Clima, Draghi ai giovani: «Siamo consapevoli che dobbiamo fare di più, molto di più»
Il Wwf apprezza e rilancia: l’Italia approvi una legge Quadro sul Clima
[30 Settembre 2021]
I 400 giovani delegati a Milano per la Youth4Climate hanno passato il testimone ai leader riuniti oggi per la Pre-COP, il meeting preparatorio che precede di circa un mese la COP 26 che dovrebbe ridare vigore e velocità all’azione contro il cambiamento climatico.
Intervenendio alla sessione conclusiva dello ‘Youth4Climate: Driving Ambition” di Milano il presidente del Consiglio, Mario Draghi,ha ringraziato «Tutti i giovani che negli ultimi mesi hanno lavorato con così tanto impegno, soprattutto nel corso di questi tre giorni.
Rappresentate la generazione di giovani più grande nella storia. Circa 3 miliardi di persone con meno di 25 anni, e un aspetto molto importante è che la maggior parte vengono da paesi a basso e medio reddito. Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Sapete fin troppo bene quali sono le conseguenze drammatiche delle disuguaglianze globali in termini di povertà, malnutrizione, accesso a servizi sanitari».
Draghi ha detto: «Avete ragione ad esigere una responsabilizzazione, ad esigere cambiamento.L’attuale andamento ci dice che non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. La pandemia ed i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni di persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni.
La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente intrecciate. Per affrontare tutte queste crisi, dobbiamo agire più velocemente – molto più velocemente – e con più efficacia. La transizione ecologica non è una scelta – è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione o agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico. La ripresa post-pandemia ci dà l’occasione di portare avanti le nostre ambizioni in materia di clima, e di farlo in modo equo. Lo Stato deve essere pronto ad aiutare le famiglie e le imprese a sostenere i costi a breve termine di questa transizione».
Il Wwf «Apprezza i toni e l’impegno del Presidente del Consiglio e si augura che il Governo tutto e la diplomazia italiana si senta investita della missione di fare del G20 italiano una tappa fondamentale per il successo della COP26 di Glasgow». E il Panda si aspetta che, «A partire dal messaggio dei giovani, gli Stati inizino una vera e propria corsa alla decarbonizzazione. In Italia questa corsa deve vedere finalmente l’approvazione di una legge Quadro sul Clima – ce l’hanno già i maggiori stati europei – che permetta di definire un tetto alle emissioni per tutti i settori (budget di carbonio) secondo la traiettoria di decarbonizzazione e trasformare l’economia».
Draghi però su questo sembra avere un’opinione diversa da quella del Wwf: secondo lui «L’Italia sta facendo tutto il possibile per garantire che i vari Paesi si muovano nella giusta direzione – e rapidamente. Nell’ambito dell’Unione europea abbiamo contribuito ad istituire il programma ‘Next Generation EU’ per assicurare una ripresa equa e sostenibile. La transizione ecologica è uno dei tre pilastri di tale programma, assieme alla digitalizzazione e l’inclusione sociale. L’Italia ha stanziato il 40% delle risorse nel nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la transizione ecologica. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la quota dei rinnovabili nel nostro mix energetico, rendere più sostenibile la mobilità, migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici e proteggere la biodiversità. Come Presidenza del G20 e Co-Presidenza della COP26 con il Regno Unito, stiamo esigendo che i Paesi rispettino i loro impegni climatici e, in certi casi, che siano pronti a prenderne di più audaci. Se vogliamo aver successo, tutti i Paesi devono fare la loro parte, a partire da quelli del G20. I Paesi del G20 generano oltre l’80% del PIL a livello mondiale e oltre 75% delle emissioni globali. Tutti i principali attori e emettitori ne fanno parte. Nella loro riunione a giugno, i Ministri dell’Istruzione del G20 si sono impegnati a promuovere l’insegnamento in materia di sviluppo sostenibile nei programmi didattici. A luglio, alla riunione ministeriale G20 su Energia e Clima a Napoli, i Ministri si sono impegnati a dedicare una parte significante dei loro piani di ripresa alla transizione ecologica».
Però Draghi ha anche evidenziato che «Ciononostante siamo consapevoli che dobbiamo fare di più – molto di più. Questo sarà l’obiettivo del Vertice a Roma che si terrà alla fine di ottobre. A livello G20, vogliamo riuscire a prendere un impegno per quanto riguarda la necessità di realizzare l’obiettivo di 1,5°C. E vogliamo sviluppare, dobbiamo sviluppare, delle strategie a lungo termine che siano coerenti con quell’obiettivo del 1,5°C. Allo stesso tempo dobbiamo rispettare il nostro impegno di donare 100 miliardi di dollari per sostenere i Paesi in via di sviluppo. I Paesi a basso e medio reddito sono spesso più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici. E’ inevitabile che le emissioni in una parte del mondo abbiano un impatto sul resto della Terra. Aiutare questi Paesi con le loro transizioni risulta dunque essere sia un imperativo morale sia un bisogno urgente».
Rivolto ai giovani, il premier italiano ha concluso: «Noi adulti abbiamo imparato cosa dobbiamo fare: mitigare, adattare e raccogliere fondi per aiutare i Paesi più poveri a fare lo stesso. Ma la cosa più importante è che dobbiamo farlo adesso. Dobbiamo agire adesso. Sono convinto che abbiamo tanto da imparare dalle vostre idee, i vostri suggerimenti e la vostra leadership.
E dalle vostre pressioni, che sono davvero benvenute. Dobbiamo essere chiamati all’azione. La vostra mobilitazione è stata di grande impatto, e siate sicuri: vi stiamo ascoltando».
Ma, come fa nota re il Wwf, «Per i giovani, che chiedono di avere maggiori spazi di partecipazione, la totale decarbonizzazione entro il 2030 non è derogabile, occorre finanziare le energie rinnovabili e l’efficienza energetica tassando le emissioni di anidride carbonica e i Paesi devono agire con urgenza con azioni climatiche che siano radicate nella giustizia sociale».
Un’urgenza che il Wwf condivide pienamentee in occasione del summit Unfccc di Glasgow ha preparato il report Ambition Red Lines – A WWF Climate Policy Manifesto for COP26” co 5 priorità:
1) Iniziare a decarbonizzare ora e velocemente, niente più scuse; 2) Agire sulle soluzioni basate sulla natura. Fare cioè in modo che si proteggano, ripristinino e gestiscano in modo sostenibile gli ecosistemi terrestri e oceanici ecosistemi come foreste, torbiere, zone umide, savane, barriere coralline e mangrovie, un aiuto molto efficace per combattere il cambiamento climatico; 3) Aiutare la natura e le persone ad adattarsi. I governi devono intensificare le loro azioni per aiutare urgentemente le persone più vulnerabili del mondo e molti ecosistemi vitali ad adattarsi e costruire la resilienza ad un mondo che si sta rapidamente riscaldando. 4) Finanziare il futuro. Non si può più tergiversare nel fornire finanziamenti per il clima a coloro che ne hanno bisogno per sopravvivere. Le promesse di finanziamento sancite dall’accordo di Parigi – 100 miliardi di dollari all’anno – devono essere mantenute. Un nuovo obiettivo post-2025 per finanziamento pubblico per il clima deve essere concordato alla COP26. I flussi finanziari del settore privato devono essere allineati con gli obiettivi climatici internazionali, con capitali diretto verso attività a bassa emissione di carbonio e non sui combustibili fossili. Dobbiamo eliminare gradualmente i sussidi dannosi. 5) Passiamo finalmente all’attuazione. Per arrivare al carbonio zero entro la metà del secolo, l’azione deve iniziare ora. I paesi devono fissare obiettivi più ambiziosi per le emissioni a breve termine attraverso gli NDC aggiornati, e devono farlo prima o durante la COP26. Per mantenere 1,5°C, gli obiettivi a breve termine devono essere integrati da strategie a lungo termine, come richiesto dall’Accordo di Parigi. Il focus primario deve essere sulla riduzione delle emissioni piuttosto che su compensazioni o tecnologie non sperimentate o non dimostrate.