Concertone del primo maggio. Greenpeace «Il greenwashing di Eni inquina anche la musica italiana»
Sinistra italiana e Verdi: enormi guadagni extra speculando sul gas alle spalle degli italiani
[2 Maggio 2022]
Già a Sanremo, Greenpeace Italia aveva contestato la presenza di Eni che secondo l’organizzazione ambientalista «Continua a sponsorizzare concerti ed eventi culturali per ripulirsi l’immagine e presentarsi come azienda attenta all’ambiente quando in realtà continua a puntare sul gas e sul petrolio». Ma il concertone del primo maggio organizzato a Rome dai sindacati è stata l’occasione per una protesta creativa ancora più clamorosa – visto il contesto – per denunciare «L’ennesimo episodio di greenwashing di ENI, tra gli sponsor principali della manifestazione».
Infatti, in piazza San Giovanni, un gruppo di attivisti e attiviste di Greenpeace ha gonfiato e portato tra il pubblico una ventina di palloni giganti in lattice biodegradabile con l’immagine del Cane a sei zampe che sputa fuoco sul Pianeta e il messaggio “ENI inquina anche la musica!”.
dichiara Federico Spadini, campagna clima di Greenpeace Italia, ha detto: «La propaganda tossica delle aziende dei combustibili fossili dovrebbe essere vietata e non trovare spazio nel mondo della musica, della cultura e dell’informazione, così come da anni è vietata la pubblicità delle aziende del tabacco. ENI è il principale emettitore italiano di gas serra e continua a investire fortemente su petrolio e gas, che alimentano la crisi climatica e le guerre, compresa quella in corso in Ucraina. Serve una legge europea che fermi l’inganno dei finti messaggi green diffusi dai responsabili della crisi climatica».
Secondo il recente rapporto “Words vs Actions – The truth behind fossil fuel advertising” pubblicato da Greenpeace Nederland e DeSmog ha dimostrato che «Il 55% delle pubblicità online di ENI sia definibile come greenwashing. Inoltre, sebbene appena l’8% degli annunci dell’azienda analizzati promuova i combustibili fossili, questi costituiscono in realtà fino a circa l’80%».
Gli attivisti che hanno fatto il blitz al Concertone sottolineano che »Nonostante gli slogan e le promesse, nei prossimi anni ENI continuerà a puntare principalmente su gas e petrolio. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, anziché puntare su una vera decarbonizzazione, l’azienda ha cercato di assicurarsi nuove riserve di gas fossile da fornitori diversi dalla Russia, aggravando ancora di più la dipendenza dell’Italia dalle fonti fossili».
Su questo tema, ad Eni arriva anche un durissimo attacco di Elisabetta Piccolotti della segreteria nazionale di Sinistra Italiana: «Hanno speculato guadagnando un miliardo al mese mentre gli italiani tagliavano persino i consumi alimentari. Dovrebbero vergognarsi e invece ne vanno orgogliosi. Eni ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con +300% rispetto al primo trimestre 2021. L’utile cresce di 3 miliardi, un miliardo al mese. Le imprese energetiche, anche quelle partecipate dallo Stato, stanno facendo profitti mostruosi, facendo salire l’inflazione, innescando la recessione e mettendo in difficoltà milioni di famiglie e imprese. Oltre il danno la beffa, perché con le nostre tasse stiamo anche calmierando le bollette. Draghi, Descalzi e tutti coloro che hanno votato i vergognosi provvedimenti del governo in materia di energia sappiano che i mega profitti delle aziende energetiche devono tornare nelle casse dello Stato, cioè nelle tasche di tutti. Ci faremo sentire, questa non passerà in sordina».
Il co-portavoce di Europa Verde/i Verdi Angelo Bonelli, rincara la dose: «Eni nei primi 3 mesi del 2022 ha conseguito un utile del +293% rispetto allo stesso periodo 2021. L’extra ricavo nei primi tre mesi del 2022 e’ stato di 7,9 mld di euro. Guadagni stratosferici fatti con i soldi di tante famiglie italiane che sono entrate in fascia di povertà. ENI acquista il gas da Gazprom in virtù di contratti pluriennali il cui prezzo e’ stato fissato anni fa ovvero in situazione pre.crisi. Secondo Nomisma il prezzo di acquisto del gas si aggira poco meno di 30 centesimi di euro a mc che oggi viene venduto di molto sopra 1 € a mc. Il governo italiano di fronte a questo scandalo, che negli ultimi sei mesi ha fruttato 40 mld di € alle società energetiche, ha speso 20 mld di € di soldi pubblici per tentare di ridurre le bollette elettriche e del gas. ENI si arricchisce con i soldi delle famiglie italiane mentre il governo decide di non prelevare con un contributo di solidarietà il 100% degli extraprofitti realizzati dalla vendita del gas e invece produce debito che pagheremo in futuro. Questa è una rapina sociale. 200 GW di energia rinnovabile, pari a 4 volte il fabbisogno energetico nazionale, continuano ad essere bloccati. L’energia rinnovabile riduce drasticamente il costo delle bollette, ma il governo condanna le famiglie italiane a pagare l’energia a costi insostenibili puntando sul gas».
Per fermare il greenwashing, Greenpeace promuove una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende dei combustibili fossili. Se entro ottobre la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti”, sostenuta da più di 30 organizzazioni, raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine a queste ingannevoli operazioni di greenwashing.