L’energia dell’Africa potrebbe venire da eolico e solare

Per ora i migliori Paesi africani dove investire nelle rinnovabili sono Egitto e Sudafrica

[10 Marzo 2022]

Secondo lo studio “Geospatial multi-criteria analysis for identifying optimum wind and solar sites in Africa: Towards effective power sector decarbonization”, pubblicato su Renewable and Sustainable Energy Reviews da Jay Doorga, Jim Hall e Nick Eyre della School of Geography and the Environment dell’ Environmental Change Institute dell’università di Oxford, ««L’Africa ha il potenziale per soddisfare il suo crescente fabbisogno energetico con fonti di elettricità rinnovabili. Un futuro sostenibile per l’Africa può essere raggiunto attraverso investimenti strategici in parchi eolici e solari».

L’analisi dei ricercatori di Oxford dimostra che «Gli investimenti delle istituzioni finanziarie multilaterali e delle banche di sviluppo in Africa possono contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione dei sistemi energetici del continente».

Attualmente, i siti solari ed eolici dove investire in Africa vengono identificati in base a clima favorevole, affidabilità della rete, condizioni socio-economiche, territorio adatto e stabilità politica e lo studio evidenzia che per questo non si fanno grandi distinzioni tra dittature e democrazie: «Egitto e Sud Africa attualmente forniscono i siti più favorevoli per gli investimenti nelle rinnovabili. Gli investimenti nel solare in siti ottimali individuati in Egitto, ad esempio, costerebbero il 29,7% in meno per unità di energia generata rispetto alle centrali a gas. In Sudafrica, i parchi eolici in posizioni ottimali costerebbero al Paese il 16,7% in meno per unità di energia rispetto alla costruzione di più centrali a carbone».

Eyre, professore di politica energetica e climatica, sottolinea che «Gli investimenti nel continente devono anche essere orientati al miglioramento dell’infrastruttura della rete e dell’affidabilità per gestire investimenti di energia rinnovabile su scala industriale, in particolare nell’Africa subsahariana. I risultati sono vitali perché gli investimenti fatti finora nell’energia africana sono stati distinti e on coordinati».

Doorga, ex ricercatore dell’Oxford Environmental Change and Management, conclude: «Il coordinamento tra i donatori e la conoscenza di dove investire per avere un impatto significativo sono fondamentali. L’Unione europea, la Banca mondiale e la Banca africana di sviluppo dovrebbero prestare attenzione ai risultati. Una diversificazione del mix energetico rispetto ai combustibili fossili, determinata da investimenti strategici nell’ energia rinnovabile su scala industriale in siti ottimali e dal miglioramento delle infrastrutture e dei quadri amministrativi, aiuterebbe a evitare un potenziale fossil fuel lock-in e costituirebbe un pietra miliare nella questione della decarbonizzazione del settore energetico africano».