L’Italia ha il record di morti premature da NO2 ed è dietro solo la Germania per PM2.5 e O3
Inquinamento, nell’Ue un’aria più pulita potrebbe salvare almeno 178.000 vite l’anno
Nel nostro Paese ci sono state 49.900 morti premature da Pm2.5, 10.640 da NO2 e 3.170 per O3
[15 Novembre 2021]
Secondo il briefing “Health impacts of air pollution in Europe” pubblicato dall’European environment agency (Eea), nel 2019 in Europa l’inquinamento atmosferico ha continuato a causare un numero significativo di morti premature e malattie.
Il rapporto dimostra anche che un miglioramento della qualità dell’aria ai livelli raccomandati recentemente dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) potrebbe prevenire più della metà delle morti premature causate dall’esposizione al particolato fine.
Il briefing presenta stime aggiornate su tre inquinanti chiave – particolato fine (Pm2.5), biossido di azoto, ozono troposferico – e ne emerge che, nel 2019 dell’Ue-27, ben 307.000 morti premature sono state attribuite all’esposizione a Pm2.5; 40.400 all’esposizione in biossido di azoto (NO2) e 16.800 morti premature sono state attribuite all’esposizione all’ozono (O3).
Allargando il quadro d’osservazione, nei 41 paesi europei presi in considerazione 373.000 morti premature sono state attribuite all’esposizione a PM2.5; 47.700 all’esposizione a NO2; 19.070 all’esposizione a O3.
In questo contesto, l’Italia mostra purtroppo dati da primato. Nel nostro Paese ci sono state 49.900 morti premature da Pm2.5; 10.640 da NO2 e 3.170 per O3. Guardando ai numeri assoluti, dopo la Germania siamo i peggiori in Europa per morti premature da PM.25 e O3, e i peggiori in assoluto per quelle da NO2.
Tutto questo anche se nel 2019 la qualità dell’aria in Europa è stata migliore rispetto al 2018, il che ha anche comportato un minor impatto negativo sulla salute. Il calo dell’inquinamento conferma un trend a lungo termine dovuto alle politiche per ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria, e conseguentemente il numero di morti premature attribuite all’inquinamento atmosferico è diminuito nel 2019 rispetto al 2018.
La diminuzione maggiore è stata per l’NO2, con una riduzione del 16% delle morti premature associate. Le morti premature attribuite all’esposizione al particolato fine sono diminuite dell’11%, mentre quelle attribuite all’esposizione all’ozono sono diminuite del 9%. Ma, per quanto riguarda solo il particolato fine, almeno il 58% (178.000 vittime, in dato assoluto) di questi decessi si sarebbe potuto evitare se tutti gli Stati membri dell’Ue avessero raggiunto il nuovo livello di 5 µg/m3 delle linee guida per la qualità dell’aria dell’Oms.
Nell’ambito dell’European Green Deal europeo, il piano d’azione per l’inquinamento zero dell’Ue fissa l’obiettivo di ridurre il numero di morti premature dovute all’esposizione al particolato fine di oltre il 55% entro il 2030 , rispetto al 2005. Secondo l’analisi dell’Eea, «l’Ue è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo, poiché il numero di questi decessi è diminuito di circa un terzo dal 2005 al 2019».
Presentando il briefing, il direttore esecutivo dell’Eea Hans Bruyninckx ha fatto notare che «investire in riscaldamento, mobilità, agricoltura e industria più puliti migliora la salute, la produttività e la qualità della vita per tutti gli europei e soprattutto per i più vulnerabili. Questi investimenti salvano vite e aiutano anche ad accelerare i progressi verso la carbon neutrality una forte biodiversità».
Il briefing dell’Eea è stato pubblicato in preparazione dell’EU Clean Air Forum che si terrà il 18 e 19 novembre e che riunisce decisori, stakeholders ed esperti per riflettere sullo sviluppo e l’attuazione di un’efficace aria europea, nazionale e locale politiche, progetti e programmi e per informare sulla revisione in corso delle norme dell’Ue, incluso il loro più stretto allineamento con le linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria.
Il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Henri P. Kluge, ha ricordato che «respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto umano fondamentale. E’ una condizione necessaria per società sane e produttive. Anche con i miglioramenti della qualità dell’aria negli ultimi anni nella nostra regione, abbiamo ancora molta strada da fare per raggiungere i livelli delle nuove linee guida globali sulla qualità dell’aria. All’Oms accogliamo con favore il lavoro svolto dall’Eea, che ci mostra tutte le vite che potrebbero essere salvate se i nuovi livelli di qualità dell’aria fossero raggiunti, fornendo ai responsabili politici solide prove sull’urgente necessità di affrontare questo onere sanitario».
L’analisi dei potenziali benefici derivanti dal rispetto dei diversi valori limite dell’Ue e dei livelli delle linee guida dell’Oms indica che «l’obiettivo di ridurre le morti premature del 55% può essere raggiunto solo abbassando le concentrazioni di Pm2.5 in tutta l’Ue a livelli paragonabili alle linee guida 2021 dell’Oms. Se l’obiettivo intermedio dell’Oms per Pm2.5 di 10 µg/m3 (linee guida Oms sulla qualità dell’aria del 2005) fosse stato raggiunto nell’Ue-27 nel 2019, ciò avrebbe prodotto una riduzione delle morti premature di almeno il 47% rispetto ai livelli del 2005. Ciò non sarebbe stato sufficiente per raggiungere completamente l’obiettivo del Piano d’azione Zero pollution nel 2019, anche se è importante notare che ciò non coglie i benefici della riduzione dell’inquinamento in aree che erano già a 10 µg/m3 o meno nel 2019. Tuttavia, se la nuova linea guida dell’Oms sulla qualità dell’aria per il PM2.5 di 5 µg/m3 fosse stata raggiunta in tutta l’Ue-27 nel 2019, ciò avrebbe prodotto una riduzione delle morti premature di almeno il 72% rispetto ai livelli del 2005».