concreta a questi bisogni».

Più nel dettaglio, il metanolo ottenuto da questo processo può essere utilizzato come intermedio per gli additivi low carbon nelle miscele delle benzine e del diesel, sostituendo il componente a base fossile con quello derivante dal riciclo; inoltre, può essere utilizzato come materia prima nell’industria chimica, delle costruzioni e delle plastiche. Infine, garantisce un’impronta carbonica inferiore, a dimostrazione della sostenibilità di questa tecnologia. Il metanolo è un importante intermedio usato in molti prodotti che sono utilizzati nella vita di tutti i giorni, come le resine, le plastiche, isolanti e fibre. Può essere utilizzato come carburante nel settore dei trasporti e può essere un potenziale abilitatore della decarbonizzazione.

L’accordo riguarda la tecnologia già collaudata di JM syngas-to-methanol, che trasforma il gas di sintesi utilizzando un processo chimico catalitico affidabile per sviluppare nuovi impianti waste-to-methanol; MyRechemical integrerà la tecnologia syngas-to-methanol di JM nel processo waste-to-chemical con l’obiettivo di commercializzare la tecnologia waste-to-methanol in tutto il mondo.

«Aver unito le forze con MyRechemical per sviluppare tecnologie innovative e sostenibili dimostra il nostro impegno ad affiancare le industrie energetiche e chimiche nella gestione della transizione verso la decarbonizzazione. Feedstock alternativi come i rifiuti urbani giocheranno un ruolo chiave per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni», commenta il direttore generale di JM, John Gordon.

L. A.