Indagine Bei sul clima: il 75% degli italiani ritiene che la transizione verde migliorerà la loro qualità di vita

Il 30% prevede che dovrà trasferirsi in un’altra regione o in un altro paese a causa dei cambiamenti climatici. Il 34% teme di perdere il posto di lavoro. Tra i giovani i pessimisti sono la maggioranza

[22 Marzo 2022]

Le politiche volte a contrastare i cambiamenti climatici rappresentano una buona notizia per l’economia? Secondo la grande maggioranza degli italiani sì: il 75% dice che la transizione verde sarà una fonte di crescita economica (un dato molto superiore alla media dell’Ue del 56%). Inoltre, il 75% degli ritiene che la propria qualità di vita migliorerà, con effetti positivi sulla qualità degli alimenti o della salute.

Inoltre il 60% ritiene che le politiche verdi miglioreranno il proprio potere d’acquisto. Ben 22 punti percentuali in più della media dell’Ue che si ferma al 38%.

E’ quanto emerge dai risultati dell’ultima pubblicazione dell’Indagine della BEI sul clima 2021-2022, diffusa dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).che evidenzia anche che «Le politiche volte a contrastare l’emergenza climatica sono considerate una buona notizia anche per il mercato del lavoro: quasi tre quarti degli intervistati italiani (73%) ritengono che esse avranno un impatto netto positivo sui livelli occupazionali nel paese perché creeranno più posti di lavoro di quanti ne elimineranno».

Gli italiani non sono però ottimisti per quanto riguarda il futuro: pensano che le sfide relative ai cambiamenti climatici siano destinate a durare, ma il 37% ritiene che l’emergenza climatica sarà sotto controllo entro il 2050 e il  61% degli intervistatati crede che essa continuerà a rappresentare una problematica seria alla metà del secolo.

Inoltre, contraddittoriamente con la prima risposta sulla qualità della vita, gli italiani temono che i cambiamenti climatici possano minacciare il luogo in cui vivono: rispondendo alla domanda sull’impatto a lungo termine della crisi climatica, il 30% prevede di doversi trasferire in un’altra regione o in un altro Paese a causa dei cambiamenti climatici. Una preoccupazione che aumenta fino ad arrivare al 52% tra i giovani tra i  20 e i 29 anni che temono di doversi trasferire a causa dei problemi climatici.

Gli italiani sono consapevoli della necessità di modificare i propri stili di vita per contrastare i cambiamenti climatici: il 31% è convinto che tra 20 anni la maggior parte delle persone non possiederà più un’automobile, mentre il 64% pensa che molti lavoreranno da remoto per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Infine, il 42% pensa che la maggior parte delle persone adotterà una dieta vegetariana e il 54% prevede che a ogni cittadino sarà assegnata una quota prestabilita di energia (il 6% in più della media europea del 48%).

Per quanto riguarda il livello internazionale del d sondaggio, BEI evidenzia che «Nel complesso gli europei sono divisi sulla possibilità che la transizione verde diventi una fonte di crescita economica. Oltre la metà degli intervistati (56%) ritiene che sarà così, in linea con la percezione degli americani e dei britannici (57%), mentre i cinesi sono più ottimisti (67%). Tuttavia, la maggioranza degli europei (61%) confida nel miglioramento della propria qualità di vita, con effetti positivi sulla qualità del cibo o della salute. Da questo punto di vista, gli europei sono più pessimisti dei cinesi (77%), degli americani (65%) e dei britannici (63%)».

La Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti, ha concluso: «Gli italiani sono tra i più ottimisti in Europa per quanto riguarda gli effetti delle politiche di contrasto dell’emergenza climatica. Sono convinti che la transizione verde avrà un impatto positivo in futuro sia sulla qualità di vita che sul mercato del lavoro, ma sono anche preoccupati degli effetti di lungo termine dei cambiamenti climatici.. Come banca dell’Ue per il clima, abbiamo la responsabilità di affrontare queste preoccupazioni collaborando sia con il settore pubblico c quello privato per finanziare una transizione resiliente e a basse emissioni di carbonio, garantendo nel contempo che nessuno resti indietro».