Riciclo della carta, per chiudere il cerchio servono impianti per recuperare 240mila ton di rifiuti
Medugno: «Occorre essere messi nelle condizioni di gestire ciò che residua dal processo di riciclo attraverso la valorizzazione energetica, come da tempo avviene con successo in Germania»
[22 Novembre 2021]
Le cartiere italiane rappresentano a tutti gli effetti degli impianti di riciclo, dato che già oggi il 61% delle fibre utilizzate nella produzione cartaria è costituito da carta da riciclare, ma come da ogni processo industriale anche in questo caso esitano nuovi rifiuti che siamo poi chiamati a gestire al meglio per chiudere davvero il cerchio. Quest’ultimo quanto cruciale passaggio, però, in Italia continua a sfuggire.
Così, da un lato nell’ultimo anno il tasso di riciclo degli imballaggi di carta e cartone in Italia ha raggiunto con 15 anni di anticipo il target dell’85% fissato dall’Ue per il 2035, dall’altro resta preclusa la valorizzazione degli scarti del riciclo con tutte le diseconomie (e maggiori impatti ambientali) che questo comporta.
Come spiegato da Massimo Medugno, direttore della Federazione carta e grafica, oggi in audizione sul quadro strategico dell’Arera per il 2022-25, un «obiettivo essenziale su cui auspichiamo un’accelerazione grazie anche alle opportunità aperte dal Pnrr è il revamping impiantistico della rete esistente per la produzione di end of waste, senza disperdere risorse per la costruzione di nuovi impianti nelle aree già adeguatamente coperte, in particolare adeguando la rete impiantistica per la gestione degli scarti non riciclabili che originano dai trattamenti e dai processi. È prioritario prendersi cura del riciclo occupandosi anche degli scarti, essenziali per il nostro Paese privo di materie prime».
In particolare, secondo Medugno «occorre essere messi nelle condizioni di gestire ciò che residua dal processo di riciclo attraverso la valorizzazione energetica, come da tempo avviene con successo in Germania, nostro diretto competitor industriale. Pensiamo all’enorme potenziale di un utilizzo più esteso e incentivato del biometano per scopi industriali, come leva per spingere sulla transizione dal gas. Per raggiungere l’obiettivo del massimo 10% di rifiuti in discarica – ha concluso Medugno – il settore cartario ha quindi un fabbisogno infrastrutturale di impiantistica per il recupero di circa 240.000 ton di rifiuti, in prevalenza scarti di pulper e altri rifiuti di vario genere».