In Italia come nell’Ue la qualità delle acque di fiumi e laghi è ancora lontana dall’essere “buona”

A livello nazionale una classificazione di qualità "elevata" o "buona" è stata raggiunta solo dal 43% dei quasi 7.500 corpi idrici monitorati e dal 20% dei 347 corpi idrici lacustri

[4 Novembre 2021]

L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha recentemente pubblicato la mappa, per bacino idrogeologico, dei corsi d’acqua che non raggiungono una qualità “buona”.

La direttiva quadro sulle acque mira a raggiungere un buono stato per tutti i fiumi, i laghi e le acque di transizione e costiere dell’UE. Il conseguimento di un buono stato ecologico per le acque di superficie è fondamentale a tal fine.

Acque pulite e non inquinate sono essenziali per ecosistemi sani, tuttavia, le acque superficiali sono state tradizionalmente utilizzate come vie di smaltimento per rifiuti umani, agricoli e industriali, danneggiando la qualità dell’acqua. Sono stati inoltre modificati (mediante la costruzione di dighe e canali, ecc.) per facilitare l’agricoltura e l’urbanizzazione, produrre energia e proteggere dalle inondazioni, tutti elementi che possono cambiare e degradare gli habitat.

Le pressioni principali sui corpi idrici superficiali sono l’inquinamento da fonti puntuali (ad es. acque reflue) e diffuse (ad es. agricoltura) e varie pressioni idromorfologiche come barriere (dighe) e fiumi a basso flusso o canalizzati, con impatti principali come arricchimento di nutrienti, inquinamento chimico e alterazioni dell’habitat dovute a cambiamenti morfologici.
La direttiva quadro sulle acque stabilisce che gli Stati membri dell’UE dovrebbero mirare a raggiungere un buono stato per tutte le acque superficiali (non solo fiumi e laghi, ma anche acque di transizione e marino-costiere) e i corpi idrici sotterranei. Lo stato ecologico viene utilizzato come indicatore dello stato generale dei corpi idrici.

La qualità delle acque superficiali è valutata attraverso il monitoraggio di tratti distinti e significativi di fiume o lago (definiti corpi idrici) sulla base di quanto stabilito dalla Direttiva. Il miglioramento dello stato di qualità delle acque è uno degli obiettivi principali proposti dalla Direttiva.

La qualità dei corpi idrici è definita mediante due indicatori: lo “stato ecologico”, che esprime la qualità dell’ecosistema monitorando alcune comunità biologiche che lo popolano oltre alle caratteristiche fisico chimiche delle acque; lo “stato chimico”, determinato sulla base della concentrazione di sostanze chimiche inquinanti individuate dalla normativa.
Lo stato ecologico può essere valutato in cinque classi (elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo), mentre lo stato chimico in due classi, buono e non buono. La classificazione dei corpi idrici fluviali e lacustri viene effettuata con cadenza triennale e sessennale.

Secondo il secondo piano di gestione dei bacini idrografici, entro il 2015 è stato raggiunto un buono stato ecologico per circa il 56% delle acque dei laghi ed il 44% per le acque dei fiumi. Questi piani mostrano solo un miglioramento limitato dello stato ecologico dal momento che i primi piani sono stati pubblicati nel 2009, con lo stato ecologico rimanendo simile per la maggior parte dei corpi idrici.

Per quanto riguarda l’Italia, i dati relativi alla qualità delle acque superficiali (fiumi e laghi) è resa disponibile, per tutto il territorio nazionale, dall’Annuario ISPRA e poi dai dati pubblicati dalle singole agenzie regionali e delle province autonome.
Limitandosi ad esaminare l’unico sessennio al momento completato, cioè il 2010-2015, vediamo che anche a livello nazionale, siamo piuttosto lontani dal raggiungere lo stato ecologico di qualità “buona” per le acque di fiumi e laghi. Infatti a livello italiano i fiumi con una classificazione di qualità elevata o buona dei fiumi era solamente pari a poco meno del 43% del totale dei quasi 7.500 corpi idrici monitorati e del 20% dei 347 corpi idrici lacustri. Per questi ultimi va tenuto conto che una percentuale molto consistente (41%) non erano stati classificati.

Per quanto riguarda i fiumi nelle due province autonome (Bolzano e Trento) e in Valle D’Aosta più dell’85% dei corsi d’acqua ha una qualità eccellente o buona, seguono altre quattro regioni (fra il 50 ed il 75% di acque di qualità ecologica eccellente o buona) è cioè Liguria, Molise, Piemonte e Sardegna, mentre tutte le altre si collocano al di sotto del 50%, mostrando come ci sia molto da fare per intervenire sulle fonti di pressione antropica che determinano questa situazione.

L’Annuario Ispra fornisce i dati anche relativi allo stato chimico delle acque di fiumi e laghi. In questo caso la situazione risulta decisamente migliore, visto che il 75% dei fiumi ed il 48% dei laghi (ma in questo caso con il 42% di non classificati) sono classificati con una qualità chimica “buona”.

di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com