Inquinamento acustico urbano, incendi e cambiamenti fenologici: le minacce ambientali incombenti
Rapporto Frontiers Unep, aspetti della triplice crisi planetaria: cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità
[18 Febbraio 2022]
Gli incendi boschivi sono sempre più grandi e avvengono sempre più spesso, l’inquinamento acustico urbano sta diventando una minaccia per la salute pubblica globale e le discrepanze fenologiche – interruzioni e cambiamenti nei cicli di vita nei sistemi naturali – stanno causando conseguenze ecologiche. Secondo il nuovo rapporto Frontiers, “Noise, Blazes and Mismatches: Emerging Issues of Environmental Concern”, pubblicato dall’United Nations environment programme (Unep) sono questi i rischi ambientali globali che richiedono maggiore attenzione,
La quarta edizione del Rapporto Frontiers, pubblicato per la prima volta nel 2016 e che avvertiva del crescente rischio di malattie zoonotiche 4 anni prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, viene pubblicato a pochi giorni dall’inizio dell’United Nations Environment Assembly e speriamo che questa volta venga preso un po’ più sul serio.
La direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, ha evidenziato che «Il Rapporto Frontiers identifica e offre soluzioni a tre questioni ambientali che meritano attenzione e azione da parte dei governi e dell’opinione pubblica in generale. Inquinamento acustico urbano, incendi e cambiamenti fenologici – i tre temi di questo rapporto Frontiers – sono questioni che evidenziano l’urgente necessità di affrontare la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità».
E l’Unep illustra i rischi crescenti per l’umanità e l’ambiente:
L’inquinamento acustico nelle città è un pericolo crescente per la salute pubblica.
I suoni indesiderati, prolungati e di alto livello provenienti dal traffico stradale, ferroviario o dalle attività ricreative compromettono la salute e il benessere dell’uomo. Questo include fastidio cronico e disturbi del sonno, con conseguenti gravi malattie cardiache e disturbi metabolici come diabete, problemi di udito e salute mentale peggiore.
L’inquinamento acustico provoca già 12.000 morti premature ogni anno nell’Unione europea e colpisce un cittadino dell’UE su cinque. I livelli di rumore accettabili sono superati in molte città del mondo, tra le quali Algeri, Bangkok, Damasco, Dhaka, Ho Chi Minh City Ibadan, Islamabad e New York.
Ad essere particolarmente colpiti sono i giovanissimi, gli anziani e le comunità emarginate in in prossimità di strade a alto elevatoo, aree industriali e lontane dagli spazi verdi.
E’anche una minaccia per gli animali, alterando le comunicazioni e il comportamento di varie specie, inclusi uccelli, insetti e anfibi.
Allo stesso tempo, i suoni naturali possono offrire diversi benefici per la salute. Gli urbanisti dovrebbero dare priorità alla riduzione del rumore alla fonte con investimenti nella mobilità alternativa e infrastrutture urbane che creano paesaggi sonori positivi come cinture di alberi, pareti verdi, tetti verdi e più spazi verdi nelle città. Esempi positivi includono la Ultra-Low Emission Zone di Londra, le nuove piste ciclabili su strade larghe di Berlino e il piano nazionale egiziano per combattere il rumore.
I lockdowns del Covid-19 hanno portato un nuovo apprezzamento per gli spazi verdi e la riduzione del rumore del traffico urbano. I programmi intesi a “ricostruire meglio” rappresentano un’opportunità sottoutilizzata per i responsabili politici, gli urbanisti e le comunità di creare spazi verdi aggiuntivi per tutti.
Si prevede che la stagione pericolosa per gli incendi sia destinata a peggiorare.
Tra il 2002 e il 2016, ogni anno è bruciata una media di circa 423 milioni di ettari o 4,23 milioni di km quadrati di superficie terrestre – un’area grande circa l’intera Unione Europea –, facendo diventare gli incendi più comuni negli ecosistemi misti di foresta e savana. Si stima che circa il 67% dell’area globale annuale bruciata da tutti i tipi di incendi, compresi gli incendi boschivi, si trovasse nel continente africano.
Si prevede che le condizioni meteorologiche pericolose per gli incendi boschivi diventeranno più frequenti e intense e dureranno più a lungo, anche in aree precedentemente non interessate dagli incendi. Incendi estremamente intensi possono innescare temporali nei pennacchi di fumo che aggravano gli incendi a causa di velocità del vento irregolari e generano fulmini che accendono altri incendi ben oltre il fronte del fuoco, un pericoloso circuito di feedback.
Questo è dovuto ai cambiamenti climatici, comprese le temperature più calde e le condizioni più asciutte con siccità più frequenti . Il cambiamento dell’utilizzo del suolo è un altro fattore di rischio, compreso il disboscamento commerciale e la deforestazione per creare fattorie, pascoli e l’espansione urbana. Un’ulteriore causa della proliferazione degli incendi boschivi è l’aggressiva soppressione del fuoco naturale, essenziale in alcuni sistemi naturali per limitare le quantità di materiale combustibile, e politiche di gestione degli incendi inadeguate che escludono le pratiche tradizionali di gestione degli incendi e le conoscenze indigene.
Gli effetti a lungo termine sulla salute umana si estendono al di là di coloro che combattono incendi, gli evacuati o che subiscono perdite. Il fumo e il particolato degli incendi provocano conseguenze significative per la salute negli insediamenti sottovento, a volte a migliaia di chilometri dalla fonte, con impatti spesso esacerbati tra coloro che hanno malattie preesistenti, donne, bambini, anziani e poveri. Si prevede inoltre che i cambiamenti nei regimi degli incendiporteranno a una massiccia perdita di biodiversità, mettendo in pericolo oltre 4.400 specie terrestri e d’acqua dolce.
Gli incendi producono black carbon e altri inquinanti che possono inquinare le fonti d’acqua, aumentare lo scioglimento dei ghiacciai, causare frane e proliferazioni algali su vasta scala negli oceani e trasformare i pozzi di carbonio come le foreste pluviali in fonti di carbonio.
Il rapporto chiede maggiori investimenti per ridurre i rischi di incendi; sviluppo di approcci di prevenzione e gestione della risposta che includano comunità vulnerabili, rurali, tradizionali e indigene e ulteriori perfezionamenti nelle capacità di telerilevamento, come satelliti, radar e rilevamento dei fulmini.
Il cambiamento climatico sconvolge i ritmi naturali di piante e animali.
La fenologia è la tempistica delle fasi ricorrenti del ciclo di vita, guidate dalle forze ambientali, e il modo in cui, all’interno di un ecosistema, le specie interagenti rispondono alle mutevoli condizioni. Le piante e gli animali negli ecosistemi terrestri, acquatici e marini utilizzano la temperatura, la durata del giorno o le precipitazioni come indizi per quando produrre foglie, fiori, frutti, riprodursi, nidificare, impollinare, migrare o trasformarsi in altri modi.
I cambiamenti fenologici si verificano quando le specie spostano i tempi delle fasi del ciclo di vita in risposta alle mutevoli condizioni ambientali alterate dai cambiamenti climatici. La preoccupazione deriva dal fatto che le specie interagenti in un ecosistema non sempre spostano i tempi nella stessa direzione o alla stessa velocità. Questi cambiamenti fenologici sono sempre più disturbati dai cambiamenti climatici, spingendo piante e animali fuori sincronia con i loro ritmi naturali e portando a disallineamenti, come quando le piante cambiano le fasi del ciclo di vita più velocemente degli erbivori.
Le specie migratrici su lunga distanza sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti fenologici. I segnali climatici locali che normalmente innescano la migrazione potrebbero non prevedere più accuratamente le condizioni nella loro destinazione e nei siti di sosta lungo il percorso.
I cambiamenti fenologici nelle colture in risposta alle variazioni stagionali renderanno difficile la produzione alimentare di fronte al cambiamento climatico. I cambiamenti nella fenologia di specie marine commercialmente importanti e delle loro prede hanno conseguenze significative per la produttività degli stock ittici e della pesca.
L’impatto completo dei disallineamenti fenologici richiede uteriori ricerche. Il mantenimento di habitat adeguati e della connettività ecologica, il rafforzamento dell’integrità della diversità biologica, il coordinamento degli sforzi internazionali lungo le rotte migratorie, il sostegno della resilienza e il mantenimento della variazione genetica all’interno delle specie sono obiettivi di conservazione cruciali. Soprattutto, è essenziale limitare il tasso di riscaldamento riducendo le emissioni di CO2.