Il Tar sospende con effetto immediato l’apertura della caccia in Lombardia

Accolto il ricorso della Lega Abolizione Caccia: «Quando finiranno i giochi di prestigio “fuorilegge” della Regione?»

[22 Settembre 2021]

Con un decreto cautelare, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha sospeso, con effetto immediato, qualsiasi attività venatoria fino al 7 ottobre. Una decisione che accoglie il ricorso presentato dalla Lega Abolizione Caccia (LAC) con questa motivazione: «In relazione alla natura delle censure dedotte sul piano procedimentale e sostanziale rispetto al parere di ISPRA – ad eccezione di Moriglione e di Combattente – in termini di violazione dei principi generali in materia, appare prevalente l’interesse pubblico generale – ma anche dei cacciatori più avveduti — alla conservazione ed al mantenimento della fauna selvatica».

La LAC Lombardia esulta e ricorda che «C’è chi è capace di tutto pur di cercare di conservare un bacino elettorale che si sta sciogliendo come i ghiacciai. Ogni anno la Regione Lombardia prova a distribuire un po’ di neve venatoria fingendo di sperare che si consolidi, mentre sa benissimo che è destinata a evaporare nelle aule giudiziarie. Milano regala provvedimenti “pronta caccia” a poche ore dall’apertura della stagione (in cosiddetto calendario integrativo regionale è stato pubblicato 1 giorno prima utile dell’apertura generale della caccia), moltiplicando le specie e ampliando la mobilità delle doppiette con la piena consapevolezza del fatto che i favori illegali saranno impugnati dalle associazioni ambientaliste: lo fa, appunto, per tenersi stretti i cacciatori speranzosi, e solo questi ultimi sembrano non accorgersi di essere presi per i fondelli da decenni. Questa è ancora una volta la cifra della stagione di caccia che si è appena aperta. La Regione l’ha varata approvando un calendario riduttivo pieno di regali rappresentati dalla possibilità di sparare a specie minacciate e di cui l’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale) raccomanda la tutela da tempo, sapendo che naturalmente che la LAC ricorrerà per proteggere le specie, e presentando il suo piano di sterminio solo due giorni prima dell’apertura: la mossa sarebbe servita naturalmente per metterlo al riparo da da impugnazioni troppo rapide e deludenti per i cacciatori in attesa. Non è stato così».

Dopo aver ringraziato l’avvocato Claudio Linzola del foro di Milano che con il suo ricorso ha consentito di raggiungere questo deflagrante risultato, la LAC Lombardia dice di aver «fermato l’ennesimo tentativo di un saccheggio infinito della biodiversità che per qualcuno è irrilevante» e conclude: «Cambia tragicamente il clima, cambia la sensibilità delle persone. Ciò che non sembra cambiare mai è una certa politica trasversale a quasi tutte le forze politiche che continua a sostenere pratiche insostenibili. Quando finiranno i giochi di prestigio “fuorilegge” della Regione e la rapina di una fauna selvatica sempre più impoverita?»