I giganteschi ittiosauri trovati sulle Alpi a 2.800 metri sul livello del mare
Dopo 30 anni arriva la conferma: i reperti fossili dei Grigioni provengono da tre giganti dei mari
[28 Aprile 2022]
Più di 30 anni fa, i ricercatori dell’ Universität Zürich scoprirono nelle Alte Alpi della Svizzera orientale vertebre, costole e un dente che dovevano essere appartenute a grandi rettili marini: gli ittiosauri, ma mancava il corrispondente materiale comparativo. Ora il nuovo studio “Giant Late Triassic ichthyosaurs from the Kössen Formation of the Swiss Alps and their paleobiological implications”, pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology da P. Martin Sander, Pablo Romero Pérez de Villar e Tanja Wintrich dell’Abteilung Paläontologie, Institut für Geowissenschaften dell’Universität Bonn e da
Heinz Furrer del Paläontologisches Institut und Museum dell’Universität Zürich, consente di dare a quei fossili una classificazione più precisa: «Appartengono a tre diversi ittiosauri di circa 15 a circa 20 metri di lunghezza. Il dente è particolarmente insolito: con un diametro della radice di sei centimetri, è due volte più grande del più grande dente di dinosauro acquatico trovato fino ad oggi».
I primi ittiosauri nuotavano negli oceani primordiali nel primo periodo del Triassico circa 250 milioni di anni fa. Avevano un corpo allungato e una testa relativamente piccola. Ma poco prima che la maggior parte di loro si estinguesse circa 200 milioni di anni fa (solo le specie più note, simili ai delfini, sono sopravvissute fino a 90 milioni di anni fa), e si erano evoluti in forme gigantesche. I ricercatori tedeschi e svizzeri sottolineano che «Con un peso stimato di 80 tonnellate e una lunghezza di oltre 20 metri, questi giganti preistorici avrebbero rivaleggiato con un capodoglio. Tuttavia, non hanno lasciato quasi nessun fossile» e Sander aggiunge: «Il perché rimane fino ad oggi un grande mistero».
I reperti esaminati dallo studio provengono dal Cantone svizzero dei Grigioni e Furrer li aveva recuperati tra il 1976 e il 1990 durante la mappatura geologica nella Formazione Kössen. «Più di 200 milioni di anni prima – spiegano ancora i ricercatori – gli strati rocciosi con i fossili coprivano ancora il fondale marino. Invece, con il “piegamento” delle Alpi, erano finiti a quota 2.800 metri. Sander ipotizza che «Forse ci sono altri resti delle gigantesche creature marine nascoste sotto i ghiacciai».
A più di 30 anni dal loro ritrovamento, i fossili di ittiosauri dei Grigioni erano stati quasi dimenticati ma, come spiega ancora Sander, «Recentemente, sono comparsi più resti di ittiosauri giganti. Quindi ci è sembrato utile analizzare ancora una volta i ritrovamenti svizzeri in modo più dettagliato».
Dal nuovo studio appena pubblicato emerge che «I fossili provengono da tre diversi animali vissuti circa 205 milioni di anni fa. Di uno degli ittiosauri si conserva una vertebra insieme a dieci frammenti di costola. Le loro dimensioni suggeriscono che il rettile fosse probabilmente lungo 20 metri. Al contrario, sono state scavate solo una serie di vertebre di un secondo ittiosauro. Il confronto con reperti scheletrici meglio conservati suggerisce una lunghezza di circa 15 metri».
Sander fa notare che «Tuttavia, dal nostro punto di vista è il dente a essere particolarmente eccitante. Perché questo è enorme per gli standard di un ittiosauro: la sua radice aveva un diametro di 60 millimetri: l’esemplare più grande ancora in un cranio completo fino ad oggi era di 20 millimetri e proveniva da un ittiosauro lungo quasi 18 metri».
Furrer è naturalmente molto contento dell’interesse, anche se tardivo, verso gli spettacolari resti di ittiosauro che ha trovato nelle Alpi svizzere: «La pubblicazione ha confermato che i nostri reperti all’epoca appartenevano all’ittiosauro più lungo del mondo; con il dente più spesso trovato fino ad oggi e la più grande vertebra del tronco scoperta in Europa!»
Ma è improbabile che gli animali che popolavano gli oceani primordiali 205 milioni di anni fossero stati molto più lunghi di quanto si pensasse. Sander ricorda che «Il diametro del dente non può essere utilizzato per dedurre direttamente la lunghezza del suo proprietario. Tuttavia, la scoperta solleva naturalmente delle domande».
Gli scienziati presumono che il gigantismo estremo e uno stile di vita predatorio (che richiede denti) siano incompatibili. All’Universität Bonn fanno notare che «C’è un motivo se l’animale più grande del nostro tempo è sdentato: la balenottera azzurra, che può raggiungere i 30 metri di lunghezza e pesare 150 tonnellate. Accanto a lei, il capodoglio dentato (20 metri e 50 tonnellate) sembra un adolescente. Mentre la balenottera azzurra filtra minuscole creature dall’acqua, il capodoglio è un cacciatore perfetto. Ciò significa che richiede una porzione maggiore delle calorie che consuma per alimentare i suoi muscoli».
Sander conclude: «I predatori marini quindi probabilmente non possono diventare molto più grandi di un capodoglio. Per questo, è possibile che il dente non provenisse da un ittiosauro particolarmente gigantesco, ma da un ittiosauro con denti particolarmente giganteschi».