Die Linke chiede che la Germania si schieri con Austria e Lussemburgo e avvii azioni legali contro l’Ue in caso di approvazione della Tassonomia verde
Il cancelliere Scholz e il Governo tedesco: l’energia nucleare non è sostenibile
Al Bundestag tutti contro il nucleare meno l’estrema destra. Opinioni diverse sul gas
[13 Gennaio 2022]
Rispondendo al Bundestag a nuclearista convinto Tino Chrupallas, capogruppo del partito di estrema destra Allianz für Deutschland, che gli chiedeva cosa ne pensasse della classificazione dell’energia nucleare come “sostenibile” da parte della Commissione europea, il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha ribadito che «L’energia nucleare non è sostenibile e non è economicamente sostenibile. E’ un modo costoso di produrre energia, per il quale non sono state chiarite le questioni di smaltimento e sicurezza. L’eliminazione graduale del nucleare dall’energia è la cosa giusta da fare. L’espansione delle energie rinnovabili rende la Germania indipendente a livello internazionale e alla fine è anche la più economica».
Da sinistra, l’opposizione di Die Linke chiede che il governo federale semaforo (Socialdemocratici, verdi e liberali) lavori col massimo impegno a livello di Unione europea «Per garantire che l’energia nucleare non sia inclusa nella tassonomia dell’Ue come tecnologia sostenibile».
Secondo la mozione presentata da Die Linke, «La proposta di atto delegato ad integrazione del regolamento sulla tassonomia presentata deve essere respinta dal Consiglio dell’Ue. Vista l’attuale maggioranza in Consiglio, l’approccio del governo federale non dovrebbe limitarsi al voto e alle dichiarazioni secondo cui la Germania non vede alcuna sostenibilità tecnologica nell’energia nucleare. Al contrario, il governo federale deve, in particolare, sostenere con forza le posizioni dei governi di Austria e Lussemburgo e anche partecipare attivamente all’organizzazione di una maggioranza in Consiglio per respingere la proposta della Commissione».
Inoltre, il gruppo parlamentare Die Linke chiede che la Germania si schieri pubblicamente con Austria e Lussemburgo che hanno annunciato che, in caso di adozione, intraprenderanno azioni legali contro la modifica della Tassonomia verde dell’Ue. Inoltre, «Il governo federale dovrebbe avviare un dialogo con i Paesi che attualmente dipendono dall’energia nucleare o che sono ancora fortemente dipendenti dal carbone e dai combustibili fossili per il loro approvvigionamento energetico su come attuare in modo sostenibile la trasformazione verso le energie rinnovabili al fine di raggiungere Obiettivi climatici dell’Ue senza l’energia nucleare».
Per Die Linke, la bozza della tassonomia dell’UE va respinta decisamente perché «Contrasta con gli obiettivi climatici dell’Ue e accetta investimenti per miliardi in tecnologie pericolose, dannose per il clima e inefficienti a scapito degli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica».
Ieri, durante un dibattito in commisione finanze presieduto dal democristiano Alois Rainer (CSU all’opposizione), un rappresentante del governo ha confermato che «L’atteggiamento del governo federale nei confronti dell’energia atomica è ancora negativo. Il gas naturale è un’importante tecnologia ponte nell’eliminazione graduale del carbone».
Nel dibattito in commissione sono emerse le diverse posizioni dei gruppi politici sulla tassonomia. Il gruppo parlamentare CDU/CSU ha dichiarato che farà di tutto per raggiungere gli obiettivi climatici, ma anche che «L’energia deve rimanere accessibile» e che «Nell’Ue, ogni Stato membro deve essere in grado di decidere il proprio mix energetico. Nel governo federale ci sono attualmente diverse posizioni sulla tassonomia».
Il gruppo parlamentare SPD ha descritto la tassonomia come un elemento importante nella promozione di un’attività economica sostenibile ma ha confernato il deciso no dei socialdemocratici all’inclusione del nucleare nella tassonomia, aggiungendo: «Sappiamo anche che esiste un quadro differenziato a livello europeo. Il gas naturale potrebbe essere incluso nella tassonomia come tecnologia di transizione».
Rispondendo all’opposizione democristiana, iIl gruppo parlamentare Bündnis 90/Die Grünen ha sottolineato che «Esiste una posizione chiara nel governo federale contro l’energia nucleare. Se l’energia atomica dovesse essere inclusa nella tassonomia, i rischi di questa tecnologia dovrebbero essere assicurati economicamente». Mentre, a differenza della SPD i Grünen pensano che non sia necessario inserire il gas nella tassonomia Ue.
Anche per i liberali della ‘FDP l’energia nucleare non è sostenibile, mentre «L’inclusione del gas naturale nella tassonomia è importante anche in considerazione degli elevati investimenti richiesti nelle centrali elettriche a gas».
Per l’estrema destra dell’AfD ha descritto la tassonomia Ue è complessivamente sbagliata: «E’ uno strumento di economia pianificata che porta a allocazioni errate. Ci sarà una distorsione del mercato». Ma le argomentazioni del governo contro l’energia atomica «Sono argomenti da scuola materna».
Die Linke ha risposto alla destra evidenziando le sue contraddizioni «L’inclusione dell’energia atomica nella tassonomia dell’Ue è fatale. L’energia nucleare non sarebbe mai competitiva senza sussidi governativi. L’energia atomica non avrebbe mai preso piede nel mercato. La tassonomia nel suo insieme è importante e ora non dovrebbe essere ridotta all’assurdo».
Al Bundestag la deputata dei Grünen Katrin Uhlig aveva chiesto a Scholz di chiarire il suo pensiero sull’importanza delle energie rinnovabili. E il cancelliere ha risposto che prevede un forte aumento della domanda di elettricità: «Già nel 2030 sarebbero necessari 800 terawattora. Il governo ora sta facendo decollare tutto questo».
Rispondendo a un’altra domanda della Uhlig, Scholz ha sottolineato che «Le attività a impatto climatico zero possono avere successo solo se utilizziamo più elettricità di quanto facciamo oggi. Se vogliamo operare in modo climaticamente neutro, entro il 2045 la domanda di elettricità potrebbe raddoppiare o triplicare. E’ necessario anche l’idrogeno. Si tratta di politica industriale per mantenere la prosperità del Paese».