Soluzioni nature-positive in Cina: 88 milioni di posti di lavoro e 1,9 trilioni di dollari in più entro il 2030

La Cina rischia i due terzi del PIL a causa della perdita della natura, ma è in buona posizione per guidare la transizione verso una nuova economia verde globale

[17 Gennaio 2022]

Secondo il rapporto “Seizing Business Opportunities in China’s Transition Towards a Nature-positive Economy”, pubblicato dal World Economic Forum (WEF) «Quasi 9 trilioni di dollari, due terzi del prodotto interno lordo (PIL) totale della Cina, sono a rischio distruzione a causa della perdita della natura».  Mentre «Rendere l’economia cinese ” nature-positive” potrebbe generare 1,9 trilioni di dollari di entrate annuali aggiuntive e creare 88 milioni di posti di lavoro entro il 2030».

L’amministratore delegato del WEF, Gim Huay Neo, è convinto che «Il Businesses  può creare un circolo virtuoso tra le persone, il pianeta e il profitto. Investire e vivere in armonia con la natura assicurerà megliori prestazioni e prosperità duratura. Le imprese cinesi possono sfruttare tecnologie e innovazione, adottando e promuovendo al contempo il Global Biodiversity Framework delle Nazioni Unite per plasmare collettivamente un futuro più resiliente e bello per la Cina». Una definizione di capitalismo virtuoso per un Paese che ancora si definisce comunista e il definitivo seppellimento che il capitalismo è sinonimo di democrazia.

Il nuovo rapporto WEF, realizzato in collaborazione con Golden Bee, mostra come si possano creare significative opportunità di business se si adottano nuove pratiche commerciali in tre sistemi socio-economici: cibo, suoli e oceani; infrastrutture e ambiente costruito; energia ed attività estrattive e sottolinea che «Questi sistemi sono interconnessi e possono sbloccare un potenziale economico non sfruttato».

Il rapporto evidenzia i progressi compiuti fino ad oggi, fornisce casi di studio e ofre raccomandazioni per accelerare la nuova crescita in questi tre sistemi.

Utilizzo di cibo, terra e mare: 6 transizioni possono produrre quasi 565 miliardi di dollari di entrate annuali aggiuntive e creare 34 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030. Una delle transizioni identificate è l’ecoturismo, che si prevede creerà circa 53 miliardi di dollari di entrate aggiuntive in Cina, fornendo la più grande opportunità di business nel ripristino accelerato dell’ecosistema e nell’evitare lo sfruttamento eccessivo della terra e degli oceani.

Infrastrutture e ambiente costruito: 5 transizioni per trasformare questo sistema potrebbero aggiungere circa 590 miliardi di dollari di entrate annuali e creare 30 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030. Un esempio di opportunità chiave nella trasformazione di questo sistema è la promozione dell’utilizzo dello smart parking, che nel 2020 aveva già raggiunto un valore di mercato di 94 miliardi di dollari, ma che dovrebbe crescere fino a circa 219 miliardi entro il 2025.

Energia e attività estrattive: 4 transizioni potrebbero creare quasi 740 miliardi di dollari di entrate aggiuntive all’anno e 23 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030. Il miglioramento del modo in cui le risorse vengono utilizzate o riutilizzate durante il ciclo di vita dei veicoli potrebbe creare circa 122 miliardi di dollari di valore commerciale e oltre 3,7 milioni di posti di lavoro nel 2030 in Cina.

Justin Lin Yifu, Dean, dell’Institute of New Structural Economics dell’università di Pechino, ricorda che «La natura è fondamentale per la continua prosperità e lo sviluppo sociale della Cina. E’ anche al centro della sua visione di “civiltà ecologica” ed è intrinsecamente legato alla sua agenda climatica. Sebbene la nostra economia stia attualmente affrontando un rischio non trascurabile dovuto alla perdita della natura, questo rapporto dimostra che intraprendere azioni audaci per “mettere la natura al primo posto” può garantire le nostre ambizioni economiche, sociali e climatiche creando al contempo un sostanziale business value».

Il rapporto WEF rapporto illustra anche come la Cina sia sulla buobna strada per diventare leader nell’economia carbon-neutral e nature-positive grazie alla sua visione di “civiltà ecologica” e attuando la sua nuova strategia nazionale di conservazione della biodiversità: «I potenziali guadagni per la Cina nella trasformazione della sua economia rappresentano quasi il 20% delle opportunità commerciali e della creazione di posti di lavoro globali».  Ma averte che «Mentre il mondo entra in un decennio decisivo per l’azione per la natura e il clima, il governo e le imprese cinesi devono lavorare a stretto contatto per aumentare l’ambizione globale sugli impegni in materia di biodiversità, guidare i cambiamenti politici e normativi, guidare le innovazioni tecnologiche e mobilitare gli investimenti».

Elizabeth Mrema, segretaria esecutiva della Convention on Biological Diversity dell’Onu, conclude:«La Cina è in una posizione unica per guidare un movimento globale verso un futuro positivo per la natura e a emissioni zero. In qualità di presidente e ospite della COP15 della Convention on Biological Diversity, fornisce la leadership nella definizione di un’agenda integrata che costruisce la resilienza sociale, economica ed ecologica».