Truppe russe nelle due repubbliche ribelli dell’Ucraina: il dibattito al Consiglio di sicurezza dell’Onu

La Russia: dagli occidentali reazioni emotive. Onu: violata l’integrità territoriale dell’Ucraina

[22 Febbraio 2022]

Ieri, «Con grande preoccupazione e tristezza», Rosemary A. DiCarlo, a capo della politica e del peacebuilding delle Nazioni Unite ha aperto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla «Pericolosa situazione in corso in Ucraina e nei dintorni. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi».

La DiCarlo ha ricordato che «La decisione della Russia di riconoscere l’indipendenza di alcune aree delle regioni di Donetsk e Luhansk, in violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, rischia di avere ripercussioni regionali e globali. Ci rammarichiamo anche per l’ordine odierno di schierare truppe russe nell’Ucraina orientale, secondo quanto riferito in una missione di mantenimento della pace. Gli sviluppi hanno fatto seguito alla decisione di ordinare un’evacuazione di massa dei civili residenti a Donetsk e Luhansk nella Federazione Russa»

La DiCarlo ha anche espresso preoccupazione per «L’escalation dei bombardamenti lungo la linea di contatto, che, secondo quanto riferito, hanno provocato numerose vittime». Prima che le truppe russe passassero il confine delle due Repubbliche popolari ribelli,  delle truppe russe, la Missione speciale di monitoraggio dell’OSCE aveva contato  3.231 violazioni del cessate il fuoco nell’area del Donbas dal 18 al 20 febbraio: 1.073 violazioni del cessate il fuoco, comprese 926 esplosioni nella regione di Luhansk, e 2.158 violazioni del cessate il fuoco, di cui 1.100 esplosioni, nella regione di Donetsk.

La DeCarlo ha  detto: «Ricordiamo a tutti i soggetti coinvolti le loro responsabilità ai sensi del diritto internazionale umanitario e del diritto dei diritti umani. Sebbene l’Onu non sia in grado di verificare le numerose affermazioni avanzate da vari attori, esprimo  preoccupazione per le notizie di vittime civili, il targeting di infrastrutture civili critiche e le evacuazioni in corso. Segnalo anche le possibili implicazioni che gli ultimi sviluppi avranno sui quadri negoziali esistenti. Tra i rischi e le incertezze attuali, è ancora più importante portare avanti il ​​dialogo. La negoziazione è l’unico modo” per affrontare le differenze. Prima di ogni ulteriore escalation, invito tutti gli attori interessati a concentrare i propri sforzi sull’immediata cessazione delle ostilità. I civili e le infrastrutture civili devono essere protetti e devono essere evitate azioni e dichiarazioni che potrebbero peggiorare la situazione. Nelle ultime settimane attori chiave sono stati impegnati in “intensi sforzi diplomatici” per scongiurare una nuova esplosione di un conflitto nel cuore dell’Europa».

La  DiCarlo ha ribadito il fermo impegno dell’Onu nei confronti dell’Ucraina  «Membro fondatore delle Nazioni Unite, mentre continua a perseguire l’agenda di riforme democratiche 30 anni dopo l’indipendenza. Durante questo periodo difficile, ci impegniamo a rimanere, consegnare e rimanere pienamente operativi in ​​Ucraina, comprese le regioni di Donetsk e Luhansk. La sicurezza e l’incolumità di tutto il nostro personale sono la massima preoccupazione per l’Organizzazione e devono essere rispettate da tutte le parti». Ma non si nascinde che le prossime ore e i prossimi giorni saranno critici e che il segretario generale dell’Onu, António Guterres, «Continuerà a lavorare per una risoluzione dell’attuale crisi».

L’ambasciatoe dell’Ucraina all’Onu, Sergei Kislitsa ha detto che «La Russia è stata un “virus” che ha istigato la guerra e il caos per 8 anni. Le Nazioni Unite sono malate. Questo è un dato di fatto. Sono state colpite dal virus diffuso dal Cremlino. I confini dell’Ucraina riconosciuti a livello internazionale sono stati e rimarranno immutabili, indipendentemente da qualsiasi dichiarazione e azione della Federazione Russa. Siamo sulla nostra terra. Non dobbiamo nulla a nessuno. E non daremo nulla a nessuno. Non abbiamo paura di niente e di nessuno».

Una sorta di risposta a Vladimir Putin che ieri nel suo discorso alla nazione ha più o meno accusato Lenin e il Partito Comunista bolscevico russo di aver dato dignità di nazione a una regione – l’Ucraina –  che in realtà è sempre stata parte della Russia e del suo Impero. Mostrando anche ingratitudine verso il Partito Comunista della Federazione Russa, la più grande forza di opposizione, dalla quale era partita la mozione parlamentare per il riconoscimento delle Repubbliche russe ribelli del Donbas.

E l’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzya. è intervenuto dopo quelle che ha definito «Una serie di dichiarazioni molto emotive, valutazioni categoriche e conclusioni di vasta portata», dicendo che «Non reagirò ma mi concentrerò invece su come evitare la guerra». E ha informato il Consiglio di sicurezza (nel quale la Russia ha il diritto di veto)  che «In base agli accordi firmati oggi dalle Repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk… le funzioni di mantenimento della pace nei loro territori saranno svolte dalle Forze armate della Federazione Russa. Esorto i miei collegi occidentali a tornare in sé, mettere da parte le loro emozioni e non peggiorare la situazione».

Appello giudicato offensivo dall’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield che ha definito la decisione di Putin «La base per la Russia per creare un pretesto per invadere ulteriormente l’Ucraina, le cui conseguenze si sentirebbero ben oltre i confini dell’Ucraina. Putin sta mettendo alla prova la nostra determinazione e vuole dimostrare che con la forza può trasformare le Nazioni Unite in una farsa». D’altronde, visti i precedenti di Stati sovrani invasi dagli Usa, verrebbe da dire chi è senza peccato scagli la prima pietra

Comunque, la Thomas-Greenfield ha affermato che «Gli Stati Uniti adotteranno ulteriori misure per ritenere la Russia responsabile di questa chiara violazione del diritto internazionale. Se la Russia dovesse invadere ulteriormente l’Ucraina, la risposta sarà rapida e severa».

Guterres  aveva in programma di effettuare una visita ufficiale nella Repubblica Democratica del Congo, ma alla luce del deterioramento della situazione in Ucraina ha annullato la missione e, attraverso il suo portavoce Stéphane Dujarric, il capo dell’Onu Guterres  si è detto «Molto preoccupato per la decisione della Federazione Russa sullo status di alcune aree delle regioni orientali di Donetsk e Luhansk dell’Ucraina. Secondo le notizie, il presidente russo Vladimir Putin ha formalmente riconosciuto le regioni separatiste nell’est dell’Ucraina come Stati indipendenti». Guterres chiede «La soluzione pacifica del conflitto nell’Ucraina orientale, in conformità con gli accordi di Minsk, come approvato dal Consiglio di sicurezza nella risoluzione 2202 (2015)». Accordi mai applicati dall’Ucraina e che la Russia ha usato come un grimaldello per giustificare la sua presenza nelle regioni orientali filorusse.

Comunque, Guterres considera «La decisione della Russia una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina e incompatibile con i principi della Carta delle Nazioni Unite».

Ma ormai le truppe russe hanno passato il confine di quella che non ritengono più Ucraina e al segretario generale dell’Onu non resta altro che esortare le parti in guerra e i loro alleati a «Concentrare i loro sforzi  propri sforzi sulla garanzia di un’immediata cessazione delle ostilità, sulla protezione dei civili e delle infrastrutture civili, sulla prevenzione di qualsiasi azione e dichiarazione che possa aggravare ulteriormente la situazione pericolosa in e intorno all’Ucraina e dando priorità alla diplomazia per affrontare tutte le questioni pacificamente.

Il portavoce Dujarric ha concluso: «In linea con le pertinenti risoluzioni dell’Assemblea Generale, l’Onu continua a sostenere pienamente la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti».