Energie rinnovabili per i sistemi agroalimentari: verso lo sviluppo sostenibile
Rapporto congiunto Fao-Irena presentato alla COP26. L’impatto climatico dei sistemi lattiero-caseari
[5 Novembre 2021]
«La produzione, distribuzione e consumo di cibo utilizza circa un terzo dell’energia mondiale ed è responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, rendendo prioritario il suo disaccoppiamento dai combustibili fossili nella lotta ai cambiamenti climatici», è quanto emerge dal nuovo rapporto “Renewable energy for agri-food systems – Towards the Sustainable Development Goals and the Paris agreement” presentato da Fao e International Renewable Energy Agency (IRENA) alla 26esima Conferenza delle parti Onu sui cambiamenti climatici (COP26 Unfccc) in corso a Glasgow e che esplora il rapporto tra i sistemi agroalimentari mondiali e le energie rinnovabili, sostenendo che «Le soluzioni sono alla nostra portata».
Fao e Irena fanno l’esempio dell’irrigazione solare che «Viene ampiamente adottata per migliorare l’accesso all’acqua, consentendo più cicli di coltivazione e aumentando la resilienza al cambiamento dei modelli di pioggia. In India, l’uso di pompe per l’irrigazione solare ha aumentato il reddito degli agricoltori di almeno il 50% rispetto all’irrigazione pluviale; in Rwanda, i raccolti dei piccoli agricoltori sono cresciuti di circa un terzo».
Presentando il rapporto congiunto, il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera, ha evidenziato che «Assicurarsi che i sistemi agroalimentari continuino a soddisfare la domanda alimentare mondiale in modo sostenibile è oggi una delle nostre grandi sfide. Raggiungere la sicurezza alimentare senza combustibili fossili stimolando al contempo benefici socio-economici è possibile, se scegliamo un’azione per accelerare l’adozione di soluzioni di energia rinnovabile per alimentare i sistemi agroalimentari».
Il rapporto di 89 pagine abbatte le inutili barriere tra le politiche energetiche e agroalimentari fornendo raccomandazioni ai decision makers che includono una migliore raccolta di dati per guidare gli investimenti nelle energie rinnovabili, un migliore accesso ai finanziamenti per gli utenti finali e le imprese e una maggiore attenzione alla sensibilizzazione e allo sviluppo di capacità.
Secondo il direttore generale della Fao Qu Dongyu, « La partnership tra IRENA e Fao riflette il nostro impegno a rompere questi silos lavorando insieme per attuare azioni trasversali. Il rapporto dimostra che ci sono molte opportunità per implementare soluzioni di energia rinnovabile attraverso i sistemi agroalimentari. E’ importante rendere le tecnologie innovative accessibili ai piccoli agricoltori».
Un terzo delle emissioni agroalimentari deriva dall’utilizzo di energia e tra il 2000 e il 2018 c’è stato un aumento di oltre il 20% del consumo di energia per la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo. Fao e IRENA ricordano che «Tale crescita è stata trainata principalmente dalla meccanizzazione in Asia sotto forma di pompe per l’irrigazione, macchinari agricoli, attrezzature per la lavorazione e input come fertilizzanti. Il consumo di energia in Africa, che ospita circa il 15% della popolazione mondiale e deve far fronte alla crescente domanda alimentare, è rimasto sostanzialmente costante, rappresentando solo il 4% circa del consumo energetico globale nei sistemi agroalimentari».
In un altro evento ospitato dalla COP26, il direttore generale della Fao ha anche affrontato il problema dell’impatto climatico del settore lattiero-caseario: «Mentre il latte e i prodotti lattiero-caseari contribuiscono in modo importante alla sicurezza alimentare e forniscono cibo nutriente a centinaia di milioni di persone, è urgente accelerare e intensificare la risposta del settore e accelerare l’adozione delle opzioni di mitigazione disponibili. Dobbiamo accelerare la trasformazione dei nostri sistemi agroalimentari affinché siano più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili e perché contribuiscano a rallentare il riscaldamento globale e altri impatti della crisi climatica».
Per contribuire a rendere i sistemi agroalimentari più climate-friendly, la Fao sta già fornendo assistenza per: Supportare i Paesi con dati e modelli; Metriche: la Fao ospita piattaforme multi-stakeholder e collabora con le principali organizzazioni delle Nazioni Unite e altri partner pertinenti, tra cui l’Unfccc e l’IPCC; Resilienza: la Fao supporta i Paesi con l’analisi e la mitigazione dei rischi; Riscaldamento globale o obiettivi di emissione: la Fao fornisce analisi tecniche e scientifiche per le politiche e il processo decisionale; Politiche, strategie e misure: la Fao fornisce analisi e scambi di politiche tra Paesi e sta già supportando i Paesi a sviluppare forti Nationally Determined Contribution commitments: Accesso a finanziamenti, tecnologia e capacità: la Fao può sfruttare l’accesso ai finanziamenti, come il Green Climate Fund e altre istituzioni finanziarie internazionali, oltre a facilitare l’innovazione e la tecnologia.
Qu ha concluso: «Gli approcci olistici della Fao per tutti i sistemi agroalimentari mirano a ottenere una produzione migliore, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti, senza lasciare indietro nessuno».