Il futuro dell’inverno: basse emissioni di CO2 vitali per rallentare il riscaldamento

Entro la fine del secolo il nord-est Usa potrebbe avere inverni senza neve

[4 Febbraio 2022]

Anche se New York è appena stata colpita da una gigantesca tempesta di neve, in Nord America gli inverni si stanno riscaldando più velocemente delle estati  e questo ha un impatto su tutto, dagli ecosistemi all’economia. I modelli climatici globali indicano che questo trend continuerà nei futuri inverni, ma sull’entità del riscaldamento c’è incertezza.  Lo studio “Future of Winter in Northeastern North America: Climate Indicators Portray Warming and Snow Loss that will Impact Ecosystems and Communities”, pubblicato su Northeastern Naturalist da un team di ricercatori statunitensi di università del New Hampshire (UNH), Appalachian Mountain Club, Hubbard Brook Research Foundation e canadesi dell’università di Winnipeg, si è concentrato sul ruolo delle emissioni di anidride carbonica in questa equazione ed  esaminando gli effetti di livelli elevati e bassi di emissioni di CO2 sui futuri scenari di riscaldamento climatico, ha scoperto che «Una riduzione delle emissioni potrebbe preservare quasi tre settimane di innevamento e temperature sotto lo zero».

La principale autrice dello studio, Elizabeth Burakowski dell’Earth Systems Research Center dell’UNH. Ricorda che «Le colline sciistiche locali del New England mi hanno fatto amare l’inverno e la neve. Ma gli inverni sono vitali per tutti noi e intraprendere azioni serie ora per limitare o rallentare il riscaldamento invernale potrebbe significare preservare molti scopi fondamentali del freddo, tra cui fornire una maggiore protezione invernale per gli animali dei boschi, prevenire la diffusione di parassiti invasivi delle foreste e aumentare la capacità delle stazioni sciistiche di produrre neve, proteggendo l’economia mantenendo l’industria ricreativa multimilionaria della zona».

Per determinare l’effetto della riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra. lo studio ha analizzato 29 diversi modelli climatici nell’atmosfera arrivanndo alla conclusione che «Al ritmo attuale, entro la metà del secolo (2040–2069) le aree sciistiche del Nord America dovranno affrontare un calo fino al 50% nei giorni in cui le condizioni sarebbero favorevoli per innevare. La limitazione delle emissioni potrebbe rallentare il calo dei giorni di innevamento solo del 10-30%».

Anche le giornate più fredde (sotto lo zero) e la conservazione del manto nevoso sono fondamentali per fornire habitat invernali e protezione per animali come i porcospini e i piccoli mammiferi carnivori, ma i ricercatori hanno scoperto che «All’attuale tasso di riscaldamento, i manti nevosi profondi potrebbero diventare sempre più di breve durata, diminuendo dai due mesi storici di subnivium, o habitat sotto la neve, a meno di un mese.

Tra il 1980 e il 2005, il numero di giorni innevati nel nord-est Usa è stato di 95 giorni. Nello scenario a basse emissioni si ridurrebbero a 72 giorni, nello scenario ad alte emissioni a solo 56 giorni. Gli Stati Usa del New Jersey, Rhode Island e Connecticut potrebbero aspettarsi tra i 20 e gli 0 giorni di innevamento a stagione, ma nello scenario di emissioni più elevate, entro la fine del secolo, è più probabile che abbiano un inverno senza neve.

Un’altra autrice dello studio, Alexandra Contosta dell’Institute for the Study of Earth, Oceans dell’UNH, conclude: «Gli scenari delle emissioni svolgono un ruolo fondamentale nella perdita delle condizioni invernali, indicando un potenziale raddoppio della perdita di giornate fredde e di manto nevoso in condizioni di emissioni più elevate. Questi cambiamenti potrebbero interrompere e cambiare per sempre alcuni sistemi sociali ed ecologici molto significativi che storicamente hanno fatto affidamento su inverni freddi e nevosi per l’habitat, le risorse idriche, la salute delle foreste, le economie locali, le pratiche culturali e il benessere umano».