Immatricolazioni a +107% rispetto al 2020
Raddoppiano le auto elettriche vendute in Italia, mentre le colonnine segnano +35%
Ma con lo stop agli incentivi si prevede una brusca frenata. Motus-E: «Abbiamo cercato di spiegare al Governo in tutti i modi le conseguenze»
[5 Gennaio 2022]
Nell’ultimo anno l’immatricolazione di auto elettriche in Italia ha conosciuto una robusta impennata, per quanto riguarda sia quelle a batteria (Bev) sia le ibride plug-in (Phev).
Secondo i dati aggiornati da Motus-E, l’associazione costituita da operatori industriali, mondo accademico e associazionismo con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia, nel 2021 si registra una crescita del 128,34% delle auto con ricarica, corrispondente a 76.863 mezzi immatricolati; questo equivale ad una penetrazione del 9,35% sul mercato totale rispetto al 4,33% dello stesso periodo del 2020 (il numero totale di auto immatricolate nel 2021 arriva infatti a 1,46 milioni di veicoli).
Con 67.255 unità immatricolate nel 2021, le Bev superano le previsioni e incassano un raddoppio dell’immatricolato (+107% nel 2021, rispetto alle 32.500 unità immatricolate nel 2020), nonostante gli incentivi terminati da mesi ed un framework normativo sempre più incerto; la Fiat 500E si conferma la Bev più venduta in Italia nel 2021, seguita da Smart Fortwo, Renault Twingo, Dacia Spring e Tesla Model 3. Le Phev invece, con 69.499 unità immatricolate nell’anno, raggiungono una crescita del +153,75%.
Nonostante questi numeri incoraggianti, il mercato sembra però aver già imboccato una nuova fase di declino. A dicembre 2021 le auto con ricarica o Pev (che assommano Bev e Phev) sono in calo rispetto a quelle vendute lo stesso mese nel 2020 del -13,21%, per una somma di concause: si va dai ritardi di consegna dovuti alla crisi delle materie prime, dei semiconduttori e dei microchip, all’effetto già in parte visibile della fine degli incentivi del mese di ottobre.
«Abbiamo cercato di spiegare al Governo in tutti i modi le conseguenze nefaste di una mancata pianificazione dei supporti sul mercato e l’industria automotive nazionale nel prossimo triennio – dichiarano da Motus-E – In assenza di ulteriori supporti, come previsti negli altri Paesi, è plausibile che i valori delle Bev immatricolate nei primi mesi del 2022 saranno inferiori a quelli dei primi mesi del 2021. Dalle nostre stime l’effetto dovrebbe essere visibile in maniera importante tra marzo ed aprile».
E, nel frattempo, anche l’infrastruttura di ricarica non corre veloce come dovrebbe. Più nel dettaglio, al 31 dicembre 2021 in Italia risultano installati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture (stazioni o colonnine) in 10.503 location accessibili al pubblico. Rispetto al 2020 i punti di ricarica sono cresciuti di +6.700, mentre le infrastrutture di ricarica di +3.514, con una crescita rispettivamente del +35% e del 36%; rispetto alla prima rilevazione di Motus-E di settembre 2019 si registra infine una crescita del +143% e una crescita media annua del +48,4%, non senza lacune.
«Purtroppo – osservano nel merito da Motus-E – circa il 13% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica».