Le strane cure per i nostri parchi
[8 Novembre 2013]
L’articolo del Sen. Franco Mirabelli del Pd su Greenreport su cosa urge migliorare della legge sui parchi l’ho trovato per più versi sorprendente e sconcertante.
Dopo aver correttamente ribadito che la legge 394 ha dato importanti risultati e quindi è una buona legge mette al primo posto l’esigenza di ridurre i costi dei comitati direttivi. E siccome poi si sofferma in particolare sui parchi regionali la sorpresa è anche maggiore sia perché per i parchi regionali sono le regioni a decidere –vedi la Toscana che ha tolto anche ai presidenti qualsiasi indennità.
Dopo questo esordio l’altro aspetto cruciale riguarderebbe le aree attigue generalmente dette contigue che se sono rimaste spesso tagliate fuori dalla iniziativa dei parchi è perché la maggior parte dei parchi nazionali non hanno fatto alcun piano neppure per le aree all’interno dei propri confini. Tanto è vero che i parchi regionali che nella maggior parte dei casi si sono dotati e da anni di un piano –vedi quello di San Rossore- sulle aree contigue esercitano da anni una loro funzione. Ma l’aspetto ancor più sconcertante visto quel che bolle in pentola per le nostre aree protette è considerare la questione della caccia come una questione cruciale. Ma di cosa si sta parlando e di quali parchi di quale paese. Mirabelli cita in particolare la situazione dei parchi della Lombardia con osservazioni critiche che non sono in grado di giudicare ma cosa c’entra questo con la legge le quadro? E cosa c’entra la 394 se Cota in Piemonte chiude i rifornimenti ai suoi parchi regionali tra i più vecchi del paese?
Mirabelli poi parla della necessità dei finanziamenti invitando i parchi a mettere a frutto le loro cascine e altre proprietà ma anche qui sebbene a lui evidentemente non risulti è quello che da anni molti parchi specie regionali hanno fatto cosa e fanno e ancora una volta cosa c’entra la legge quadro. C’entra invece quella in discussione al senato che vorrebbe indurre i parchi a far cassa anche con provvedimenti che con la tutela ambientale non hanno nulla a che fare.
Trovo in questo articolo l’ennesima conferma di una discussione che procede ancora come si dice da noi a bischero sciolto.