Il clima sta già cambiando l’agricoltura italiana: raddoppiate le piantagioni di frutta tropicale

Coldiretti: oltre mille ettari tra Puglia, Sicilia e Calabria dedicati a frutti come mango, banana o avocado

[12 Novembre 2021]

In occasione degli Stati Generali dei florovivaisti italiani sul futuro verde delle città a Giarre, nella Sicilia che in questi giorni sta sperimentando la violenza di eventi meteo estremi mentre al nord cresce la siccità, Coldiretti documenta l’avanzata della frutta tropicale all’interno dell’agricoltura italiana.

Secondo i dati presentati dalla più grande associazione nazionale di agricoltori, le coltivazioni di frutta tropicale in Italia sono infatti «raddoppiate in meno di tre anni con un boom di oltre mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria».

Si tratta di coltivazioni molto distanti da quelle tradizionalmente condotte sul territorio, e legate in modo evidente alla tropicalizzazione del clima.

«Sempre più spesso nelle regioni del Sud – sottolinea la Coldiretti – prima si sperimentano e poi si avviano vere e proprie piantagioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina dalle banane ai mango, dall’avocado al lime, dal frutto della passione all’anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi, per un consumo totale stimato in oltre 900mila tonnellate a livello nazionale».

In questo caso, la lontananza dalla tradizione non sembra spaventare i consumatori italiani, anzi: oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero tropicali italiani se li avessero a disposizione invece di quelli stranieri, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè, mentre il 71% dei cittadini sarebbe inoltre disposto a pagare di più per avere la sicurezza dell’origine nazionale dei tropicali.

«Il fenomeno degli alberi esotici made in Italy, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nell’affrontare in maniera costruttiva i cambiamenti climatici nonostante le difficoltà e i danni causati da eventi meteo sempre più estremi che negli ultimi dieci anni hanno provocato oltre 14miliardi di euro di danni al nostro sistema agroalimentare», conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.