Russia: Putin amplia e inasprisce la legge per colpire Ong e oppositori

Esperti indipendenti Onu: in Russia offensiva governativa contro la società civile

[15 Luglio 2022]

Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha firmato tre leggi riguardanti lo status di agente straniero, la collusione con le agenzie straniere e la mobilitazione dell’economia in tempo di guerra,

Il governo federale russo  sarà autorizzato ad adottare «misure economiche speciali» e costringere le persone a lavorare oltre il loro orario di lavoro e le loro mansioni, compresi i giorni festivi, i periodi di ferie e i turni notturni. Le società private russe non potranno rifiutare i contratti statali se dovessero essere offerti loro. I richiedenti, tra cui l’FSB (servizi segreti), il ministero della difesa, la Guardia Nazionale e il Servizio di soccorso federale, detteranno i termini di questa “cooperazione” forzata.

Un’altra legge punirà le persone colpevoli di «collusione con agenzie di sicurezza straniere» con fino a 8 anni di carcere e fino a 1 milione di rubli (17.000 euro) di multa. I russi giudicati colpevoli di «cambiare posizione in un conflitto militare» o di «combattere per un esercito straniero» dovranno scontate da 12 a 20 anni di carcere , e una multa di 500.000 rubli se dovessero combattere «contro gli interessi della Russia».

I russi che possiedono “informazioni sensibili” e tentano di lasciare il Paese dovranno scontare fino a 7 anni di reclusione. Coloro che «chiedono pubblicamente di violare la sicurezza dello Stato» saranno condannati a  2  – 4 anni di carcere o da 5 a 7 anni se il “crimine” viene commesso da un gruppo o comporta appelli alla violenza. Le ripetute dimostrazioni di simboli “estremisti” saranno punite con fino a 4 anni di reclusione.

Ma quella che preoccupa di più è la nuova legge sugli agenti stranieri che consentirà alla Russia di dichiarare i suoi cittadini “agenti stranieri” anche se le persone in questione non ricevono finanziamenti esteri. Attualmente, la legge russa permetteva già  al governo di Mosca di bollare con l’etichetta di “agente straniero” le organizzazioni che ricevono fondi dall’estero e sono impegnate in “attività politiche” non meglio precisate: una definizione piuttosto ampia, che consente di fatto alle autorità di prendere di mira diverse associazio ni ritenute scomode. L’inserimento nell’elenco degli “agenti stranieri” impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diverse ONG alla chiusura. A giugno la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli “agenti stranieri” affermando che questa viola il diritto alla libertà d’associazione e quello alla libertà d’espressione.

Con la nuova legge, Putin ha definito ancora meglio i concetti di “influenza straniera” e “individuo affiliato allo straniero” rispetto alla precedente legge contro le Organizzazioni non goverrnative. A partire dal primo dicembre 2022, qualsiasi individuo o organizzazione russa o straniera può essere dichiarata “agente straniero” «Se ha sostegno straniero o è sotto influenza straniera e persegue attività politiche». Non sono invece considerate politiche la tutela dei valori familiari tradizionali, la promozione di programmi culturali, scientifici, sanitari o sportivi e le attività volte alla tutela della natura o alla beneficienza. Saranno inoltre istituiti un registro unificato degli agenti esteri e un registro separato delle “persone affiliate aglio stranieri”, comprendente le persone che hanno lavorato per organizzazioni dichiarate agenti stranieri o hanno ricevuto denaro dalle stesse. Gli agenti stranieri non potranno insegnare a cittadini minorenni o produrre per loro alcun “prodotto informativo”. Sarà inoltre impedito loro di ricevere assistenza finanziaria statale, agire come esperti nelle valutazioni di impatto ambientale statali, lavorare in incarichi statali, fare volontariato alle elezioni statali o organizzare eventi pubblici.

La promulgazione di queste tre leggi liberticide arriva il giorno dopo che un gruppo di esperti indipendenti dell’Onu in materia di diritti umani ha condannato «La continua e accresciuta repressione dei gruppi della società civile, dei difensori dei diritti umani e dei media da parte delle autorità russe» e ha invitato il governo federale russo a «Fermare la repressione dello spazio civico».

Mary Lawlor, Relatrice Speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani; Miriam Estrada-Castillo (Presidente-relatore), Mumba Malila (Vicepresidente), Elina Steinerte, Matthew Gillett  Priya Gopalan del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria; Fernanda Hopenhaym (Presidente), Elżbieta Karska, Anita Ramasastry e Pichamon Yeophantong (Vicepresidente) del Gruppo di lavoro su imprese e diritti umani; Clément Nyaletsossi Voule , Relatore speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione;  Irene Khan, relatrice speciale sul diritto alla libertà di opinione e di espressione, ricordano che «Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a una repressione decisa e sistematica della società civile in Russia. La stigmatizzazione dei protagonisti  della società civile e dei difensori dei diritti umani come “agenti stranieri”, le molestie e la detenzione contro di loro, la chiusura di organizzazioni per i diritti umani e le severe restrizioni alle libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione hanno ulteriormente contribuito alla chiusura di uno spazio civico già in diminuzione».

Il report degli esperti indipendenti dell’Onu evidenzia che «Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, questa tendenza inquietante si è drammaticamente deteriorata. Mentre migliaia di persone sono uscite per le strade per protestare pacificamente contro la guerra, oltre 16.000 persone, inclusi molti difensori dei diritti umani, sono state detenute per aver partecipato o aver coperto proteste pacifiche contro la guerra. Secondo quanto riferito, la polizia ha usato una forza eccessiva contro i manifestanti detenuti e i difensori dei diritti umani, umiliandoli e minacciandoli. A coloro che prestavano assistenza legale sarebbe stato negato dalle forze dell’ordine anche l’accesso alle stazioni di polizia e ai tribunali. Secondo quanto riferito, oltre 60 procedimenti penali sono stati aperti anche per “fake news di guerra”; e almeno 7 per “screditamento” e “richiesta di ostruzione” all’uso delle forze armate russe”, persone che sono state criminalizzate in base alle modifiche del codice penale, adottate il 4 marzo 2022».

Anche gli esperti denunciano che «Questa legge e altre restrizioni radicali alla libertà di espressione e associazione in Russia vengono utilizzate per mettere a tacere difensori dei diritti umani, giornalisti e rappresentanti della società civile».

Il report ricostruisce una situazione di evidente violazione del diritto all’informazione: «La maggior parte dei media russi indipendenti ha chiuso per evitare procedimenti giudiziari o è stata bloccata insieme a dozzine di media stranieri. Oltre 20 organi di informazione hanno smesso di operare o sospeso il loro lavoro nel Paese, tra cui il quotidiano vincitore del Premio Nobel per la pace Novaya Gazeta , l’ultimo canale televisivo indipendente Dozhd e la stazione radiofonica Echo di Mosca. Anche Twitter, Facebook e Instagram sono bloccati e Meta è stata designata organizzazione estremista e bandita. Molte altre imprese, compreso il settore tecnologico internazionale, si stanno ritirando dal mercato russo a causa di rischi reputazionali e legali, senza necessariamente tener conto degli impatti negativi sui diritti umani delle persone lasciate indietro. Questo lascia i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile con scarso accesso alle infrastrutture di informazione e comunicazione vitali per il loro lavoro».

Un atteggiamento duramente criticato dagli esperti indipendenti Onu: «Le imprese dovrebbero essere consapevoli dei diritti umani durante le loro attività e cercare di aiutare i difensori dei diritti umani russi e le organizzazioni della società civile a evitare il completo isolamento. Molti difensori dei diritti umani sono fuggiti dal paese a causa di problemi di sicurezza e coloro che hanno deciso di restare continuano a subire enormi pressioni».

L’8 aprile scorso, il ministero della Giustizia russo ha confermato in un comunicato di aver revocato, sulla base di presunte violazioni della legislazione nazionale, senza fornire maggiori dettagli, la registrazione delle 15 filiali russe di organizzazioni straniere, alcune delle quali avevano programmi in materia di diritti umani e umanitari. Gli esperti fanno notare che «Revocare il riconoscimento di queste organizzazioni, senza un’indagine approfondita e trasparente, è profondamente preoccupante. Impedendo a queste organizzazioni di operare nel Paese, la Russia ostacola ulteriormente il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani e la protezione di società aperte e giuste, nel pieno rispetto delle libertà fondamentali».

Il 29 giugno la Duma di Stato, la Camera bassa del parlamento russo, ha approvato una nuova legge che renderà più facile per le autorità etichettare chi è critico come “agenti stranieri”. E il nuovo provvedimento firmato ieri da Putin e che inasprisce la legge del 2012 e che, spiegano gli esperti Onu, «Contiene 18 nuovi divieti per gli “agenti stranieri” e amplia l’interpretazione del termine. Chiunque sia “sotto l’influenza straniera” o riceva qualsiasi tipo di sostegno dall’estero, può ora essere dichiarato “agente straniero”. Esortiamo le autorità russe a sospendere tali misure restrittive, rispettare i diritti alla libertà di espressione e associazione e consentire agli attori della società civile, ai difensori dei diritti umani e ai media di continuare il loro ruolo cruciale nel garantire la responsabilità e l’accesso alle informazioni».

Gli esperti indipendenti dell’Onu chiedono alla comunità internazionale di «Raddoppiare gli sforzi per fornire sostegno alla società civile russa e ai giornalisti nel Paese e in esilio, lavorando per la protezione e la promozione dei diritti umani. Un ambiente favorevole per tutta la società civile, compresi i difensori dei diritti umani e i media indipendenti, aiuta a difendere i diritti umani e rafforzare la pace e la sicurezza in tutto il mondo».