«Al Governo chiediamo di ascoltare la voce dei giovani. Azioni per fermare la crisi climatica ed energetica. Subito un decreto sblocca rinnovabili»

Global strike del 25 marzo, Legambiente in piazza per il clima e per dire stop alla guerra in Ucraina

I giovani attivisti di Legambiente e di #youth4planet in prima linea in oltre 20 città italiane

[24 Marzo 2022]

«La crisi climatica non guarda in faccia a nessuno, non conosce né crisi né guerre. La forte siccità che ha investito il Nord Italia con il Po in secca è uno dei segni più tangibili del cambiamento climatico in corso e che sta diventando sempre più grave. Dall’altra parte il conflitto in corso in Ucraina ha mostrato con forza ed evidenza il grande tallone d’Achille dell’Europa e dell’Italia, ossia la dipendenza delle fonti fossili che inquinano e producono emissioni di gas serra e il grande ricatto energetico, a partire dal gas della Russia, che si trova ad affrontare. Non c’è davvero più tempo perdere, servono politiche climatiche più ambiziose ed efficaci e azioni concrete a partire da un decreto sblocca rinnovabili».

È questo l’appello lanciato da Legambiente  alla vigilia dello sciopero mondiale per il clima. Il Cigno Verde è pronto con i suoi circoli e i suoi giovani attivisti del progetto #Youth4planet a partecipare al Global strike del 25 marzo, scendendo in oltre 20 piazze della Penisola per sostenere i ragazzi di tutto il mondo che sciopereranno per il clima e per la pace in Ucraina. Roma, Milano, Napoli, Ravenna, Palermo, Chieti, Pisa, Udine, Genova, Torino, saranno alcune delle tante città italiane, che vedranno in prima linea anche i giovani legambientini.

Legambiente ricorda che «Invece di pensare all’aumento delle spese militari, per fronteggiare la crisi climatica ed energetica è fondamentale puntare e investire, in primis, su fonti rinnovabili ed efficienza energetica, cosa che in questi anni non è stato fatto e così ora l’Italia paga lo scotto di questo ricatto del gas e del pesantissimo rincaro delle bollette che grava su famiglie e imprese». Per questo l’associazione ambientalista chiede al Governo di «Ascoltare le richieste dei giovani, e di non rimanere sordo e cieco di fronte alla grande mobilitazione. Se in questi anni lo sviluppo delle FER (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio del triennio 2010‐2013, oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%».

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, spiega che «Quello che serve con urgenza è un decreto sblocca rinnovabili che permetterebbe di accelerare quella spinta che serve allo sviluppo delle rinnovabili in Italia, di sostituire le centrali a gas costruite dopo il blackout nazionale del 2003 e ridurre i consumi annui di gas di 36 miliardi di m3 entro il 2026. Servono scelte coraggiose e un’ambiziosa azione climatica in grado di dimezzare le attuali emissioni entro il 2030. Impensabile e irrilevante pensare ad esempio di riattivare gruppi termoelettrici a carbone o a olio combustibile. Bisogna, invece, moltiplicare per 20 l’attuale velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili, non basta lo sblocco di sei parchi eolici varato dal Governo, bisogna fare molto più accelerando anche gli iter autorizzativi ed eliminando i sussidi ambientalmente dannosi stimabili nel nostro Paese, complessivamente, in 35,7 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere investite in innovazione sostenibile. Tra le azioni da mettere in campo, l’Italia deve aggiornare il PNIEC con l’obiettivo di produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035; autorizzare nei prossimi 12 mesi nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata ed escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici. Inoltre, il nostro Paese deve dimostrare anche più ambizione e lungimiranza, come sta facendo la Germania che ha introdotto l’obbligo di installazione di impianti solari sulle nuove costruzioni, ha già anticipato lo stop ai sussidi ambientalmente dannosi al 2030 e sta lavorando per decarbonizzare il sistema elettrico entro il 2035».

Per Legambiente, «L’altra grande sfida che l’Italia deve affrontare è quella legata allo sviluppo delle comunità energetiche sull’intero territorio, coinvolgendo anche scuole, università, amministrazioni comunali e provinciali, per costituire comunità energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S) e far diventare la transizione ecologica un’opportunità anche educativa e strutturale». Per questo a febbraio Legambiente ha presentato il manifesto “Scuola e università a zero emissioni” al quale hanno aderito Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Fridays For Future, Link, Rete degli Studenti Medi, Rete Nazionale Scuole Green, Save the Children, UdS – Unione degli Studenti, Unione degli Universitari.