Rapporto Asvis: l’Italia si allontana dagli Obiettivi Onu

In alcuni casi, la situazione è peggiorata rispetto al 2019. Al via il Festival dello Sviluppo sostenibile

[28 Settembre 2021]

Secondo “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, il sesto Rapporto annuale dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis),  presentato oggi a Roma in accasione dell’avvio del Festival dello sviluppo sostenibile che si concluderà il 14 ottobre, «L’Italia è in ritardo, molti degli Obiettivi (o Goal) fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite appaiono ancora più lontani da raggiungere di quanto non lo fossero lo scorso anno».

Quello di Asvis è un rapporto frutto del lavoro di oltre 800 esperti che accende alcune luci di speranza ma non ignora le tante ombre che purtroppo appaiono preponderanti: «Le scelte che facciamo oggi – si legge nella premessa al Rapporto – possono garantire un futuro realmente sostenibile delle nostre società, ma il tempo a disposizione per invertire la rotta appare purtroppo sempre più ristretto».

La co-presidente dell’Asvis, Marcella Mallen, ha sottolineato che «Le voci delle decine di migliaia di giovani che ormai da tempo riempiono le piazze nel nostro Paese e nel mondo, non devono restare inascoltate». E l’altro presidente, Pierluigi Stefanini, ha aggiunto: «L’importante discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi all’Assemblea delle Nazioni Unite, dimostra la consapevolezza nel Governo della gravità della situazione e delinea le azioni da compiere per uscirne. Contiamo che dalle parole si passi il più presto possibile ai fatti».

Nel Rapporto, che ha utilizzato  indicatori elaborati dall’Alleanza derivanti, per la quasi totalità, dalla Statistica ufficiale, emerge che «Come nel 2020 la situazione dell’Italia rispetto ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sia complessivamente peggiorata rispetto al 2019. Nel dettaglio, la situazione è migliorata rispetto a 3 obiettivi (energia, cambiamento climatico, pace e giustizia), è rimasta stabile per altri 3 (fame, acqua, innovazione) ma è peggiorata per ben 9 di questi obiettivi (povertà, salute, istruzione, parità di genere, occupazione, disuguaglianze, città, biodiversità terrestre, cooperazione). Per i restanti 2 (produzione e consumo responsabile e biodiversità marina) non è stato possibile misurare l’andamento».

All’Asvis fanno notare che «Se poi guardiamo come, complessivamente, si è mossa l’Italia nel decennio trascorso, risulta che per 5 obiettivi ha guadagnato terreno (salute, parità di genere, energia, innovazione, cambiamento climatico), per 5 è rimasta stabile (fame, istruzione, disuguaglianze, città, pace e giustizia) e per 5 è peggiorata (povertà, acqua, occupazione, biodiversità terrestre, cooperazione). Per i rimanenti 2  obiettivi, anche in questo caso, è stato impossibile calcolare l’andamento».

Per quanto riguarda il futuro, nel rapporto si legge che «Sulla base delle tendenze, su 32 target quantitativi, in gran parte definiti dalla Ue, se sarà confermato l’andamento registrato, l’Italia potrebbe riuscire a centrare o ad avvicinarsi solo a 7, tra questi: le coltivazioni biologiche, consumi di energia e tasso di riciclaggio dei rifiuti. Negative o decisamente negative appaiono le tendenze su ben 15 target quantitativi, tra questi: povertà o esclusione sociale, parità di genere nell’occupazione, emissioni di gas serra, qualità dell’aria».

Oltre a fornire analisi aggiornate il Rapporto contiene anche proposte per avanzare il nostro Paese verso un sentiero di sviluppo sostenibile che sono state illustrate da Stefanini.

In particolare, diverse iniziative hanno carattere trasversale, e non si richiamano esclusivamente a un SDG, come inserire in Costituzione il Principio di sviluppo sostenibile, basato sul Principio di giustizia intergenerazionale. Attualmente una modifica in tal senso, intervenendo sugli articoli 9 e 41, è in esame nel Parlamento: la sua approvazione entro la legislatura in corso sarebbe un passo nella direzione giusta

Tra le proposte trasversali spiccano quella di “definire con chiarezza la responsabilità della Presidenza del Consiglio nel sovraintendere all’attuazione complessiva dell’Agenda 2030 in Italia”, e di  “aggiornare la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), in coerenza con le proposte formulate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con il Programma Nazionale di Riforma (PNR)”.

Stefanini conclude: «In aggiunta alle proposte trasversali, nel Rapporto sono illustrate numerose proposte di intervento per ciascuno dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, riflettendo la stessa presentazione usata nell’analisi della normativa. Queste proposte riflettono il lavoro dei Gruppi di Lavoro dell’Alleanza e sono mirate a conseguire i singoli Target che compongono ciascun Obiettivo. Le proposte sono complementari e dovrebbero essere adottate in un’ottica integrata, come mostrato per le politiche dell’UE: solo in questo modo il Paese progredirà veramente verso il traguardo disegnato dall’Agenda 2030».