Incitare invece di costringere: nudge per indurre le persone a cambiare comportamento su clima, cibo e pandemia
Alcune tecniche soft d'incentivo sono efficaci, ma vanno utilizzate nell'ambito di processi democratici e trasparenti
[18 Gennaio 2022]
Di fronte alla pandemia o al cambiamento climatico, i cittadini devono assolutamente cambiare le proprie abitudini per affrontare le sfide sociali odierne. Lo studio “The effectiveness of nudging: A meta-analysis of choice architecture interventions across behavioral domains”, pubblicato su PNAS da un team di ricercatori dell’Université de Genève (UNIGE) ha cercato di capire se sia possibile raggiungere questo obiettivo senza ricorrere a misure coercitive, ma utilizzando, “nudge”, incentivi, spintarelle,.
I ricercatori svizzeri spiewgano che «Apportando piccoli cambiamenti nel nostro ambiente, questi interventi mirano a promuovere determinati cambiamenti nel nostro comportamento, preservando la nostra libertà di scelta». E ,lo studio ha dimostrato l’efficacia di piccole misure come le etichette incentivanti o la riorganizzazione dell’approvvigionamento alimentare in una mensa.
All’UNIGE ricordano che «Sviluppata dall’economista americano Richard Thaler alla fine degli anni 2000, la teoria del “nudge” (o “coup de coude” in francese) si basa sul principio che le nostre scelte non sono determinate solo dalla nostra capacità di ragionare secondo i nostri interessi, ma sono anche influenzate da alcuni pregiudizi cognitivi, come le nostre emozioni, i nostri ricordi, l’opinione degli altri o la configurazione del nostro ambiente Giocare su questi elementi può quindi rivelarsi più efficace di un divieto o di una campagna di sensibilizzazione nell’incoraggiarci a modificare determinati comportamenti, nel nostro interesse o in quello della comunità».
E’ quello che nelle scienze comportamentali viene chiamato “agire sull’architettura della scelta”, come, ad esempio, quando in una mensa aziendale i piatti più sani vengono volutamente collocati in cima al menu, per incoraggiare i clienti a scegliere l’opzione migliore per la loro salute, ma senza violare la loro libertà di scelta. Questo tipo di intervento suscita quindi un interesse sempre maggiore all’interno della comunità scientifica e anche tra le autorità pubbliche.
Nonostante questa crescente popolarità, le performances dei “nudges” non erano ancora state studiate completamente e, grazie a una meta-analisi, il team di i ricerca UNIGE è riuscito a dimostrarne l’efficacia e ad identificare le aree nelle quali sono più rilevanti.
La principale autrice dello studio, la psicologa Stéphanie Mertens, del Laboratoire de décision du consommateur et de comportement durable dell’UNIGE slpiega che «Abbiamo raccolto più di 200 articoli scientifici pubblicati negli ultimi 15 anni sull’argomento, che rappresentano più di 450 strategie ‘nudge” esaminate»,.
Per realizzare questo studio, i ricercatori hanno classificato i “nudge” in tre gruppi: informazione, struttura, impegno. Nella prima serie, hanno riunito interventi il cui obiettivo è informare le persone al fine di motivarle a fare determinate scelte, come le etichette e l’etichettatura di tipo “nutri-score” che si trova su determinati prodotti alimentari. Nella seconda serie sono state raggruppate le tecniche relative alla struttura di un ambiente. Nella terza serie, hanno classificato i “nudge” che implicano una qualche forma di impegno, come una persona che smette di fumare e avvisa chi le è vicino che poi assumono la funzione di “custodia” nell'”architettura di scelta” del fumatore in astinenza.
Il team di scienziati ha concluso che «I tre gruppi di “nudge” sono efficaci. Tuttavia, le tecniche appartenenti al secondo gruppo (“struttura”) sono le più efficaci». Tobias Brosch, direttore del Laboratoire de décision du consommateur et de comportement durable, evidenzia che «All’interno di questi gruppi, abbiamo anche confrontato diverse aree di applicazione, come la salute, la finanza o il consumo di energia. Alla fine, abbiamo scoperto che scopriamo che è nel campo del cibo che le “spinterelle” funzionano meglio».
Il tream dell’UNIGE ha anche osservato disparità nella qualità degli studi prodotti sull’argomento negli ultimi 15 anni e Brosch conclude: «A causa dell’impatto che i “nudgle” possono avere sulla vita quotidiana dei cittadini, è essenziale che la qualità complessiva aumenti. Tutti i dati sintetizzati sono ora disponibili per i ricercatori. Questo studio vuole anche diventare un documento di riferimento per i decisori politici che vorrebbero implementare queste nuove pratiche. Tuttavia, bisogna tenere presente che i nudge sono strumenti potenti, come dimostra la nostra ricerca. I ”nudges” devono quindi essere usati con saggezza e nell’ambito di processi democratici e trasparenti».