La triplice crisi planetaria e la ripresa verde viste dai ministri dell’ambiente africani
Biodiversità, clima e Covid-19: posizione comune dell’Africa per chiedere il rispetto degli impegni internazionali
[20 Settembre 2021]
La 18esima sessione dell’African Ministerial Conference on the Environment (AMCEN), che ha riunito 54 ministri dell’ambiente africani, ha deciso di «Intensificare la risposta del continente per accelerare il programma di ripresa verde e sostenibile per affrontare il triplice crisi del cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento».
In una dichiarazione congiunta, i rappresentanti dei governi africani hanno riaffermato il loro impegno e i loro sforzi per «Riprendersi dagli impatti della pandemia di Covid-19 dando priorità a misure di ripresa verdi e sostenibili che possono offrire vantaggi reciproci per la resilienza sociale, economica e ambientale».
Il nuovo presidente di turno dell’AMCEN, il ministro dell’ambiente del Senegal Abdou Karim Sall, ha evidenziato che «E’ nell’interesse dell’Africa e nell’interesse del nostro popolo che alle questioni ambientali venga data l’attenzione che meritano, soprattutto in considerazione degli impatti del Covid-19. Non è solo un’opportunità, ma un obbligo, che noi ministri africani responsabili dell’ambiente ci assumiamo la responsabilità di garantire che vengano forniti i mezzi necessari per tradurre gli obiettivi dell’AMCEN in azioni urgenti».
I ministri dell’ambiente africani si sono impegnati a «Garantire un approccio multilaterale efficace per affrontare il cambiamento climatico attraverso l’United Nations framework convention on climate change (Unfccc), il protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi » e hanno ribadito il loro impegno a garantire la loro attuazione in linea con i principi della Convenzione, sottolineando nel contempo «La necessità dell’accesso equo allo sviluppo sostenibile, all’eliminazione della povertà e al riconoscimento delle esigenze specifiche dei Paesi africani.
Alla conferenza ad alto livello “Securing people’s well-being and sustainability in Africa”, i ministri dell’ambiente hanno chiesto «Una ripresa incentrata sulle persone che acceleri la creazione di posti di lavoro e il miglioramento dei mezzi di sussistenza» e hanno ricordato che «Il continente ha subito gravi ripercussioni sociali ed economiche dalla pandemia di Covid-19. Qusto ha avuto ripercussioni sui mercati, già molto volatili, facendo contrarre il PIL del continente fino al 3,4% con una perdita stimata tra i 173,1 miliardi di dollari e i 236,7 miliardi di dollari per gli anni 2020-2021. La pandemia ha ostacolato la capacità dei Paesi africani di rispondere alle crisi del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, che stanno già avendo un grave impatto in molte parti del continente».
Per accelerare un piano di ripresa verde e sostenibile per l’Africa, è stata lanciata ufficialmente la piattaforma online per l’African Green Stimulus Program (AGSP) che offre un gateway completo per governi, partner di sviluppo, comunità e stakeholders per accedere a informazioni e conoscenze sull’AGSP adottato di recente.
Secondo la direttrice esecutiva dell’United Nations environment programme, Inger Andersen, «L’African Green Stimulus Program è un passo fondamentale per sfruttare questa opportunità. Il programma pigia tutti i tasti giusti: azione per il clima, qualità dell’aria, ripristino del territorio, biodiversità, blue economy, città verdi e così via. Integrerà il Green Recovery Action Plan dell’Unione Africana, consentendo a Paesi e regioni di intraprendere azioni più audaci integrando le considerazioni ambientali nei loro piani e programmi. E si baserà sulle azioni di ripresa già in atto».
La Nigeria ha stanziato 620 milioni di dollari per le energie rinnovabili, una politica che creerà 250.000 posti di lavoro e che entro il 2023 fornirà energia solare a 5 milioni di famiglie. Il Senegal ha stanziato 100 milioni di dollari per un programma di sviluppo delle infrastrutture rurali che amplierà l’idroelettrico agricolo. Il Kenya ha stanziato 60 milioni di dollari per migliorare l’ambiente, l’acqua e le strutture igienico-sanitarie.
Anche l’African Development Bank e il Global Center on Adaptation stanno implementando l’Africa Adaptation Acceleration attraverso un approccio che affronta insieme Covid-19, i cambiamenti climatici e crisi economica. Un’azione che comprende lo stanziamento di 25 miliardi di dollari per leattività di adattamento. La Banca Mondiale ha lanciato una strategia multimiliardaria per il cambiamento climatico in Africa per dare il via alla crescita verde.
Per la Andersen, «Tutti questi sono sviluppi positivi. Ma la ripresa verde non è neanche lontanamente vicina al livello necessaria per affrontare la crescente triplice crisi planetaria. Abbiamo preso atto del fatto che le nazioni africane hanno già speso oltre 1 miliardo di dollari per la ripresa verde. Questo rappresenta il 4,6% della spesa totale per la ripresa verde globale. E’ quindi necessario che arrivino più risorse. Secondo l’United Nations Economic Commission for Africa, per riprendersi dalla pandemia, l’Africa deve colmare un deficit di finanziamento di circa 425 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Una domanda chiave a cui rispondere, tuttavia, è dove trovare i soldi? Finora, la solidarietà promessa dalle nazioni più ricche non si è materializzata. Anche prima che colpisse il Covid-19, le nazioni sviluppate non mantenevano le promesse fatte nell’Accordo di Parigi di fornire finanziamenti adeguati per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Mentre manterremo alta la pressione affinché i Paesi rispettino i loro impegni di Parigi, parallelamente, dobbiamo trovare modi nuovi e innovativi per fornire i finanziamenti richiesti. E, come sottolineato nel programma di stimolo, l’Africa stessa deve assumersi la responsabilità diretta e urgente nella mobilitazione dei finanziamenti. Il piano di stimolo delinea molte strade da esplorare. Finanziamento nazionale con standard normativi per creare un ambiente favorevole per la green economy. Finanziamento bilaterale diretto e dei partner per lo sviluppo. Meccanismi di finanziamento multilaterali. Strumenti di mercato internazionali, inclusi green bond e SDG bond. Queste sono solo alcuni dei percorsi nei quali le quali nazioni africane stanno diventando sempre più creative nel mobilitare nuove e ulteriori fonti finanziarie per la ripresa verde. Noi dell’Unep siamo pronti a sostenerle».
Il summit ministeriale era stato preceduto il 10 settembre da un incontro dell’African Major Groups and Stakeholders con la partecipazione di organizzazioni accreditate all’Unep e la loro dichiarazione è stata presentata ai ministri dal rappresentante regionale del gruppo, il marocchino Ayman Cherkaoui, che ha detto: «Elogiamo l’AMCEN per il suo ruolo nel fornire orientamenti strategici e politici per la creazione dell’ African Green Stimulus Programme. Chiediamo l’inclusione significativa dell’African Major Groups and Stakeholders nel comitato di coordinamento dell’Africa Green Stimulus Programme».
I ministri dell’ambiente africani hanno concordato una posizione regionale comune per la prossima Conferenza delle parti della Convention on Biological Diversity (COP15 CBD) e della Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP26 Unfccc) e hanno esortato gli Stati membri africani a partecipare attivamente e rappresentare la regione alla quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA 5.2) che si terrà a Nairobi dal 28 febbraio al 2 marzo 2022.
In occasione della commemorazione del 50esimo anniversario dell’Unep, nel 2022, i ministri hanno deciso di «Impegnarsi in attività a livello nazionale, regionale e globale per creare consapevolezza per azioni future più ambiziose per proteggere la natura e combattere l’inquinamento, il degrado del suolo e il cambiamento climatico».