López Obrador: «Non permetteremo che saccheggino e prendano il litio che appartiene ai messicani»
La reforma eléctrica nazionalizza per garantire elettricità a prezzi equi ai messicani
[5 Ottobre 2021]
Illustrando alcuni dei punti più importanti della reforma eléctrica che ha inviato al Congreso per l’approvazione, il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador (AMLO), ha detto «Non permetteremo loro di saccheggiare e prendere il litio che appartiene ai messicani e non solo alla nostra generazione, è di quelle che verranno dopo».
Il litio è un minerale utilizzato per fabbricare batterie per auto e apparecchiature elettroniche e, secondo un rapporto dell’US Geological Survey, pubblicato nel 2021, il Messico, con 1,7 milioni di tonnellate, è al nono posto al mondo per riserve di litio.
In un discorso tenuto a Puebla, AMLO ha sottolineato di ritenere il litio «Un minerale strategico per il futuro del Paese. Nessuno dice nulla sul litio, ma è un minerale strategico, senza questo minerale nelle mani della nazione non potremmo svilupparci e questo ha a che fare con le nuove generazioni» e ha spiegato che «Attualmente esiste un progetto di alcune potenze globali per appropriarsi del minerale», per questo cercherà di fare in modo che «Il litio trovato in territorio messicano sia di proprietà della nazione. E’ strategico, non posso dire di più, ma ho abbastanza informazioni su come ci sia una disputa mondiale su come le egemonie vogliono mantenere il dominio sul litio. Non combattiamo con nessuno. Vogliamo che quelle risorse che sono in Messico rimangano proprietà della nazione».
Nel disegno di legge inviato al Congresso e pubblicato sulla la Gaceta Parlamentaria il primo ottobre, López Obrador ha proposto di aggiungere alcuni punti all’articolo 27 della Costituzione, specificando che «Nel caso di minerali radioattivi, litio e altri minerali ritenuti strategici per la transizione energetica, non saranno concesse licenze».
Presentando la reforma eléctrica. AMLO aveva già sottolineato che «Stiamo cercando di compensare i danni causati dalla cosiddetta reforma energética e di avere il controllo dei prezzi dell’energia in modo che l’economia popolare non sia colpita, e questo significa rafforzare le aziende pubbliche come la Comisión Federal de Electricidad (CFE). Non significa nazionalizzare o statalizzare. Significa dare il suo posto al CFE, perché in questa iniziativa vene deciso che la CFE avrà il 54% del mercato e il 46% sarà mantenuto per le aziende private, che c’è una vera concorrenza».
Il primo presidente di sinistra del Messico ha ricordato che gli ex presidenti Lázaro Cárdenas del Río e Adolfo López Mateos avevano promosso l’industria elettrica nazionale a beneficio della popolazione e che «E’ stata la stessa Comisión Federal de Electricidad a ripristinare il servizio in pochi giorni durante il blackout verificatosi a causa del gelo dello scorso febbraio, poiché controlla tutte le linee di trasmissione, cosa che non succede in Texas, dove tutte le linee sono privatizzate, non c’è un sistema nazionale, che è quello che è stato costruito nel corso della nostra storia». E in Texas il blackout ha avuto effetti catastrofici.
Il Segretario degli Interni, Adán Augusto López Hernández, ha spiegato che «L’esecutivo federale ha presentato alla Cámara de Diputados l’iniziativa di riforma costituzionale che modifica gli articoli 25, 27 e 28 della Costituzione e 9 articoli transitori per garantire l’elettricità a tutti i messicani al miglior prezzo. Con l’iniziativa, la CFE sarà un organismo dotato di personalità giuridica e patrimonio proprio di proprietà dello Stato; inoltre, le sue affiliate o controllate scompaiono, lasciando la CFE come unica responsabile della produzione, distribuzione e amministrazione dell’energia elettrica». Ha aggiunto che «L’iniziativa prevede la scomparsa dei contratti di fornitura che non sono legati alla produzione di energia elettrica, nonché delle società di autoconsumo delle quali beneficiavano le grandi catene commerciali».
Verranno abolite anche la Comisión Nacional de Hidrocarburos e la Comisión Reguladora de la Energía (CRE), istituite per limitare le funzioni della CFE, mentre il Centro Nacional de Control de Energía, incaricato di garantire il dispacciamento e le tariffe del settore elettrico nazionale, entra a far parte della CFE.
Secondo López Hernández, «Non saremo più soggetti, come oggi, agli interessi privati che fissano le tariffe, quelli che dispacciano l’energia e quelli che utilizzano l’intera rete elettrica nazionale, che è stata costruita per molti anni dallo Stato messicano e che dovrebbe essere amministrato dalla CFE; tuttavia, la cosiddetta reforma energética le aveva tolto quella facoltà che la CFE d’ora in poi recupera e sarà nuovamente incaricata di gestire la rete di trasmissione dell’energia elettrica».
Il segretario di Stato ha confermato che non verranno date concessioni private per estrarre il litio e altri minerali strategici: «Sarà lo Stato che interverrà nell’esplorazione e nella produzione di questi minerali considerati strategici. Rimangono le concessioni che sono state concesse per lo sfruttamento di altri minerali come oro, argento, rame, ma più nessuna di queste concessioni sarà utilizzata per lo sfruttamento e la produzione di litio. Finora sono 8 le licenze concesse per lo sfruttamento del litio e rimarranno in vigore una volta che dimostreranno al ministero dell’Energia (Sener) e alla CFE di aver avviato il processo esplorativo e di essere entro i termini previsti per avviare la produzione».