Sviluppo sostenibile, avanti piano per l’Ue lungo l’agenda Onu al 2030

Negli ultimi cinque anni «progressi significativi» per 5 obiettivi su 17. E l’impatto della pandemia non è stato ancora valutato appieno

[23 Maggio 2022]

L’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile sono stati adottati dalle Nazioni Unite nel settembre del 2015 – con anche l’Italia e l’Ue impegnati a traguardarli –, ma negli ultimi cinque anni l’Unione europea ha compiuto «progressi significativi» solo verso 5 di questi obiettivi (gli Oss 1, 7,8,9, 16), con la maggioranza degli altri che registra comunque «progressi moderati».

È quanto afferma oggi Eurostat all’interno della Relazione di monitoraggio 2022 sui progressi compiuti verso il conseguimento degli Oss nel contesto Ue, presentata oggi dalla Commissione europea.

«L’Europa si trova ad affrontare il secondo “cigno nero” in appena tre anni. Tuttavia, pur gestendo l’impatto dello shock economico causato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non dobbiamo permetterci di perdere di vista il nostro obiettivo di trasformare il modello economico dell’Ue. Dobbiamo invece sentirci motivati a raddoppiare i nostri sforzi per rafforzare la nostra resilienza e la sostenibilità dei nostri processi produttivi e delle nostre attività quotidiane. In questo sforzo collettivo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile rimangono la nostra bussola e il nostro metro per misurare il successo», dichiara il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni. Questa bussola però indica che il lavoro da fare è ancora moltissimo, mentre il 2030 s’avvicina a grandi passi.

Secondo Eurostat, l’Ue ha continuato a compiere i progressi più notevoli nel campo della pace e della sicurezza delle persone nel suo territorio, migliorando l’accesso alla giustizia e la fiducia nelle istituzioni (Oss 16): la percentuale della popolazione dell’Ue che segnala reati, violenze e vandalismo nelle proprie comunità è scesa ad esempio dal 13,2 % nel 2015 al 10,9 % nel 2020.

Favorevole anche la valutazione sull’Oss 7, produzione di energia pulita e a prezzi accessibili, anche se – come ammette la stessa Commissione – questa è «dipesa in ampia misura da una notevole riduzione dei consumi energetici nel 2020 (-8% rispetto al 2019) a causa delle restrizioni alla vita pubblica e della riduzione dell’attività economica connesse alla Covid-19».

A riprova di una situazione tutt’altro che idilliaca anche su questo fronte c’è il dato sulle rinnovabili, che nel 2020 rappresentavano il 22,1% del consumo di energia finale lordo: un valore che è raddoppiato negli ultimi 15 anni ma che dovrà più che raddoppiare ancora (fino almeno al 45%) nei prossimi 8. Al contempo, ad oggi come testimonia di nuovo direttamente la Commissione, le «importazioni di combustibili fossili soddisfano ancora oltre la metà della domanda di energia dell’Ue e il minore consumo di energia registrato nel 2020 sarà probabilmente temporaneo».

Analogamente, i progressi verso l’Oss 8 relativo all’economia e al mercato del lavoro, per il quale gli ultimi dati disponibili sono del 2021, sono stati influenzati positivamente dalla forte crescita economica e dai risultati del mercato del lavoro dello scorso anno; ad esempio, il tasso di occupazione è salito al 73,1 % nel 2021, superando persino il livello precedente la pandemia.

Se questi appena elencati sono i «progressi significativi», si può meglio misurare l’effettiva solidità dei «progressi moderati» maturati verso gli obiettivi di assicurare salute e benessere (Oss 3), proteggere la vita subacquea (Oss 14), raggiungere la parità di genere (Oss 5), promuovere città e comunità sostenibili (Oss 11), ridurre le disuguaglianze (Oss 10), garantire modelli di consumo e produzione responsabili (Oss 12), fornire un’istruzione di qualità (Oss 4), agire per il clima (Oss 13) e porre fine alla fame (Oss 2).

Quanto ai progressi compiuti dall’Ue sui partenariati per lo sviluppo sostenibile (Oss 17) e sull’obiettivo di garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Oss 6), la loro valutazione da parte di Eurostat è stata neutrale, il che significa che hanno presentato un numero pressoché equivalente di sviluppi sostenibili e non sostenibili.

Si è infine riscontrato un leggero allontanamento dai rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile negli ultimi cinque anni per quanto riguarda la protezione dell’ecosistema terreste (Oss 15), il che indica che gli ecosistemi e la biodiversità subiscono ancora pressione da parte delle attività umane.