Orsi. Il TAR di Trento dà ragione a ambientalisti e animalisti
Le associazioni: sentenza storica che apre la strada alla riconsiderazione delle politiche di rimozione pregiudiziale
[29 Settembre 2021]
Con la sentenza pubblicata oggi dal TAR di Trento Wwf Italia e Lega Nazionale Difesa del Cane (LNDC) hanno ottenuto un importante risultato nella battaglia legale che da anni vede contrapposte le ragioni della tutela e quelle della Provincia Autonoma di Trento nella controversa materia della gestione degli orsi bruni sul territorio trentino.
Wwf e LNDC spiegano che «Il TAR di Trento, accogliendo le istanze delle associazioni ricorrenti, assistite in giudizio dagli avvocati Michele Pezone e Paolo Letrari, ha annullato la delibera della Giunta Provinciale di Trento del 26 giugno 2021 nella parte in cui ha approvato le disposizioni delle Linee guida provinciali per la gestione degli orsi bruni. Queste linee guida prevedevano in caso di aggressione con contatto fisico, “che venisse sempre e comunque disposto (…) l’abbattimento dell’orso responsabile dell’aggressione”. Si sarebbe così introdotta la possibilità di uccidere senza alcuna valutazione di quanto effettivamente accaduto e delle condizioni di reale pericolo».
Per il Wwf, «Questa storica pronuncia del TAR di Trento, coerente con i principi di gradualità e proporzionalità delle misure adottabili in presenza di comportamenti a rischio degli orsi selvatici, apre la strada ad una riconsiderazione delle politiche di “rimozione pregiudiziale” sino ad ora portate avanti dalla Giunta provinciale trentina. Ciò premia l’impegno delle associazioni ambientaliste e animaliste che in questi anni si sono battute in difesa di una specie protetta, preziosissima per la conservazione della biodiversità alpina, evidenziando il valore di ogni singolo individuo. Una politica che rischiava di mettere in serio pericolo, con abbattimenti indiscriminati e non necessari, la conservazione di questa specie nell’arco alpino».
Secondo il vicepresidente del Wwf Italia Dante Caserta, «La sentenza del TAR di Trento segna un primo punto estremamente importante in tema di conservazione dell’orso. Sul livello di tutela di specie importanti come l’orso non possono esser fatti passi indietro. Come WWF in questi anni abbiamo cercato sempre il dialogo con tutte le amministrazioni che hanno nei loro territori orsi o lupi, lavorando sulla prevenzione e sulle condizioni per assicurare una pacifica convivenza sulla base delle positive esperienze che si conducono ormai da decenni. Auspichiamo che la decisione del TAR apra la strada ad un più proficuo confronto anche con la Provincia di Trento».
Per Gian Marco Prampolini presidente LEAL – Lega Antivivisezionista: «La sentenza di oggi è di grande soddisfazione per noi una sentenza in cui si ribadisce che la Provincia di Trento non può agire senza freni nella gestione degli orsi. Ci auguriamo che si tratti solo dell’inizio di una maggiore sensibilità verso gli orsi la cui unica colpa, è quella di non essere accettati sul territorio. Abbiamo anche a cuore la sorte di M49 e M57 che ancora sono reclusi al Casteller e che sono stati recentemente castrati non è ancora chiaro se chimicamente o chirurgicamente compromettendo in questo modo la loro condizione di animali selvatici».
Massimo Vitturi, responsabile LAV animali selvatici si aggiunge al coro: «Siamo molto felici di questo risultato ottenuto dal WWF, che spiana la strada anche al nostro ricorso con il quale abbiamo contestato anche la grave mancanza dei metodi di prevenzione ai possibili incidenti. La Provincia di Trento, dimostra ancora una volta la sua totale inadeguatezza nel costruire un percorso di convivenza pacifica con gli orsi. Solo la prevenzione può garantire la sicurezza delle persone e degli orsi, i metodi sbrigativi e cruenti proposti con le linee guida provinciali sono solo crudeli e inutili, oltre che illegittimi come dimostrato dal TAR. Oggi la sentenza del Tar conferma pienamente quanto sostenuto da LAV in giudizio e lo fa citando anche le scorse vittorie giudiziarie, per la vita dell’orsa JJ4, e come, su impugnativa LAV l’ordinanza che ne disponeva l’uccisione era sospesa in via urgente perché illegittima, dimostrando cioè che non è possibile autorizzare automaticamente l’uccisione di un orso ogni qual volta vi è un incidente, ma servono valutazioni approfondite. Ora attendiamo fiduciosi l’esito del nostro ricorso nel quale abbiamo posto in risalto l’importanza di investire sulla prevenzione, unico percorso possibile per garantire la convivenza pacifica sul territorio fra gli orsi e l’uomo».