Corea del nord: peggiora la terribile situazione dei diritti umani
Esperto Onu: ancora più sanzioni non miglioreranno la situazione
[22 Marzo 2022]
Nella sua relazione finale all’Human Rights Council (“Situation of human rights in the Democratic People’s Republic of Korea Report of the Special Rapporteur on the situation of human rights in the Democratic People’s Republic of Korea”), Tomás Ojea Quintana*, Tomás Ojea Quintana, il relatore speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani in Corea del nord (RPDC), ha detto che «La comunità internazionale deve raccogliere la sfida di rilanciare l’impegno con la Repubblica popolare democratica di Corea per affrontare le gravi violazioni dei diritti umani. Il prolungato isolamento della Corea del Nord non è stata e non è una soluzione».
Per questo l’argentino Quintana ha esortato il regime nazional-stalinista della Corea del nord a «Facilitare il ritorno delle organizzazioni internazionali, compresa l’Onu, per fornire assistenza umanitaria e allo sviluppo», ma ha anche avvertito la comunità internazionale che «Lasciare la Corea del Nord in isolamento e mantenere lo status quo non offre soluzioni per aiutare ad affrontare la terribile situazione dei diritti umani lì».
Quintana, il cui mandato scade il 31 luglio, ha ricordato che «Negli ultimi 6 anni, purtroppo, ho assistito a un ulteriore deterioramento della situazione dei diritti umani all’interno del Paese. Invito il governo a rispettare pienamente i diritti delle persone e a rispettare il diritto internazionale dei diritti umani».
Il rapporto ricorda che «La Corea del nord è più isolata che mai a causa della prolungata chiusura delle frontiere su vasta scala e delle restrizioni degli spostamenti tra città e regioni dal gennaio 2020 come parte della risposta del governo al Covid-19. Il controllo oppressivo sulla popolazione si è ulteriormente inasprito, anche attraverso ordini di fucilazione a vista alle frontiere e una legge sul “pensiero antireazionario” che prevede la pena di morte per chi accede ad informazioni dall’estero. I Kwanliso (campi di prigionia politici) restano operativi e sono fondamentali per il controllo della popolazione. Incarnano la natura sistemica delle violazioni dei diritti umani in Corea del Nord». Quintana ha aggiunto che «Molte di queste violazioni comportano crimini contro l’umanità commessi nella RPDC. Sono urgentemente necessari processi concreti di responsabilità, a livello nazionale o internazionale».
Nonostante il regime continui a sparare missili verso il Mar del Giappone e in atmosfera e si segnalino la ripresa dei lavori negli impianti e nella centrale nucleare nordcoreani, il rapporto evidenzia che «L’insicurezza alimentare cronica rimane diffusa e probabilmente è peggiorata con il crollo del commercio in seguito alla chiusura dei confini del Paese». Per Quintana, «Data l’entità del loro impatto sull’accesso al cibo, all’assistenza sanitaria e ai mezzi di sussistenza, le misure prolungate in risposta al Covid-19 potrebbero non superare più i test di necessità e proporzionalità. Segmenti della popolazione, in particolare le popolazioni vulnerabili, potrebbero dover affrontare la fame e la carestia».
Nella sua relazione, Quintana formula diverse raccomandazioni concrete che forniscono una roadmap a lungo termine per un confronto con la Corea del Nord sui diritti umani e che comprendono l’impegno ad affrontare le questioni che riguardanoi le condizioni carcerarie, le persone con disabilità e il progresso dei diritti economici e sociali in modo più ampio.
Quintana ha concluso: «La priorità urgente è che la Corea del Nord faciliti il ritorno delle agenzie delle Nazioni Unite, di altre organizzazioni internazionali e della comunità diplomatica. Le Nazioni Unite dovrebbero negoziare e sostenere questo processo per consentire attività umanitarie e di sviluppo. Chiedo inoltre alla comunità internazionale di concordare una strategia per facilitare l’accesso della Corea del nord a una quantità sufficiente di vaccini Covid-19 per garantire la vaccinazione completa dell’intera popolazione. Questo sosterrebbe i loro diritti a una salute adeguata, ma sarebbe anche la chiave per aprire i confini della Corea del nord e per riprendere le sue interazioni con la comunità internazionale. Invito ancora una volta la Corea del nord a impegnarsi con il mio mandato e a permettermi di visitare il Paese prima della fine del mio mandato. Mentre assistiamo alla guerra in Ucraina e ad altri conflitti armati in corso nel mondo, gli Stati membri e la comunità internazionale nel suo insieme devono prevenire un nuovo ciclo di tensione militare nella penisola coreana e portare in primo piano l’agenda dei diritti umani. In definitiva, le Nazioni Unite e gli Stati chiave dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento della pace nella penisola coreana».