One Ocean Summit in Francia: gli impegni per preservare un oceano sano e sostenibile

Gli ambientalisti: no al blue washing di Macron. Stop all’estrazione mineraria sottomarina e impegni veri per proteggere il 30% degli oceani

[9 Febbraio 2022]

Oggi comincia a Brest, in Francia, l’One Ocean Summit che, fino all’11 febbraio, punta a  mobilitare la comunità internazionale affinché intraprenda azioni concrete per preservare e sostenere un oceano sano e sostenibile. Il summit, che si svolge nell’ambito della presidenza di turno francese del Consiglio dell’Unione Europea e con il sostegno dell’Onu, è il primo grande evento del “super anno” per l’oceano e dà il  via al secondo anno del decennio oceanico con i primi grandi impegni internazionali per proteggere l’oceano e invertire la sua salute in declino.

L’obiettivo dichiarato di One Ocean Summit è quello di «Aumentare il livello di ambizione collettiva della comunità internazionale sulle questioni marine e tradurre la nostra responsabilità condivisa per l’oceano in impegni tangibili». Per questo l’Intergovernmental Oceanographic Commission  dell’Unesco (IOC Unesco) ha lavorato a stretto contatto con il governo francese per coordinare il programma scientifico del vertice e «Garantire che affronti le sfide chiave e le tendenze emergenti nella conoscenza quando si tratta di trovare soluzioni oceaniche per lo sviluppo sostenibile».  Combinando competenze scientifiche e educative globali, l’Unesco e il suo IOC hanno anche contribuito all’integrazione della cultura oceanica nel programma del vertice, con un seminario dedicato per fare il punto sullo sviluppo delle comunità di cultura oceanica in tutto il mondo.

Tra oggi e domani verranno organizzati più di 30 eventi (workshop, forum, tavole rotonde e altre iniziative). Il 10 febbraio l’Unesco organizza due workshop tematici: “The Science we Need for the Ocean we Want” ed “Educate to the Sea, Ocean for Youth”  «per far avanzare le conoscenze in oceanografia e sostenere la conservazione e la gestione sostenibile dell’oceano».

L’11 febbraio, il presidente francese Emmanuel Macron riunirà in un vertice di alto livello, la comunità marittima internazionale, i capi di Stato e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, le istituzioni multilaterali, leader aziendali e politici e della società civile, per assumere impegni ambiziosi durante il segmento di alto livello che concluderà il Summit e nel quale verranno lanciate «diverse importanti iniziative a favore della protezione degli ecosistemi marini e della pesca sostenibile, volte a combattere l’inquinamento, in particolare da plastica, a rispondere agli impatti dei cambiamenti climatici, nonché a sostenere una migliore governance oceanica».

Ma Greenpeace France, che contesta il Summit insieme ad altre associazioni, ricorda che gli oceani se la passano male: «Oltre alla pesca eccessiva, all’inquinamento e al riscaldamento globale, c’è una nuova minaccia: l’estrazione in acque profonde, che potrebbe iniziare nel 2023, con il supporto di Emmanuel  Macron. All’One Ocean Summit, la Francia deve uscire dalla sua posizione di pura comunicazione e assumere forti impegni per proteggere gli oceani». E Grenpeace promette battaglia.

Probabilmente gli ambientalisti hanno ragione quando dicono che Macron approfitterà del Summit per ricostruirsi – a due mesi dalle elezioni presidenziali, e nel bel mezzo della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea – un’immagine di difensore dell’ambiente, ma Greenpeace France lo mette di fronte a obiettivi precisi: «Abbiamo un’aspettativa cruciale per  questo vertice: che la Francia dimostri una reale volontà di sostenere un ambizioso trattato internazionale per l’alto mare, che consenta la creazione di una vasta rete di riserve marine che proteggano almeno il 30% degli oceani entro il 2030. Questa è la richiesta che stiamo facendo, insieme alla comunità scientifica internazionale. Questo trattato sarà negoziato a marzo all’Onu e faremo in modo che la Francia sia all’altezza. Ma abbiamo buone ragioni per dubitare della reale ambizione politica di E. Macron, oltre l’esercizio di comunicazione».

E per gli ambientalisti sulle miniere sottomarine Macron va controcorrente: «Può atteggiarsi a protettore degli oceani, ma la realtà è ben diversa: sostiene l’attività mineraria in acque profonde. Se questa industria avrà il via libera nel 2023, sarà un disastro incalcolabile, per la vita marina e per il clima. Consiste nell’arare i fondali per estrarre minerali considerati preziosi. Il risultato? Specie marine ed ecosistemi fantastici minacciati e carbonio che fuggirebbe dalle profondità, devastando ulteriormente il clima».

Per questo Greenpeace France annuncia che da oggi all’11 febbraio sarà a Brest per partecipare all’One Ocean Summit e per «Mantenere la pressione sul governo francese.  Emmanuel Macron deve smettere a tutti i costi di attardarsi sulle attività minerarie in acque profonde e impegnarsi per un trattato internazionale per l’alto mare che sia degno di questo nome. E potremo ricordarglielo»

Inoltre, per l’11 febbraio, Association Pleine Mer e Greenpeace France stanno organizzando a Brest la manifestazione “Protection des océans : E. Macron au sommet de l’hypocrisie!”. Diverse associazioni e collettivi considerano l’One Ocean Summit «Una vera e propria operazione di “Blue Washing”: miniere d’altura, acquacoltura intensiva, pesca industriale… Le attività propagandate durante questo vertice rappresentano una minaccia per gli oceani e per coloro che ne vivono. Sfortunatamente, questo tipo di evento che pretende di fornire soluzioni alla crisi oceanica consente sprattutto alle multinazionali di realizzare profitti sfruttando ecosistemi e lavoratori».

Secondo Pleine Mer, «La crescita blu vantata durante questo Summit è un’applicazione delle teorie neoliberiste agli ecosistemi marini. Questo approccio minaccia i pescatori artigianali e le comunità costiere, incoraggiando la pesca industriale, l’attività mineraria in acque profonde o lo sviluppo di complessi militari-industriali».

Le due associazioni francesi concludono; «Come al solito, Emmanuel Macron fa soprattutto il doppio gioco: nonostante le belle parole a favore degli oceani, sostiene lo sviluppo dell’estrazione mineraria d’alto mare, un’industria dannosa che potrebbe essere un disastro per il clima e la biodiversità marina».