Effetto Brexit: in Gran Bretagna mancano 500.000 lavoratori agricoli
Camera dei Comuni: la carenza di manodopera immigrata ridurrà permanentemente l’industria alimentare
[7 Aprile 2022]
«Non ci possono essere dubbi sulla gravità dei problemi che il settore alimentare e agricolo deve affrontare a causa della carenza di manodopera», avverte il nuovo rapporto “Labour shortages in the food and farming sector” dell’Environment, Food and Rural Affairs Committee (EFRA Committee) della Camera dei Comuni britannica. E conclude che «Se il governo non riuscirà ad affrontare la mancanza di lavoratori dovuta principalmente a covid-19 e Brexit, Il più grande settore manifatturiero del Regno Unito subirà danni permanenti».
I parlamentari britannici ricordano al governo conservatore di Boris Jhonson che «Nonostante il settore abbia manifestato notevoli preoccupazioni, la carenza di manodopera nel 2021 ha messo a dura prova la sicurezza alimentare, il benessere degli animali e la salute mentale di coloro che lavorano nel settore. Il settore suinicolo è stato particolarmente colpito, con 35.000 suini abbattuti a causa della mancanza di macellai per lavorarli». Il Rapporto invita il Segretario di Stato a «Utilizzare il potere del Dipartimento per fornire sostegno diretto agli allevatori di suini».
La Commissione parlamentare della Camera di Comuni si è detta frustrata per «La riluttanza del governo a impegnarsi con l’industria per la carenza di manodopera. Nonostante i coraggiosi tentativi dell’industria, i ministri non sono riusciti a capire i problemi e hanno persino cercato di scaricare la colpa sul settore. Il rapporto odierno sollecita il governo a un ripensamento radicale per evitare che futuri interventi arrivino troppo tardi».
E così, nel Parlamento dominato dai Conservatori che hanno cavalcato la Brexit e le politiche anti-immigratorie si scrive ora ufficialmente in un rapporto che «La revisione delle misure sull’immigrazione potrebbe far fronte alla crisi attuale». Ad esempio, il rapporto chiede «Una revisione del regime dei visti per lavoratori qualificati, compresa la complessità e i costi sostenuti dai datori di lavoro e l’adattamento del requisito della lingua inglese per soddisfare le esigenze del settore».
Sebbene siano stati apportati cambiamenti positivi al Seasonal Worker Pilot, l’inclusione del settore ornamentale richiede che il governo metta a disposizione i 10.000 visti extra previsti e che il programma sia reso permanente. Tuttavia, è necessario ridurre la dipendenza dalla manodopera all’estero, preferendo una strategia di lavoro a lungo termine che faccia crescere e sviluppi talenti autoctoni, combinando interessanti pacchetti di istruzione e formazione professionale con l’implementazione di nuove tecnologie».
Sebbene il Committee apprezzi alcune iniziative prese dal governo conservatore in campo agricolo, avverte che «Senza cambiamenti fondamentali, il Regno Unito sta affrontando una reazione a catena di aumenti salariali, che portano ad aumenti dei prezzi e alla produzione alimentare esportata all’estero».
Il presidente dell’EFRA Committee, il conservatore Neil Parish, ha dichiarato: «Nel 2021 gli agricoltori hanno dovuto affrontare una situazione straordinaria: i raccolti sono stati lasciati marcire nei campi e maiali sani sono stati abbattuti per mancanza di manodopera. Ciò ha serie implicazioni per il benessere delle persone che mettono il cibo sulle nostre tavole oggi e in futuro. L’atteggiamento del governo nei confronti della difficile situazione dei lavoratori del settore alimentare e agricolo è stato particolarmente deludente. Sebbene alcune delle riforme proposte dal governo abbiano aiutato a breve termine, e abbiamo convenuto che dobbiamo cercare di espandere la forza lavoro interna, questo non accadrà dall’oggi al domani. Nel frattempo, [il governo] deve utilizzare i poteri a sua disposizione – anche in materia di politica dell’immigrazione – per sostenere il settore. Altrimenti esporteremo la nostra produzione alimentare e importeremo più cibo.Ancora più importante, il governo deve cambiare il suo atteggiamento nei confronti del settore alimentare e agricolo, fidandosi di loro e agendo tempestivamente quando sollevano preoccupazioni. Il nostro cibo e i nostri agricoltori dipendono da questo».
Di fronte a questa vera e propria bocciatura della politica (anti)immigratoria e agricola, il Department for environment, food and rural affairs (Defra) ha risposto che sta continuando a lavorare con l’agro-industria. Ma quel che è certo è che ci sono 500.000 posti di lavoro vacanti su una forza lavoro di quattro milioni e che nel 2021, per un improvviso calo della manodopera proveniente dall’estero, quasi un quarto del raccolto di narcisi nel Regno Unito è rimasto nei campi e anche la frutta è rimasta a marcire sugli alberi e sul terreno. Come se non bastasse, mancanza di macellai qualificati e di lavoratori dei macelli ha fatto sì che circa 35.000 maiali destinati a essere trasformati in salsicce, pancetta e braciole siano stati inceneriti o ridotti in lardo. Quando a Natale, a causa della carenza di lavoratori e di conducenti di camion, rischiava di mancare sulle tavole britanniche anche il tradizionale tacchino, il governo è corso ai ripari con un programma di visti temporanei.
Ma per l’EFRA Committee è stato fatto «Troppo poco e troppo tardi» e le politiche settarie del governo hanno avuto un grave impatto sul benessere degli animali, sulla sicurezza alimentare e sulla salute mentale dei lavoratori.
I parlamentari si sono detti «Colpiti dall’incapacità del governo di cogliere le questioni del lavoro» e dalla «Tendenza sgradevole … ad incolpare il settore per non aver fatto di più per affrontare il problema o per non aver utilizzato appieno il sistema dell’immigrazione, sulla base di informazioni errate sul proprio sistema di immigrazione».
Nick Allen, amministratore delegato della British Meat Processors Association, ha detto a BBC News che «L’impatto del nuovo regime di immigrazione post-Brexit e del Covid è stato paralizzante. A seguito del conflitto in Ucraina, ci troviamo di fronte a una dura prova della sicurezza alimentare del Regno Unito, è chiaro che questo approccio ha consentito lo sviluppo di debolezze strutturali, che hanno compromesso la resilienza alimentare del Regno Unito».
La direttrice policy and corporate affairs della Food and Drink Federatio – FDF, Jayne Almond, ha evidenziato che «Aggravando le pressioni inflazionistiche sui produttori di alimenti e bevande del Regno Unito, molte aziende continuano a lottare con la carenza sistematica di manodopera». E la presidente della National Farmers’ Union (NFU), Minette Batters, ha aggiunto: «Chiediamo una revisione del sistema dell’immigrazione, compreso il regime dei visti per i lavoratori stagionali. Il rapporto odierno della commissione EFRA conferma l’appello di lunga data della NFU per una politica migratoria più favorevole che mitighi la paralizzante carenza di manodopera e i problemi strutturali che esistono da molti mesi lungo la catena di approvvigionamento alimentare».
Di fronte a questa levata di scudi di un mondo che vota a grande maggioranza per i conservatori, il Defra ha assicurato che «Stiamo esaminando come utilizzare le nuove tecnologia nel settore. Riconosciamo pienamente che l’industria alimentare e agricola sta affrontando sfide lavorative e continuiamo a lavorare con il settore per mitigarle. Abbiamo dato maggiore certezza al settore consentendo il seasonal workers scheme fino alla fine del 2024, consentendo ai lavoratori stranieri di venire nel Regno Unito per un massimo di 6 mesi per lavorare nel settore agricolo. Il nostro nuovo sistema di immigrazione basato su punti ha anche ampliato il percorso dei lavoratori qualificati a molte più occupazioni, compresi i macellai, che ora possono essere assunti da qualsiasi parte del mondo».
Insomma. Di fronte alla realtà, lo stop all’immigrazione, la Brexit e il “the British first”, fanno acqua da tutte le parti e gli stessi che hanno aperto le falle ora cercano di tapparle facendo il contrario di quel che avevano promesso e chiesto.