Nuovo rapporto Ipcc sui cambiamenti climatici: minaccia immediata al benessere delle persone e alla salute del pianeta
Agire ora può mettere al sicuro il nostro futuro, ma il tempo per farlo è sempre meno
[28 Febbraio 2022]
Dopo 2 settimane di discussioni e verifiche, i 195 governi membri dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) hanno approvato il Summary for Policymakers del rapporto del Working Group II dell’IPCC, “Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability” che conferma cose molto preoccupanti: «I cambiamenti climatici indotti dall’uomo stanno causando pericolosi e diffusi sconvolgimenti nella natura e colpiscono la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi. Le persone e gli ecosistemi con minori possibilità di farvi fronte sono maggiormente colpiti».
Il presidente dell’IPCC Hoesung Lee, ha sottolineato che «Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell’inazione. Mostra che il cambiamento climatico è una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi determinano il modo in cui le persone si adattano e la natura risponde ai crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici. Questo rapporto riconosce l’interdipendenza tra clima, biodiversità e persone e integra le scienze naturali, sociali ed economiche in modo più forte rispetto alle precedenti valutazioni dell’IPCC. Il rapporto sottolinea l’urgenza di un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i rischi climatici. Le mezze misure non sono più una possibilità».
Il rapporto del Working Group II è la seconda parte del Sixth Assessment Report – IPCC (AR6), che sarà completato quest’anno e avverte: anche se riusciremo a fermare il riscaldamento globale di 1,5° C, nei prossimi due decenni il mondo affronterà molteplici rischi climatici inevitabili, ma «Anche il superamento temporaneo di questo livello di riscaldamento provocherà ulteriori gravi impatti, alcuni dei quali saranno irreversibili. Aumenteranno i rischi per la società, inclusi quelli relativi a infrastrutture e insediamenti costieri».
L’IPCC avverte che «L’aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza di piante e animali, causando mortalità di massa in alcune specie tra alberi e coralli. Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a cascata che sono sempre più difficili da gestire. Gli eventi estremi hanno esposto milioni di persone a grave insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, America centrale e meridionale, nelle piccole isole e nell’Artico. Per evitare una crescente perdita di vite umane, biodiversità e infrastrutture, è necessaria un’azione ambiziosa e accelerata per adattarsi al cambiamento climatico e, allo stesso tempo, ridurre rapidamente e profondamente le emissioni di gas serra. Ad oggi, si legge nel rapporto, i progressi sull’adattamento non sono uniformi ed è sempre più ampio il divario tra le azioni intraprese e ciò che è necessario fare per affrontare i crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici. Questo divario è maggiormente accentuato tra le popolazioni a basso reddito».
Ma il rapporto invita a non perdere la speranza: «Ci sono soluzioni per adattarsi a un clima che cambia. Questo rapporto fornisce nuovi approfondimenti sul potenziale della natura non solo per ridurre i rischi climatici, ma anche per migliorare la vita delle persone».
Il copresidente del Working Group II dell’IPCC, Hans-Otto Pörtner, ricorda che «Ecosistemi in salute sono più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici e forniscono servizi essenziali per la vita, come cibo e acqua. Ripristinando gli ecosistemi degradati e conservando efficacemente ed equamente il 30-50% degli habitat terrestri, d’acqua dolce e marini, le società umane possono trarre beneficio dalla capacità della natura di assorbire e immagazzinare carbonio. In questo modo possiamo accelerare il progresso verso lo sviluppo sostenibile, ma sono essenziali finanziamenti adeguati e sostegno politico»
Gli scienziati dell’IPCC sottolineano che «I cambiamenti climatici interagiscono con dinamiche globali quali l’uso insostenibile delle risorse naturali, la crescente urbanizzazione, le disuguaglianze sociali, le perdite e i danni da eventi estremi e la pandemia, mettendo in pericolo lo sviluppo futuro».
La copresidente del Working Group II, Debra Roberts, spiega a sua volta che «Il nostro lavoro di valutazione sui cambiamenti climatici mostra chiaramente che affrontare tutte queste diverse sfide coinvolge tutti – governi, settore privato, società civile – per lavorare insieme nell’ambito dei processi decisionali e degli investimenti, dare priorità alla riduzione del rischio, così come a equità e giustizia. In questo modo, interessi diversi, valori diversi e visioni del mondo diverse possono essere riconciliati. Le soluzioni saranno più efficaci se sapremo mettere insieme il know-how scientifico e tecnologico e le conoscenze indigene e locali. Ogni fallimento nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e climaticamente resiliente si tradurrà in un futuro non ottimale per le persone e per la natura».
Il nuovo rapporto IPCC fornisce una valutazione dettagliata degli impatti dei cambiamenti climatici, dei rischi e dell’adattamento nelle città, dove vive più della metà della popolazione mondiale e fa notare che «La salute, la vita e i mezzi di sostentamento delle persone, così come le proprietà immobiliari e le infrastrutture critiche, tra cui i sistemi energetici e di trasporto, sono sempre più colpiti dai pericoli relativi a ondate di calore, tempeste, siccità e inondazioni, così come sono sempre più colpiti dai cambiamenti a insorgenza lenta (slow-onset changes), come l’innalzamento del livello del mare».
Per la Roberts, «Insieme, la crescente urbanizzazione e i cambiamenti climatici creano rischi complessi, specialmente per quelle città che già sperimentano una crescita urbana scarsamente pianificata, elevati livelli di povertà e disoccupazione e la mancanza di servizi di base. Ma le città offrono anche opportunità di azione per il clima: edifici verdi, forniture affidabili di acqua potabile ed energia rinnovabile, sistemi di trasporto sostenibili per collegare aree urbane e rurali. Sono tutte iniziative che possono portare a una società più inclusiva e più giusta».
Dal rapporto emerge che «Esistono crescenti evidenze sull’esistenza di iniziative di adattamento che hanno causato conseguenze non volute, per esempio distruggendo la natura, mettendo a rischio la vita delle persone o aumentando le emissioni di gas serra. Questo può essere evitato coinvolgendo tutti nella pianificazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, prestando attenzione all’equità e alla giustizia e attingendo alle conoscenze delle comunità indigene e locali».
Ma la finestra temporale per agire è sempre più stretta e il cambiamento climatico è una sfida globale che richiede soluzioni locali. Per questo il contributo del Working Group II all’AR6 IPCC fornisce un’ampia gamma di informazioni regionali per consentire uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici.
Il rapporto afferma chiaramente che «Realizzare un modello di sviluppo resiliente al clima è già adesso, agli attuali livelli di riscaldamento, una sfida complessa. Questo obiettivo sarà ancora più difficile da raggiungere se il riscaldamento globale dovesse superare la temperatura di 1,5° C. In alcune regioni, realizzare uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici sarà una cosa impossibile se il riscaldamento globale dovesse superare i 2° C. Questo è un dato fondamentale del rapporto, che sottolinea l’urgenza di azione climatica, concentrandosi su equità e giustizia. Finanziamenti adeguati, trasferimento di tecnologia, impegno politico e partnership ci conducono a un più efficace adattamento ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni».
Pörtner conclude: «L’evidenza scientifica è inequivocabile: i cambiamenti climatici sono una minaccia al benessere delle persone e alla salute del pianeta. Ogni ulteriore ritardo nell’azione concertata a livello globale farà perdere quella breve finestra temporale – che si sta rapidamente chiudendo – per garantire un futuro vivibile».