Il livello del mare si sta innalzando sempre più velocemente
Uno studio delle agenzie governative Usa che è una condanna per molte comunità costiere e insulari e tartarughe marine
[21 Febbraio 2022]
Il rapporto “Global and Regional Sea Level Rise Scenarios for the United States“ pubblicato recentemente dalla Task Force Interagency di Sea Level Rise and Coastal Flood Hazard and Tools (NOAA, NASA Environmental Protection Agency, U.S. Geological Survey. Federal Emergency Management Agency e Army Corps of Engineers) è il 2022 Sea Level Rise Technical Report Usa che si occupa dell’l’innalzamento del livello del mare lungo le coste statunitensi entro il 2150, ma riguarda anche quel che sta avvenendo già oggi e tutto il mondo e fornisce informazioni per aiutare le comunità a valutare i potenziali cambiamenti nell’altezza media della marea e nelle frequenze di soglia specifiche della loro altezza, mentre si sforzano di adattarsi all’innalzamento del livello del mare.
Il rapporto evidenzia 4 punti principali:
I prossimi 30 anni di innalzamento del livello del mare. Si prevede che il livello del mare lungo la costa degli Stati Uniti aumenterà, in media, di 25 – 30 centimetri nei prossimi 30 anni (2020 – 2050), che sarà tanto quanto l’aumento misurato negli ultimi 100 anni ( 1920 – 2020). L’innalzamento del livello del mare varierà a livello regionale lungo le coste degli Stati Uniti a causa dei cambiamenti sia nell’altezza della terra che nell’oceano. Si prevede che l’aumento nei prossimi tre decenni sarà, in media: 25 – 35 cm per la costa orientale; 35 – 45 cm per la costa del Golfo; 10 – 20 cm per la costa occidentale; 2°0 – 25 cm per i Caraibi; 15 – 20 cm per le isole Hawaii; 20 – 25 cm per l’Alaska settentrionale.
Alla NOAA sottolineano che «Questo rapporto fornisce una maggiore fiducia nelle stime dell’innalzamento del livello del mare fino al 2050 rispetto al precedente rapporto del 2017 grazie ai progressi nella scienza del livello del mare, come compreso nel Sixth Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, e dall’utilizzo di più linee di prova: entrambi i trend nell’entità dell’innalzamento relativo del livello del mare già osservati e i modelli del futuro innalzamento del livello del mare corrispondono strettamente l’uno all’altro nei prossimi 30 anni».
Inondazioni più dannose. L’innalzamento del livello del mare creerà un profondo cambiamento nelle inondazioni costiere nei prossimi 30 anni, provocando l’aumento dell’altezza delle maree e delle mareggiate fino a raggiungere l’entroterra. Entro il 2050 si prevede che le inondazioni “moderate” si verificheranno, in media, più di 10 volte più spesso di oggi e potranno essere intensificate da fattori locali. Con questo cambiamento, le inondazioni “moderate” (tipicamente dannose) si verificheranno più frequentemente nel 2050 (4 eventi/anno) rispetto alle inondazioni “minori” (per lo più dirompenti, fastidiose o di alta marea) che si verificano oggi (3 eventi/anno). Si prevede che nel 2050 inondazioni “gravi” (spesso distruttive) si verificheranno 5 volte più spesso (0,2 eventi/anno) rispetto a oggi (0,04 eventi/anno). Queste medie verranno superate in alcune località degli Stati Uniti a causa della variabilità regionale e di anno in anno.
Le inondazioni costiere possono essere esacerbate da molti fattori che non sono inclusi in queste stime, come precipitazioni, portate dei fiumi, impatti delle onde come l’erosione costiera e infrastrutture esistenti. Senza ulteriori misure di riduzione del rischio, le infrastrutture costiere, le comunità e gli ecosistemi degli Stati Uniti dovranno affrontare maggiori impatti.
Le emissioni contano. Le emissioni attuali e future contano. Circa 60 centimetri di innalzamento del livello del mare lungo la costa degli Stati Uniti sono sempre più probabili tra il 2020 e il 2100 a causa delle emissioni avvenutre fino ad oggi. La mancata riduzione delle emissioni future potrebbe causare un ulteriore aumento di 5 cm – 1,5 metri, per un totale di 1,1 – 2,1 metri entro la fine di questo secolo.
Come spiega la Task Force Interagency, «Le emissioni attuali e future determineranno la quantità di ulteriore aumento in futuro: maggiori sono le emissioni, maggiore è il riscaldamento e maggiore è la probabilità di livelli del mare più elevati. Al di sopra di 3° C di riscaldamento globale, diventa possibile un aumento del livello del mare molto maggiore per gli Stati Uniti e nel mondo a causa del potenziale di rapido scioglimento delle calotte glaciali in Groenlandia e in Antartide. La quantità di riscaldamento aggiuntivo necessaria per innescare questo è sconosciuta perché l’instabilità della calotta glaciale è difficile da modellare e vi è una grande variabilità negli attuali approcci di modellazione. Sono in corso sforzi per migliorare la nostra comprensione delle dinamiche della calotta glaciale al fine di proiettare con maggiore precisione il futuro innalzamento del livello del mare in risposta alle continue emissioni e al riscaldamento».
Tracciamento continuo. Il monitoraggio continuo di come e perché il livello del mare sta cambiando è una parte importante dell’informazione dei piani di adattamento. Le Agenzia Usa sottolineano che «La nostra capacità di monitorare e comprendere i singoli fattori che contribuiscono all’innalzamento del livello del mare ci consente di tracciare i cambiamenti del livello del mare in un modo che non è mai stato possibile prima (ad esempio, utilizzando i satelliti per tracciare il livello globale degli oceani e lo spessore della calotta glaciale). Poiché il livello del mare continua a salire, il monitoraggio continuo e ampliato sarà fondamentale. Le agenzie federali statunitensi che effettuano il monitoraggio e la valutazione continui dei contributi chiave delle fonti di innalzamento del livello del mare che interessano le coste statunitensi, come il contenuto di calore oceanico, la perdita di massa di ghiaccio dalla Groenlandia e dall’Antartide, il movimento verticale del terreno e i cambiamenti nella Corrente del Golfo, possono fornire indicazioni precoci di cambiamento nella traiettoria dell’innalzamento del livello del mare, che può informare i cambiamenti nella pianificazione dell’adattamento.
L’amministratore della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) Rick Spinrad, ha detto: Quello che riportiamo è storico. Dice agli americani che, in media, il livello del mare sulle loro coste salirà da 10 a 12 pollici nei prossimi 30 anni e 2 piedi entro la fine del secolo. E questa è una stima prudenziale».
La pensa così anche Nicole LeBoeuf, direttrice del National Ocean Service della NOAA: «Sono cresciuta sulla costa del Golfo del Texas e sappiamo che l’oceano e la costa cambiano sempre. Questi non sono i tipi di cambiamenti con cui siamo cresciuti. Ci sarà un forte aumento delle inondazioni costiere con tempeste o forti piogge … e inondazioni da alta marea».
Andrea Dutton, una ricercatrice che si occupa dell’innalzamento del livello per l’università del Wisconsin, ha detto a Inside Climate News che «Il rapporto conferma che le cose andranno male velocemente. Il rapporto dimostra che entro il 2050ci sarà un cambiamento importante nei modelli di inondazione sulle coste degli Stati Uniti, causato in gran parte dall’innalzamento del livello del mare».
Per la Dutton è come se fossimo di fronte a un treno in corsa e non avessimo ancora deciso come fermarlo, inoltre, «Il rapporto solleva anche preoccupazioni sui “punti di non ritorno” del livello del mare, incluso un rapido aumento dello scioglimento delle banchise di ghiaccio polare, che potrebbe stimolare un aumento molto più rapido. Se le banchise ghiacciate intorno all’Antartide iniziano a perdere stabilità, o se iniziano a fratturarsi in enormi lastre, il sistema supererà una soglia, e non possiamo fermarlo. In questo momento, stiamo misurando l’innalzamento del livello del mare in millimetri all’anno. Se superiamo quei punti critici, saranno centimetri all’anno. Non sai mai dove sia il punto di svolta finché non lo superi, e in questo momento sembra che siamo o molto vicini a una maggiore instabilità della calotta glaciale marina. Ma il punto di svolta è chiaramente abbastanza vicino che dovrebbe essere fatto tutto il possibile per evitare che le banchise di ghiaccio antartiche si ritirino ulteriormente. E ci sono anche punti di non ritorno a terra legati al livello del mare. Sebbene il livello del mare aumenti gradualmente, è già vicino a gran parte delle infrastrutture costiere degli Stati Uniti, con l’acqua di mare che inonda i sistemi di drenaggio e persino alcune riserve di acqua potabile. Lungo alcune coste, sistemi naturali come dune e paludi possono trattenere un po’ il mare, ma una volta che il mare si alza al di sopra di loro, può diffondersi nell’entroterra, una grande preoccupazione per la Florida, dove gran parte del territorio è appena sopra il livello del mare. Siamo pieni fino all’orlo, E se superi il colmo può succedere molto».
Secondo la Dutton, «Insieme agli impatti fisici diretti, potrebbe essere il momento di iniziare a pensare all’innalzamento del livello del mare nel contesto della perdita, del lutto e dell’accettazione. E’ come quando ti rendi conto per la prima volta da bambino che le persone un giorno moriranno. Accettare che il futuro apparirà e sarà diverso è un primo passo. A volte ho la sensazione che, invece della scienza e dell’ingegneria, dovremmo investire denaro nella consulenza sul dolore per le comunità costiere».
Nonostante esistano modi ben noti, anche se costosi, per proteggere alcuni luoghi, con dighe o argini o il ripristino di ecosistemi costieri come le zone umide e le foreste di mangrovie, la Dutton fa notare che «La costa si sposterà, alcuni posti semplicemente non saranno in grado di persistere».
E non saranno solo gli esseri umani ad essere colpiti: se il rapporto rappresenta una condanna a morte per diversi piccoli Stati insulari, se i pescatori dei Paesi poveri non avranno più spiagge dove tirare in secco le loro barche (e i turisti per mettere gli ombrelloni) i rapidi cambiamenti delle temperature e del livello del mare stanno minacciando le tartarughe marine, che esistono da più di 100 milioni di anni e che si sono adattate a mega cambiamenti climatici avvenuti su una scala temporale geologica molto più lenta. Ma il livello del mare sale molto più velocemente di quanto le spiagge possano ripristinarsi e sommergerà molti dei loro d siti di nidificazione, tanto che diversi studi dimostrano che l’aumento dell’erosione delle spiagge è una gravissima minaccia chiave per le tartarughe marine a livello globale. In alcuni casi, i ricercatori hanno anche documentato che le tartarughe sembrano strisciare più lontano dall’oceano per allontanarsi dall’acqua che sale, ma questo le porta a scavare i loro nidi in una sabbia molto più calda, il che influisce sul numero di uova che si schiudono e sul sesso dei piccoli. Se fa troppo caldo, alcune tartarughe potrebbero estinguersi perché si schiudono solo femmine.
Anche le aree di nidificazione degli uccelli costieri nelle paludi verranno sommerse dall’oceano e, dato che l’urbanizzazione costiera ha già cambiato molti estuari, per alcune specie non sono rimaste a disposizione molte opzioni. L’US Geological Survey sta monitorando diverse specie di piccoli mammiferi delle paludi costiere che potrebbero presto estinguersi.
Altri studi suggeriscono che il rapido innalzamento del livello del mare potrebbe spazzare via le foreste di mangrovie costiere che attualmente proteggono le comunità costiere. Le mangrovie stoccano anche molta CO2, quindi la loro perdita causerebbe anche un aumento dei livelli di gas serra e un ulteriore riscaldamento climatico.
Natalie Snider, vicepresidente dell’Environmental Defense Fund, conclude: «Il nuovo rapporto federale migliora la fiducia nella proiezione dei livelli di innalzamento del livello del mare, in particolare per i prossimi 30 anni. Questo è importante per le decisioni a breve termine su come proteggere le persone e gli ecosistemi. Ci sarà anche molto da pensare a come sostenere alcune comunità non saranno in grado di rimanere dove sono. In alcunbi luoghi, diverse persone, , per lo più bianchi benestanti, hanno già raggiunto e affrontato il loro punto di non ritorno, lasciandosi dietro una popolazione svantaggiata che non ha la capacità di spostarsi».