Orologio della fine del mondo 2022: mancano 100 secondi alla mezzanotte (VIDEO)

Nucleare, clima, pandemie, fake news e tecnologie pericolose: il mondo a due passi dalla catastrofe

[25 Gennaio 2022]

Il 2022 Doomsday Clock Statement pubblicato dal Bulletin of Atomic Scientist  segna anche il 75esimo anniversario della comparsa dell’”orologio della fine del mondo”, ma è una celebrazione amarissima perché, mentre l’edizione precedente aveva dato qualche speranza sul fatto che l’umanità potesse invertire la sua marcia verso la catastrofe globale, ora le lancette del il Doomsday Clock sono rimaste soli 100 secondi a mezzanotte, mai così vicino all’apocalisse.

Gli scienziati spiegano che i 100 secondi alla mezzanotte del mondo si basano «Sulle continue e pericolose minacce poste da armi nucleari, cambiamenti climatici, tecnologie dirompenti e Covid-19. Tutti questi fattori sono stati esacerbati da un’ecosfera corrotta dell’informazione che mina il processo decisionale razionale».

Sharon Squassoni, dell’Institute for International Science and Technology Policy della George Washington University e co-presidente dello Science and Security Board (SASB), Bulletin of the Atomic Scientists, ha evidenziato che «Cento secondi alla mezzanotte riflettono il Il giudizio del  Board secondo cui siamo bloccati in un momento pericoloso, che non porta né stabilità né sicurezza. Gli sviluppi positivi nel 2021 non sono riusciti a contrastare le tendenze negative a lungo termine».

Il Bulletin of Atomic Scientist   è stato fondato nel 1945 da Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer, Eugene Rabinowitch e dagli scienziati dell’università di Chicago che avevabno contribuito a sviluppare le prime armi atomiche nel Progetto Manhattan ma che poi  hanno ritenuto che «non potevano rimanere in disparte rispetto alle conseguenze del loro lavoro» e hanno cercato di informare l’opinione pubblica e i politici sulle minacce all’esistenza umana create dall’uomo. Il Bulletin è stato fondato in base alla convinzione che «Poiché gli esseri umani hanno creato questi problemi, abbiamo l’obbligo e l’opportunità di risolverli».

Presentando il nuovo Doomsday Clock, Hank Green, autore di best seller e divulgatore scientifico del New York Times, ha conservato lo stesso preoccupato ottimismo di allora: «Nessuno cambia il mondo da solo. Non saremo tutti d’accordo, ma dobbiamo lavorare insieme. E insieme ce la faremo.

Ed è per questo che, nel 75esimo anniversario del Doomsday Clock, il Bulletin of Atomic Scientist  chiede a tutti di utilizzare i social media per condividere storie sulle azioni positive e s<le trategie su come possiamo lavorare insieme per salvare il mondo.

Le lancette del Doomsday Clock vengono spostate avanti o indietro ogni anno dallo Science and Security Board del Bulletin of the Atomic Scientists che si avvale del supporto del Bulletin’s Board of Sponsors, che comprende 11 premi Nobel. Negli ultimi due anni il Doomsday Clock è stato fissato a 100 secondi a mezzanotte, più vicino a mezzanotte che mai nella sua storia. Il 2022 Doomsday Clock Statement spiega che «La decisione non suggerisce in alcun modo che la situazione della sicurezza internazionale si sia stabilizzata. Al contrario, l’Orologio rimane il più vicino che sia mai stato a un’apocalisse che porrebbe fine alla civiltà perché il mondo rimane bloccato in

Rachel Bronson, presidente e CEO del Bulletin of the Atomic Scientists, ha però avvertito che «Il Doomsday Clock continua a fluttuare pericolosamente, ricordandoci quanto lavoro è necessario fare per garantire un pianeta più sicuro e più sano. Dobbiamo continuare a spingere le lancette dell’Orologio lontano dalla mezzanotte.

Il 2022 Doomsday Clock Statement  elenca i passi che dovrebbero essere fatti urgentemente per affrontare le attuali minacce e riporta consigli essenziali per riportare indietro le lancette del Doomsday Clock, come già successo altre volte:

I presidenti russo e statunitense dovrebbero identificare limiti più ambiziosi e globali alle armi nucleari e i delivery system entro la fine del 2022. Dovrebbero entrambi accettare di ridurre la dipendenza dalle armi nucleari limitando i loro ruoli, missioni e piattaforme e ridurre di conseguenza i budget.

Gli Stati Uniti dovrebbero persuadere alleati e rivali che non utilizzo di armi nucleari è il primo passo verso la sicurezza e la stabilità e poi dichiarare tale politica di concerto con la Russia (e la Cina).

Il presidente Biden dovrebbe eliminare l’autorità esclusiva dei presidenti degli Stati Uniti di lanciare armi nucleari e lavorare per persuadere altri Paesi con armi nucleari a mettere in atto barriere simili.

La Russia dovrebbe rientrare nel Consiglio NATO-Russia e collaborare alle misure di riduzione del rischio e di escalation.

La Corea del Nord dovrebbe codificare la sua moratoria sui test nucleari e sui test missilistici a lungo raggio e aiutare altri Paesi a verificare la moratoria sulla produzione di uranio arricchito e plutonio.

Iran e Stati Uniti devono tornare insieme al pieno rispetto del Joint Comprehensive Plan of Action e avviare nuovi e più ampi colloqui sulla sicurezza in Medio Oriente e sui vincoli missilistici.

Scott Sagan, del Center for International Security and Cooperation e del Freeman Spogli Institute della Stanford University e membro del SASB del  Bulletin ha fatto notare che «L’orologio non è bloccato da segnali di buone intenzioni, ma da prove di azione o in questo caso inazione. I segnali di nuove corse agli armamenti sono evidenti».

Gli Stati Uniti e altri leader dovrebbero lavorare attraverso l’Organizzazione mondiale della sanità e altre istituzioni internazionali per ridurre i rischi biologici di ogni tipo attraverso un migliore monitoraggio delle interazioni animali-uomo, miglioramenti nella sorveglianza e nella segnalazione internazionale delle malattie, maggiore produzione e distribuzione di forniture mediche e maggiore capacità ospedaliera.

I leader nazionali e le organizzazioni internazionali devono escogitare regimi più efficaci per monitorare la ricerca biologica e gli sforzi per lo sviluppo.

Asha M. George, direttore esecutivo della Bipartisan Commission on Biodefense e membro del SASB del Buletin, ha ricordato che «Per la lotta alla minaccia biologica, non possiamo più permetterci di concentrare tutti i nostri sforzi su altri pericoli. Se lo facciamo, le malattie e le vite che si prenderanno dono porteranno la lancetta dei secondi del Doomsday Clock più vicino a mezzanotte».

Governi, imprese tecnologiche, esperti accademici e organizzazioni dei media devono collaborare per identificare e implementare modi pratici ed etici per combattere la disinformazione e la misinformazione su Internet.

Herb Lin, ricercatore per la cyber policy e sicurezza al Center for International Security and Cooperation e alla Hoover Institution della Stanford University, e membro del SASB del Buletin ha commentato: «La tecnologia ha contribuito enormemente a creare un ambiente in cui nessuna prova concepibile o argomento razionale può persuadere i veri credenti a cambiare idea, e le fratture risultanti nella nostra comune comprensione di ciò che è vero si traducono in una nazione fortemente divisa contro se stessa».

Gli Stati Uniti e altri Paesi dovrebbero accelerare la loro decarbonizzazione, adeguando le politiche agli impegni. La Cina dovrebbe dare l’esempio perseguendo percorsi di sviluppo sostenibile – non progetti ad alta intensità di combustibili fossili – nell’iniziativa One Belt One Road.

Gli investitori privati ​​e pubblici devono reindirizzare i fondi dai progetti sui combustibili fossili agli investimenti rispettosi del clima.

I Paesi più ricchi del mondo devono fornire più sostegno finanziario e cooperazione tecnologica ai paesi in via di sviluppo per intraprendere una forte azione climatica. Gli investimenti perla ripresa post-Covid devono favorire la mitigazione climatica e gli obiettivi di adattamento in tutti i settori economici e affrontare l’intera gamma di potenziali riduzioni delle emissioni di gas serra, compresi gli investimenti di capitale nello sviluppo urbano, nell’agricoltura, nei trasporti, nell’industria pesante, negli edifici e negli elettrodomestici e nell’energia elettrica.

In ogni ragionevole occasione, i cittadini di tutti i Paesi devono ritenere responsabili i loro rappresentanti politici locali, regionali e nazionali e i leader aziendali e religiosi chiedendo loro: «Cosa stai facendo per affrontare il cambiamento climatico?»

Il fisico Raymond Pierrehumbert dell’università di Oxford, autore principale del terzo rapporto di valutazione dell’IPCC e membro del del SASB del Bulletin ha concluso: «L’esperienza di una crisi climatica sempre più profonda quest’anno ha animato proteste e altre manifestazioni di allarme della società civile. Queste azioni focalizzano l’attenzione dell’opinione pubblica sul cambiamento climatico e ne aumentano la rilevanza politica, ma se trasformeranno politiche, investimenti e comportamenti rimane tra le questioni più importanti che la società globale deve affrontare».

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