Zimbabwe, dalle donne dell’Eggs distribution centre un servizio delivery “verde” e inclusivo

Grazie al triciclo elettrico e a una strategia di lavoro condivisa, il Murape group offre un servizio di consegna di uova operando su tutta la provincia di Harare, in rete con 16 gruppi di agricoltori locali

Può un’attività essere ecologicamente sostenibile e al tempo stesso economicamente conveniente, senza che questo vada a detrimento dei suoi (o delle sue) dipendenti per quanto attiene alla qualità del lavoro, la retribuzione, i ritmi lavorativi e l’inclusione sul posto di lavoro? La risposta non è certo di facile definizione. Tutt’ora, anche nel nostro territorio è aperta la diatriba che vede il trinomio sostenibilità ambientale, sociale ed economica come posizioni spesso incompatibili.

Basti pensare alle vertenze sui cosiddetti rider, che solo in alcuni casi e con difficoltà hanno ottenuto un inquadramento lavorativo decente emergendo dalla zona grigia del lavoro a cottimo e sottopagato.

A pochi giorni dalla celebrazione della giornata dell’Africa, un esempio positivo ci arriva dallo Zimbabwe, un Paese in cui Cospe opera e porta avanti un progetto per sviluppare un settore agricolo più diversificato, che promuova la sostenibilità ambientale e sociale: l’Inclusive poultry value chain development project.

L’obiettivo del progetto è contribuire alla costruzione di una catena di valore del pollame più efficiente, aumentando così la crescita economica e green dello Zimbabwe. Ed è proprio da questo progetto che nasce la storia di un gruppo di donne, una storia di riscatto, di ecologismo, di autonomia, di indipendenza sociale ed economica.

«Siamo molto apprezzate in questa zona della città, ci chiamano per le consegne, siamo veloci, portiamo molte uova grazie a questo nuovo mezzo di trasporto elettrico», ci rivela una lavoratrice dell’Eggs distribution centre, un centro di distribuzione delle uova attivo da marzo 2021 che effettua consegne a domicilio grazie all’utilizzo del triciclo elettrico nella zona di Domboshava (provincia di Harare). Unico nel suo genere, il Murape group che opera al centro è composto da sei donne che svolgono anche attività agricole nel settore dell’allevamento dei polli e della produzione delle uova.

«Prima dovevamo andare a piedi o in autobus. Se gli ordini sono molto grandi allora ci coordiniamo con un altro gruppo di donne simile al nostro che si organizza per aiutarci e dividere il lavoro con noi». Grazie al triciclo elettrico e a una strategia di lavoro condivisa e organizzata tramite riunioni periodiche, il Murape group riesce a offrire un servizio di consegna di uova ad imprenditori, aziende e privati operando su tutta la provincia di Harare in rete con 16 gruppi di agricoltori locali.

Ma l’attività delle donne del servizio delivery di Domboshava non è affatto scontata nello scenario socio-economico dello Zimbabwe. Pur essendo la catena del valore dei polli uno dei settori in più rapida crescita nell’ultimo decennio, dopo un periodo di declino macroeconomico aggravato da un’epidemia di influenza aviaria nel 2017, il comparto ha registrato un calo complessivo del 10%.

Mentre i grandi produttori sono riusciti ad evitare gran parte dell’impatto, i piccoli e medi produttori hanno registrato perdite del 14% dal 2014. Nonostante ciò, la maggior parte della produzione di polli è però ancora realizzata da piccoli produttori e quindi la loro ripresa è vitale per il settore. Se poi si aggiunge il fatto della forte integrazione verticale con le grandi aziende, l’inclusione dei piccoli produttori in sistemi di allevamento diventa cruciale per contrastare i mercati insicuri, la volatilità dei prezzi e gli alti costi di produzione (mangimi, trasporto e burocrazia)e per rispettare adeguati standard di qualità come l’Haccp, il Dre ed altri aspetti legali.

L’Eggs distribution centre ha migliorato la vita di chi ha aderito al programma e, in questo, la scelta del mezzo di trasporto si è rivelata dirimente. La coordinatrice del gruppo Margaret Katazo ci racconta che le donne lavorano molto bene con il triciclo elettrico perché è sicuro, non va troppo veloce, non serve la patente ed è comodo. Riguardo a difficoltà nell’utilizzo, Katazo aggiunge che «finora non è stato registrato alcun incidente. Le lavoratrici sono molto attente e guidano in sicurezza e prudenza. È un programma gestito a beneficio delle donne e devo ammettere che ci divertiamo anche molto a guidarlo. Anche le donne anziane possono utilizzarlo, quindi è veramente un mezzo inclusivo per ogni età e necessità».

di Cospe per greenreport.it