L’Onu approva risoluzione sull’eredità del colonialismo
L’Italia si astiene insieme alle ex potenze coloniali e alla Libia. Eritrea e Somalia votano a favore
[11 Ottobre 2021]
La 48a sessione dell’United Nations Human Rights Council in corso a Ginevra ha adottato, con 27 voti a favore e 20 astenuti (Italia compresa) la risoluzione “Negative impact of the legacies of colonialism on the enjoyment of human rights” presentata dalla Cina e con la quale il Consiglio invita gli Stati membri, gli organi competenti delle Nazioni Unite, le agenzie e altre parti interessate ad «Adottare misure concrete per affrontare l’impatto negativo delle eredità del colonialismo sul godimento dei diritti umani» e decide di convocare una tavola rotonda alla sua 52esima sessione per «Identificare sfide nell’affrontare l’impatto negativo delle eredità del colonialismo sui diritti umani e per discutere le vie da seguire».
La risoluzione evidenzia che «I problemi lasciati del colonialismo in tutte le sue forme, tra cui lo sfruttamento economico, la disuguaglianza all’interno di un Paese e tra i vari Paesi, il razzismo sistematico, le violazioni dei diritti delle popolazioni indigeni, le forme contemporanee di schiavitù e la distruzione del patrimonio culturale, hanno avuto conseguenze negative sui diritti umani». Per questo motivo la risoluzione sottolinea «L’importanza di eliminare qualsiasi forma di colonialismo e di affrontare in modo deciso i problemi provocati dalle conseguenze negative che tali questioni hanno portato al rispetto dei diritti umani».
Nell’introdurre il progetto di risoluzione, Chen Xu, rappresentante della Cina presso l’Ufficio dell’Onu a Ginevra e altre organizzazioni internazionali in Svizzera, ha detto che «I problemi lasciati del colonialismo in varie forme nel mondo stanno ancora influenzando negativamente la pace, lo sviluppo mondiale e il godimento dei diritti umani. In qualità di organo dell’Onu responsabile della promozione e della protezione dei diritti umani, il Consiglio dei Diritti Umani deve prestare attenzione a questi problemi cercando di risolverli».
E’ abbastanza singolare che l’iniziativa sia partita dalla Cina che viene da più parti accusata di essere una potenza coloniale nello Xinjiang, in Tibet e nella Mongolia Interna, di voler estendere il suo don minio. come ha confermato proprio oggi il presidente Xi Jinping . su Taiwan considerata niente più di una provincia secessionista (ignorando del tutto la popolazione aborigena), di voler normalizzare Hong Kong e di praticare un neo-colonialismo economico di nuovo conio in Africa, Asia e America Latina.
D’altronde, tra gli astenuti ci sono potenze coloniali s del calibro di Regno Unito, Francia, Germania, Giappone, Danimarca, Paesi Bassi, senza scordare l’Italia.
Due ex colonie italiane, Eritrea e Somalia hanno votato a favore, la Libia si è astenuta e l’Etiopia non ha partecipato alla votazione.