La Cina, il libro bianco la Cop15 Cbd e la conservazione della biodiversità
Wwf International: «La Cina ha un ruolo fondamentale da svolgere nella protezione della biodiversità globale»
[11 Ottobre 2021]
Oggi a Kunming, nella provincia meridionale cinese dello Yunnan, ha orsi il via la prima sessione della 15esima conferenza delle parti della Convention on Biological Diversity (COP15 CBD) che l’8 ottobre è stata preceduta dalla presentazione dell’Ufficio per l’informazione del Consiglio di Stato cinese (il governo centrale) del libro bianco “Biodiversity Conservation in China” dal quale emerge che «La Cina è uno dei paesi con la più ricca biodiversità del mondo.
Il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese (PCC) ricorda che «Come una delle prime parti contraenti a firmare e a ratificare la Convention on biological diversity, la Cina attribuisce sempre grande importanza alla tutela della biodiversità, ed ha imboccato un percorso di tutela con le proprie caratteristiche». Secondo il libro bianco «La Cina, insistendo sulla tutela nel corso dello sviluppo e sullo sviluppo nel corso della tutela, ha ottenuto notevoli risultati nella tutela della biodiversità. La Cina ha elevato la tutela della biodiversità a strategia nazionale, migliorando continuamente la propria capacità di governance in materia. Di fronte alla sfida globale della perdita di biodiversità, tutti i Paesi formano una comunità dal futuro condiviso, accumunati dalle stesse difficoltà che devono risolvere insieme. La Cina farà sempre da difensore, costruttore e contributore della bellezza e dell’armonia della natura e lavorerà a stretto contatto con la comunità internazionale per costruire un mondo ancora più bello».
Non male per un Paese che negli ultimi 40 anni ha vissuto un tasso di sviluppo e di inquinamento e di perdita di habitat e biodiversità acceleratissimo.
Nel libro bianco sono elencati i diversi metodi di successo adottati dal governo comunista cinese, «Come ad esempio la sua ferma idea di sviluppo nel rispetto e nella protezione dell’ambiente ecologico, la creazione del sistema dei parchi nazionali, l’introduzione della linea rossa per la protezione ecologica, l’elaborazione di un programma a medio-lungo termine e un piano d’azione sulla tutela e la gestione della biodiversità, il rafforzamento della supervisione e della implementazione di leggi per ostacolare e colpire gli atti che danneggiano il sistema ecologico, le specie e le risorse biologiche, l’applicazione di un progetto sulla tutela e il recupero ecologico e il controllo e il trattamento su vasta scala degli inquinamenti, l’accelerazione del processo di conversione dello sviluppo economico e la promozione di uno stile di vita e di una produzione “low carbon”- scrive il Quotidiano del Popolo – Attualmente la protezione efficace copre il 90% del sistema ecologico terrestre e il 71% delle specie di animali e piante importanti con un continuo aumento degli esemplari di specie in via di estinzione come il panda, l’ibis crestato e l’elefante asiatico. La superfice e la riserva dei boschi ha visto una crescita per 30 anni consecutivi. Dal 2000 al 2017, circa il 25% della nuova superfice dei terreni verdi in tutto il mondo era situato in Cina a conferma del primato del Paese nella proporzione dei nuovi territori verdi in tutto il mondo».
Allo stesso tempo, in quanto firmataria della CBD Onu, «La Cina cerca di adempiere ai doveri previsti dalla Convenzione e dal suo protocollo, promuovendo l’entrata in vigore di convenzioni collaterali. Inoltre, sfruttando i meccanismi multilaterali come la “Belt and Road Initiative” e la cooperazione Sud-Sud, la Cina punta ad offrire aiuto ai Paesi in via di sviluppo per costruire un futuro condiviso per tutta la vita sulla Terra».
Il 30 settembre 2020, intervenendo all’United Nations Summit on Biodiversity, il presidente cinese Xi Jinping aveva evidenziato che «Occorre partire da una posizione di risposta alle esigenze della civiltà umana e di esplorazione di una strada di interdipendenza tra uomo e natura, per fare questo sarà necessario agire in sinergia nella governance globale e migliorare la gestione dell’ambiente ecologico in tutto il mondo» e aveva una proposta in 4 punti basata su persistenza nel multilateralismo; ferma difesa ferma dell’ordine internazionale con al centro l’Onu; salvaguardia della dignità e dell’autorevolezza delle regole internazionali; miglioramento della governance globale in materia di ambiente ecologico.
Che non si tratti solo di propaganda ma di una svolta rispetto allo sfruttamento estensivo e indiscriminato della natura che ha caratterizzato sia il tardo maoismo che il nuovo corso sintetizzabile nell’”arricchitevi” di Deng Xiaping e nella feroce repressione delle proteste di Piazza Tienanmen nell’aprile del 1989 lo dice anche Lin Li, direttrice global policy and advocacy del Wwf International, in un’intervista a Xinhua, l’agenzia ufficiale cinese. In Cina il Wwf è attivo dal 1980, quando è stato invitato dal governo comunista cinese come prima ONG internazionale a lavorare sulla conservazione della natura.
Secondo la LI, che fa parte della delegazione del Wwf a Kunming, « Siamo l’ultima generazione che può compiere passi significativi per garantire il futuro del pianeta e dell’umanità. La COP15 a ottobre, e poi ad aprile del prossimo anno, è un momento critico del processo decisionale che può determinare il nostro destino, non solo nel prossimo decennio, ma nei prossimi secoli e millenni. In qualità di Paese ospitante della COP15, la Cina ha un ruolo vitale da svolgere. Vediamo segnali incoraggianti delle azioni nazionali cinesi e della sua enfasi sul concetto di “civiltà ecologica” nel mondo e nello sviluppo di politiche nazionali, che è coerente con l’idea di vivere in armonia con la natura. Questo è un periodo critico e la Cina ha un ruolo essenziale da svolgere per la governance globale e per il multilateralismo. Stiamo affrontando emergenze di portata senza precedenti e quindi abbiamo bisogno di un’intensificazione della governance globale. Dobbiamo vedere tutti i Paesi fare la loro parte per proteggere i beni comuni globali su cui tutti contiamo».
Anche la Li è convinta che il mondo abbia più che mai bisogno del multilateralismo per cercare di affrontare la doppia crisi climatica e della biodiversità senza precedenti: «La gestione e la salvaguardia dei beni comuni globali richiederanno il multilateralismo. Pertanto, la collaborazione, il multilateralismo, la governance globale per proteggere i nostri beni comuni globali al fine di fornire il sistema praticabile per sostenerci sono essenziali».
La LI ha concluso: «La Cina ha un ruolo essenziale da svolgere nel garantire che il mondo garantisca un post-2020 global biodiversity framework più forte possibile in grado di proteggere il futuro delle persone e del nostro pianeta. Deve dar prova di leadership incoraggiando i Paesi a trovare un terreno d’intesa. Lavorando collettivamente con i leader mondiali, la Cina può aiutare a offrire un futuro che sia naturale, carbon neutral, equo e sano».