Ma le risorse a disposizione si fermano a 2,1 miliardi di euro
Economia circolare, per i bandi Mite sul Pnrr arrivate richieste per oltre 12 miliardi di euro
Adesso dovranno trovare una collocazione coerente con il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti in fase di approvazione
[28 Marzo 2022]
Sono ormai scaduti i termini indicati dal ministero della Transizione ecologica (Mite) per la presentazione dei progetti candidati ai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicati all’economia circolare: a fronte di un ammontare disponibile a livello nazionale pari a 2,1 miliardi di euro, le richieste pervenute al Mite hanno superato quota 12 mld di euro, a conferma del grande interesse – e delle poche risorse economiche messe a disposizione – verso questa componente fondamentale della transizione ecologica.
Più nel dettaglio, secondo quanto reso noto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), al Mite sono arrivate 4.114 domande di finanziamento per un valore complessivo dei progetti di oltre 12 miliardi di euro. Dal Nord sono arrivate 1.474 domande (36%), per complessivi 4.4 miliardi di euro, dal Centro 780 domande (19%) il cui valore complessivo ammonta a 3.3 miliardi di euro e dal Sud 1.860 domande (45%), per 4.6 miliardi.
Una partita cui si abbina quella del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), la cui proposta è stata approntata dal Mite ed è oggi in fase di Valutazione ambientale strategica (Vas).
«Il Pngr costituisce una delle riforme strutturali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – spiega il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta – è uno strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti è stato predisposto con il contributo delle Regioni, delle due Province autonome, dell’Ispra, dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), del ministero dello Sviluppo economico e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Il Programma ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028), partendo dal quadro di riferimento europeo fissa i macro-obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti, offrendo, contestualmente, una ricognizione nazionale dell’impiantistica, suddivisa per tipologia di impianti e per regione, al fine di fornire, in primis, indirizzi atti a colmare i gap impiantistici presenti nel territorio».