La plastica sarà il nuovo carbone del cambiamento climatico (VIDEO)

Nel 2030, negli Usa la plastica emetterà più gas serra delle centrali a carbone

[27 Ottobre 2021]

Secondo il recente rapporto  “The New Coal: Plastics and Climate Change”, pubblicato da  Beyond Plastics al Bennington College, negli Usa «La plastica è sulla strada per contribuire entro il 2030 a più emissioni climalteranti rispetto alle centrali a carbone. Mentre le compagnie dei combustibili fossili cercano di recuperare i profitti in calo, stanno aumentando la produzione di plastica e annullando le riduzioni di gas serra ottenute dalle recenti chiusure del 65% delle centrali elettriche a carbone del Paese».

Lo studio analizza dati mai raccolti prima su 10  fasi di produzione, utilizzo e smaltimento della plastica e ha scoperto che l’industria della plastica statunitense sta rilasciando almeno 232 milioni di tonnellate di gas serra all’ anno, l’equivalente di 116 centrali elettriche a carbone di medie dimensioni. E si tratta di una cifra che sta crescendo rapidamente: «Nel 2020, le emissioni segnalate dell’industria della plastica sono aumentate di 10 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra rispetto al 2019 – dicono a Beyond Plastics. – Attualmente sono in corso i lavori di costruzione di altri 12 impianti di plastica e altri 15 sono previsti: complessivamente queste espansioni potrebbero emettere oltre 40 milioni di tonnellate in più di gas serra annue entro il 2025».

Il rapporto descrive in dettaglio le 10 fasi in cui la plastica emette gas serra significativi, misurati in peso equivalente di anidride carbonica a 100 anni:

  1. L’hydrofracking delle materie prime plastiche rilascia metano, un potente inquinante del cambiamento climatico. Entro il 2025, le emissioni di metano potrebbero raggiungere i 45 milioni di tonnellate all’anno, ovvero più gas serra di quelli rilasciati da 22 centrali elettriche a carbone medie nel 2020.
  2. Il trasporto e il trattamento dei gas da fracking emette circa 4,8 milioni di tonnellate di metano ogni anno e l’espansione pianificata aggiungerebbe 4,7 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno. Entro il 2025, in questa fase potrebbero essere rilasciate oltre 9,5 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica di metano, equivalenti alle emissioni di circa 5 centrali elettriche a carbone.
  3. Gli impianti Gas Cracker di etano rilasciano almeno 70 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno. Questi 35 impianti di cracking emettono tanto gas serra quanto 35 centrali elettriche a carbone. 2 nuovi progetti di cracker sono in fase di completamento a Corpus Christi, Texas, e Beaver County, Pennsylvania. Altri 3ono previsti in Ohio, Louisiana e Texas. La capacità nuova e ampliata in più di una dozzina di impianti esistenti potrebbe aggiungere ulteriori 40 milioni di tonnellate di gas serra all’anno, equivalenti a 20 centrali elettriche a carbone.
  4. La produzione di di materie prime per materie plastiche emette 28 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno, equivalenti a 14 centrali elettriche a carbone. L’espansione pianificata aggiungerebbe 10 milioni di tonnellate aggiuntive di gas serra ogni anno, equivalenti a 5 centrali elettriche a carbone entro il 2025.
  5. La produzione di polimeri e additivi emette almeno 14 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno, equivalenti a 7 centrali elettriche a carbone.
  6. Le esportazioni e le importazioni di materie prime plastiche, resine e prodotti emettono almeno 51 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno, equivalenti a più di 25 centrali elettriche a carbone. Oltre il 41% delle resine plastiche prodotte in Nord America viene esportato e Paesi come India e Cina stanno costruendo nuovi cracker per produrre plastica da materie prime estratte negli Stati Uniti
  7. L’isolamento in plastica espansa emette ogni anno più di 27 milioni di tonnellate di gas serra estremamente potenti usati come agenti espandenti, equivalenti ad almeno 13 centrali elettriche a carbone.
  8. Il “riciclo chimico”, un termine usato dall’industria della plastica per descrivere la trasformazione dei rifiuti di plastica in carburante, è appena iniziato, ma entro il 2025, una nuova capacità potrebbe causare il rilascio di 18 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno, equivalenti a 9 centrali a carbone.
  9. Rifiuti urbani. L’incenerimento dei rifiuti di plastica emette almeno 15 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno, equivalenti ad almeno 7 centrali elettriche a carbone.
  10. La plastica nell’acqua si degrada in gas serra. Queste emissioni non sono ancora completamente comprese, né vengono monitorate.

Judith Enck, ex amministratrice regionale dell’Environmental Protection Agency (EPA) e presidente di Beyond Plastics, spiega che «L’industria dei combustibili fossili sta perdendo denaro dai suoi mercati tradizionali della produzione di energia e dei trasporti. Stanno costruendo nuovi impianti di plastica a un ritmo impressionante in modo da poter scaricare i loro prodotti petrolchimici nella plastica. Questo accumulo petrolchimico sta annullando altri sforzi globali per rallentare il cambiamento climatico»

Oltre ad accelerare il cambiamento climatico, la plastica inquina l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna selvatica e danneggia la salute, in particolare nelle comunità a basso reddito e nelle comunità di colore. La stessa industria della plastica statunitense ha ammesso  di aver rilasciato 114 milioni di tonnellate di gas serra a livello nazionale nel 2020. Il rapporto fa notare che «Il 90% dell’inquinamento da cambiamento climatico segnalato si verifica in sole 18 comunità nelle quali i residenti guadagnano il 28% in meno rispetto alla famiglia media statunitense e hanno il 67% di probabilità in più di essere persone di colore. Oltre ai gas serra, questi impianti emettono nell’aria anche enormi quantità di particolato e altre sostanze chimiche tossiche, minacciando la salute dei residenti».

E secondo l’analisi di Material Research, «Quel che l’industria riporta è meno della metà di ciò che rilascia effettivamente. L’azienda del Maine ha esaminato i dati delle agenzie federali, tra le quali l’EPA, il Dipartimento del commercio e il Dipartimento dell’energia, e ha riscontrato «Una grave sottostima degli impatti climatici della plastica». Infatti, oltre ai 114 milioni di tonnellate di gas serra che l’industria ha dichiarato di aver rilasciato nel 2020, Material Research ha identificato altri 118 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra da altre fasi,  che equivalgono a più anidride carbonica emesssa rispetto a quella di 59 centrali elettriche a carbone di medie dimensioni.

Jim Vallette, presidente di Material Research e autore del rapporto, fa notare che le stime dsono prudenziali: «Questo rapporto rappresenta il pavimento, non il soffitto, dell’impatto climatico dell’industria della plastica negli Stati Uniti. Le agenzie federali non contano ancora molti rilasci perché le normative vigenti non richiedono all’industria di segnalarli. Ad esempio, nessuna agenzia tiene traccia della quantità di gas serra rilasciata quando i rifiuti di plastica vengono bruciati nelle fornaci per il cemento, né quando il metano fuoriesce da un impianto di lavorazione del gas, né quando il gas fracking viene esportato dal Texas per produrre plastica monouso in India».

Mentre il Congresso Usa vota il bilancio federale e l’Onu fa gli ultimi preparativi per la COP26 Unfccc di Glasgow, Beyond Plastics  de nuncia che «La loro incapacità di riconoscere e agire per ridurre il contributo della plastica al cambiamento climatico minaccia di minare gli sforzi di mitigazione del cambiamento climatico globale». E la Enck  conclude: «La portata delle emissioni di gas serra dell’industria della plastica è sbalorditiva, ma è altrettanto preoccupante che poche persone nel governo o nella comunità imprenditoriale ne parlino. Questo deve cambiare rapidamente se vogliamo sperare di rimanere entro l’aumento della temperatura globale di 1,5° C che gli scienziati hanno individuato come fondamentale per evitare gli impatti più devastanti del cambiamento climatico».

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  • News Conference | REPORT: The New Coal: Plastics and Climate Change | October 21, 2021